Compattezza cercasi nel centrodestra. La coalizione che fino alle elezioni sembrava uno schiacciasassi, dopo l’esito del voto comincia a presentare le prime crepe. Ed a risentirne non è solo Forza Italia che ha trovato in Calabria una sorta di isola felice rispetto alle amministrative appena trascorse. Ma anche per Lega e Fratelli d’Italia i rapporti, improntati alla eterna competizione, rischiano di deteriorarsi dopo l’audio di Matteo Salvini finito su Il Foglio in cui il leader della lega si lamenta degli attacchi subiti da Giorgia Meloni, chiedendo che questi vengano indirizzati agli altri alleati di governo, riferendosi all’area di centrosinistra.

«È ovvio che noi abbiamo un centrodestra nel governo e uno all'opposizione. Però - ha detto Salvini ai suoi - c'è modo e modo di stare all'opposizione. Si può concordare una quota comprensibile di rottura di coglioni dall'opposizione, che però vada a minare il campo Pd e 5 Stelle e non sia fatta scientemente, come è accaduto negli ultimi mesi, per mettere in difficoltà la Lega e il centrodestra».
Per il momento i leader di Lega e FdI provano a minimizzare - tanto Salvini quanto la Meloni sostengono che non litigheranno per un audio "rubato" -, ma l’imbarazzo è sempre più evidente.

I malesseri di Forza Italia

Ma di imbarazzo si può parlare anche dalle parti di Forza Italia che appare sempre più divisa in due tronconi, l’ala sovranista, e l’ala governativa con la ministra Maria Stella Gelmini che, impegnata l’altro ieri nell’assemblea dei deputati per la designazione del nuovo capogruppo che prenderà il posto di Roberto Occhiuto, ha lanciato un sasso nello stagno azzurro.

Secondo la Gelmini (supportata dai colleghi Mara Carfagna e Renato Brunetta) il malfunzionamento degli organi di partito, a causa della pandemia, ha fatto sì che Forza Italia si schiacciasse sulle posizioni sovraniste di Lega e Fratelli d’Italia, parlando anche di ministri esclusi dai tavoli in cui si decide e quasi sopportati dal partito. Un j’accuse in piena regola che mette a nudo i mal di pancia azzurri sullo sfondo dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica e le prossime politiche che segneranno un punto di svolta per tutti i partiti dell’arco costituzionale, impegnati ora nella battaglia sulla legge elettorale da applicare con una parte degli azzurri a spingere per il proporzionale per affrancarsi dall’asse sovranista. Insomma il timore dell’ala governativa è che Forza Italia sparisca dal panorama politico italiano, e l’esito delle ultime elezioni con la generale crisi di consensi di Forza Italia lo testimonia.

Calabria azzurra

In Calabria a supportare Occhiuto ci sono venuti tutti i ministri dell’ala governativa di Forza Italia. Da Maria Stella Gelmini a Mara Carfagna, passando per Renato Brunetta. I rapporti tra quest’ultimi e i leader territoriali, con Occhiuto in testa, sono ottimi e si continua a lavorare in un clima disteso. Ma non è conseguenziale pensare – sostengono ambienti vicini a Forza Italia - che la crisi di rapporti interni abbia un riverbero sul costituendo esecutivo Occhiuto.

D’altra parte il neo presidente, appena eletto, ha chiarito che in Calabria il leader del centrodestra, non di Forza Italia, è proprio lui e nessuno può dettargli la linea. Il riferimento, neanche tanto celato, era ai partiti del 20%. E tuttavia gli azzurri hanno lasciato a Matteo Salvini l’incombenza di risolvere il nodo della vicepresidenza della giunta che spetterebbe alla Lega, e segnatamente a Nino Spirlì, le cui quotazioni sono precipitate rovinosamente. E l’atteggiamento del leader del Carroccio sembra andare proprio in questa direzione, se si pensa che non ha speso nessuna parola sul facente funzione subito dopo la movimentata riunione con i dirigenti calabresi.

Certo è che Forza Italia vive in Calabria un momento magico e anche nella composizione della giunta, Occhiuto ha dato degli indizi precisi, nell’attesa di una proclamazione degli eletti che tarda a venire e che fa pensare a più di un colpo di scena che potrebbe cambiare le carte in tavola.