«In Calabria ci sono nato e non sono mai andato via nonostante abbia vissuto anche a Milano e a Roma. Conosco tutti i territori di questa meravigliosa regione che ha bisogno di essere “risollevata”, ne hanno diritto i calabresi». In una lunga intervista, esordisce con queste parole Cataldo Calabretta, originario di Ciró Marina sub commissario regionale e commissario provinciale di Crotone, nonchè commissario della Sorical, l'ente che gestisce le risorse idriche in Calabria.

È stato investito di due importanti incarichi: da una parte, la guida della Sorical, società che gestisce il settore idrico calabrese; dall’altra, il ruolo nella Lega di sub commissario regionale e di commissario provinciale di Crotone. 

«Ho assunto i ruoli con lo stesso spirito di servizio che in tanti anni hanno segnato il mio percorso di crescita professionale e politica. Ho accettato la proposta di Jole Santelli condividendo la necessità di avviare quella riforma storica che consentirà finalmente di poter accedere a risorse europee importanti da investire sulle reti idriche, fognarie e per la depurazione. Soprattutto, essa aprirà le porte anche in Calabria al sistema idrico integrato». 

Quali sono gli obiettivi di questa operazione?

«Con il rilancio di Sorical finalmente pubblica, quella che si apre davanti alla Calabria è una straordinaria opportunità di crescita e sviluppo. Con questo atto fortemente politico si aprirà per la gestione efficace ed efficiente dell’acqua della nostra terra uno scenario del tutto nuovo. Quando la Calabria abbandonerà il primato di unica regione che non ha ancora attivato il servizio idrico integrato, ci sarà l’accorpamento di un unico schema coordinato di servizi, che consentirà di avere un rapporto diretto con i cittadini. In questi giorni ho letto di alcune “uscite imbarazzati” di due candidati “perdenti” alla presidenza della regione che non hanno assolutamente contezza di quello che si deve fare in questo settore e hanno raccontano una serie di castronerie ai calabresi. Per fortuna vincerà il centrodestra». 

Quali sono gli step di questa rivoluzione?

«Sorical attualmente è l’unico soggetto, a mio avviso, che ha le carte in regola per avviare la nuova fase del servizio calabrese, è stato già deliberato dall’Autorità idrica calabrese che il soggetto unico gestore dovrà avere una forma pubblica, è stato deciso dal parlamentino dei Sindaci della Calabria. Per fare ciò bisognerà acquisire le azioni del socio privato, che oggi rappresentano una parte importante della compagine societaria di Sorical e bisognerà uscire dallo stato di liquidazione volontaria; che ha generato non pochi problemi a questa società da ben 10 anni». 

Perché Sorical è un’opportunità?

«Può far fare un salto di qualità alla Calabria. Al suo interno vi sono già oggi tante professionalità di primissimo piano. Abbiamo avviato la fase della riorganizzazione interna, mancano ancora alcune figure apicali della società e da qualche mese abbiamo avviato una selezione pubblica. Abbiamo ridotto drasticamente le consulenze e gli incarichi. Ridurre non significa eliminarli perché è indispensabile che una società come la Sorical, nel pieno rispetto delle procedure e delle regole, abbia professionisti esterni che collaborino per il buon funzionamento del sistema. Se si creano opportunità di lavoro per giovani (e meno giovani) professionisti calabresi anche il mio lavoro diviene più gratificante. Da mesi, per esempio, stiamo cercando di sostenere gli operai che lavorano nel mondo dell’indotto di Sorical affinché siano internalizzati. Questa è una problematica atavica. Con tutte le sigle sindacali e Confindustria stiamo individuando i migliori criteri di cui tenere conto per non commettere errori. Un’operazione non semplice ma che spero si concluderà al più presto. Non è semplice stare al vertice di questa società, ci sono tante criticità decennali. A volte gradirei che ci fosse più comprensione sopratutto da parte di alcuni dipendenti della Società. Sono loro la vera forza del sistema e so perfettamente che negli anni hanno vissuto momenti di disagio; ma si sta cercando di migliorare sempre di più le loro condizioni. Aggiungo che il settore idrico richiede proprio per la sua complessità tecnici molto preparati, per cui sicuramente nei prossimi anni saranno selezionati, spero, molti calabresi che potranno avere la possibilità di lavorare e dimostrare anche quanto siano validi gli esperti che si formano nelle nostre università».

Questo nuovo assetto consentirà l’arrivo di nuovi fondi europei, come saranno utilizzati?

«Bisognerà lavorare su reti idriche colabrodo e bisognerà sanare una posizione debitoria importante. Questo è il primo passo per la riforma. Questa accelerazione mette nelle condizioni la Calabria di poter essere considerata una regione dell’Unione Europea».

I disagi quest’estate nella nostra regione non sono mancati. 

«I dati degli ultimi anni ci dicono che ogni calabrese ha almeno il doppio, se non il triplo di risorse rispetto ad un qualsiasi altro cittadino dell’UE. Il problema è relativo all’uso che se ne fa; perché dai nostri dati di telecontrollo emerge che dopo le piogge i consumi si riducono drasticamente e quando fa caldo i consumi aumentano. Questo perché l’acqua potabile viene sempre più utilizzata per annaffiare i giardini pubblici e privati, orti, per riempire le piscine, per lavare le strade ed irrigare i campi. Tutto questo non è consentito ed in altre regioni non avviene. Per questi usi si deve utilizzare l’acqua con qualità più bassa, ad esempio quella dei depuratori, dei fiumi, dei pozzi. Bisognerà imporre la costruzione di acquedotti con acqua meno pregiata, proprio per favorire il risparmio idrico di acqua potabile».

È stato da poco approvato il bilancio della società con un utile di 600mila euro, notizia incoraggiante. 

«Appena sono arrivato il bilancio della gestione precedere non era stato approvato, a gennaio abbiamo approvato quello del 2019 e nelle scorse settimane quello del 2020. Per recuperare il tempo perduto abbiamo messo in campo tutte le professionalità interne e insieme all’avvocato Mario Ferri, Commissario liquidatore nominato dal Socio Privato, abbiamo coordinato tutte le attività. 

Abbiamo fatto ricorso ad esperti che ci hanno aiutato vista l’assenza di alcune figure e abbiamo lavorato alacremente per raggiungere l’obiettivo dell’approvazione. I conti attualmente sono in ordine, la società ha ridotto l’indebitamento e migliorato gli indici di bilancio. Ora è pronta per rientrare dalla liquidazione e, dopo la pubblicizzazione, a raccogliere la sfida del servizio idrico integrato».

Come ha vissuto questo primo anno ricoprendo ruoli importanti e prestigiosi sia in veste di Commissario di una postazione di sottogoverno e sia di politico? 

«La Calabria è una terra ricca anche di contraddizioni e la politica degli ultimi decenni non ha dato grandi risultati, i calabresi sono esausti. Sanità, infrastrutture, lavoro e tanti altri settori sono in affanno. Non ho mai immaginato che fosse semplice, anzi vivo la quotidianità con grande senso di responsabilità e con il timore di sbagliare. Una cosa è certa, non immaginavo di dover ammettere che nei confronti di molti, la maldicenza, la calunnia, i tradimenti, la disinformazione ed il tentativo di delegittimazione potessero esser gravi tanto quanto la cultura ‘ndranghetista. Le cattiverie e le bugie che in alcuni momenti vengono rappresentate sono davvero incomprensibili e fanno riflettere. A proposito da quando ci sono io in Sorical non sono mai state date consulenze da 100mila euro. È una fake news (come tante altre) che qualcuno si è divertito a divulgare. Per quel che mi riguarda ho, tuttavia, trasformato in energia positiva quella poca cattiveria utilizzata come strumento per tentare di screditare. Per fortuna ho incontrato anche tante belle persone con cui è un piacere collaborare per il bene di questa regione».

Qual è lo stato di salute della Lega in Calabria secondo il suo punto di vista?

«Molto buono. Avremo un ottimo risultato elettorale. Matteo Salvini sta dimostrando di interessarsi alla Calabria come mai nessun leader di partito nazionale ha fatto. Stiamo intercettando le richieste di quanti hanno deciso di restare o tornare in Calabria per riprendersi in mano un destino scritto da altri. E per corrispondere al meglio a questa esigenza di rinnovamento abbiamo mostrato tanta apertura, ancorandola solo ed esclusivamente a quella che è la missione nazionale della Lega: portare buon governo in tutti gli angoli del Paese. Senza personalismi.

È un onore per me poter ricoprire un ruolo di primo piano in questo movimento e cerco costantemente di fare il mio dovere affinché i calabresi siano soddisfatti del mio lavoro».