Cosa sta succedendo alla Film Commission? Per capirlo non è bastata l’ultima seduta della Commissione di Vigilanza, presieduta da Domenico Giannetta (Fi), alla quale non si è presentato il commissario straordinario Giovanni Minoli, ma soltanto il direttore Vittorio Romano.

Quest’ultimo si è limitato a fare il punto contabile della situazione senza nulla poter dire sulla programmazione futura e anche sulla realizzazione della cittadella del cinema a Lamezia. «Per quanto attiene alla mia sfera – ha detto Romano – posso solo dichiarare che è stato predisposto per l’anno 2021 un avviso ad evidenza pubblica ed è all’approvazione dell’organo di controllo della Regione. Tale avviso metterà a bando risorse per complessivi 1,3 milioni ed è finalizzato a sostenere, attraverso l’erogazione di contributi, le produzioni cinematografiche e dell’audiovisivo realizzate nel territorio della Regione Calabria».

Più in particolare ci saranno un 1,1 milioni per film/lungometraggi, 150mila euro per i documentari e 50mila euro per i cortometraggi. Secondo la relazione di Romano ci sarebbero poi altri fondi non utilizzati per il periodo 2019-21 (un triennio finanziato con oltre 11milioni di euro) che potrebbero essere riprogrammati.

Romano ha poi informato l’organismo che dal primo gennaio al 21 aprile la Film Commissione ha proceduto a pagamenti per un milioni e 284mila euro. «Stante la situazione di fermo amministrativo, dovuta a motivi pandemici ed al cambio di governance, la Fondazione aveva accumulato una notevole mole di debiti gettando nello sconforto i già falcidiati operatori, con il fermo delle attività e con la contemporanea mancanza di risorse liquide».

Che succede a questo punto? Il 13 maggio viene pubblicato sul sito della Regione Calabria, con scadenza al 27 dello stesso mese, un avviso pubblico per la selezione del direttore della Film Commission, il posto fin qui ricoperto da Romano che era stato voluto fortemente dal presidente ff della giunta Nino Spirlì.

Nei corridoi si parla di dimissioni presentate da Romano anche per contrasti nella gestione dei fondi per il cinema e dell’ultimo bando in particolare. Un trambusto che sta avendo parecchia eco politica e pare pronto a determinare anche uno scontro interno proprio alla Lega.

I più scontenti di tutti, però, sono gli operatori del settore che hanno sottolineato in più occasione i ritardi accumulati dalla Film Commission che, dopo 8 mesi dall’insediamento di Minoli e del suo staff, ha finalmente pubblicato  il primo bando della propria gestione per Il sostegno di produzioni nazionali ed internazionali per la Calabria.

Un bando che presenterebbe diversi punti di contrasto con la legge Cinema regionale del 2019. Proprio mentre il settore cinematografico calabrese, fermo da tempo, con le sue maestranze tecniche e artistiche e i suoi giovani produttori cresciuti in questi ultimi anni, si è preparato aspettando il coinvolgimento delle professioni calabresi, dal bando sparisce l’obbligatorietà delle maestranze artistiche e tecniche della Regione di appartenenza nel minimo del 30%. 

Un dato ancora più contraddittorio se si pensa che in altre Regioni si arriva al 50% del coinvolgimento delle maestranze locali. Pare insomma arrivato il momento in cui la Regione faccia davvero luce sull’operato della Film Commission e Giovanni Minoli illustri tempi e modi con i quali si arriverà al rilancio del settore in Calabria e, magari, fornisca anche chiarimenti sullo stato dell’arte in relazione alla realizzazione dei fantomatici Studios di Lamezia che per poco non ha portato ad una clamorosa rottura fra la Commissione “Turismo” presieduta da Pietro Molinaro e la giunta di Nino Spirlì, in un altro duello andato in scena in casa Lega nelle scorse settimane.