Il capogruppo in Consiglio regionale cerca di archiviare lo scontro che è andato in scena a Rende durante un convegno sui trasporti. E sull'auto-ricandidatura del presidente in carica taglia corto: «Nessuno ha mai creduto che facesse sul serio quando diceva il contrario»
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Ha fatto molto discutere il convegno sui trasporti organizzato a Rende dal capogruppo regionale del Pd, Mimmo Bevacqua. La discussione, però, si è incentrata più sullo scontro dialettico nato fra i due consiglieri regionali - c'era anche Franco Iacucci - e l'ex presidente della Regione, Mario Oliverio, che per i contenuti del dibattito. In molti hanno letto nell'episodio la dimostrazione plastica di un Pd regionale che ancora deve trovare la sua pacificazione interna. Ne abbiamo parlato con lo stesso Bevacqua.
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Bevacqua il vostro convegno su mobilità e trasporto pubblico locale è diventato quasi un caso di cronaca più che politico...
«Più che cronaca direi gossip che però non ha mai caratterizzato il mio agire politico e umano. Lo sanno tutti questo. Né tantomeno utilizzo il cinismo come arma di distrazione rispetto a risultati che non arrivano. Come si usa fare del resto dalle parti della cittadella e non solo. A me interessano i fatti. Al convegno di venerdì c'era un parterre di tutto rispetto. Erano presenti gran parte degli operatori e attori del trasporto pubblico locale, erano presenti oltre 20 sindaci della provincia e cito per tutti quelli più importanti in termini di abitanti come quelli di Cosenza, Corigliano Rossano, Castrovillari e Cassano. Il convegno ha visto inoltre una partecipazione straordinaria con oltre 200 persone. Questi sono i fatti, non i rumor. Se poi uno mi chiede se ci sono stati momenti animati durante il dibattito le rispondo sì, con qualche tensione dialetticamente anche forte»
Dialetticamente forte come il caso Oliverio?
«Nessun caso. Questo che lei cita è semplicemente un non momento. Perché fuori contesto efuori programma».
Che però hanno notato i presenti e ha fatto discutere...
«Ma questo non può inficiare la qualità, né i contributi offerti al dibattito. D'altronde gli apprezzamenti ricevuti dai partecipanti al dibattito sono testimonianza della validità ed importanza dell'iniziativa. Il nostro compito era quello di smascherare l'inerzia del governo regionale sul tema della mobilità e del trasporto pubblico locale, sul sistema portuale e metropolitano è così è stato. Così come abbiamo per l'ennesima volta denunciato che fine abbiano fatto i Dieci miliardi dell'alta velocità contenuto nel fondo complementare del Pnrr. E credo che il Pd debba seguire questa strada e noi saremo in prima linea con il nostro impegno e i nostri contributi».
Intanto Occhiuto ha annunciato la sua ricandidatura e voi?
«Occhiuto annuncia tante cose, praticamente ogni giorno. Qualche buontempone la definisce "annuncite" una patologia del genere ma dal suo punto di vista fa il suo gioco. Spostare il tiro e l'attenzione con armi di distrazione di massa rispetto al totale insuccesso del governo regionale. Rispetto all'ultimo annuncio qualcuno si è meravigliato. Per me invece non è stata una sorpresa. Ero certo della sua ricandidatura così come non ho mai dato creduto all'ipotesi Occhiuto alle Europee e per due motivi. Il primo perché un presidente di Regione conta molto di più di un europarlamentare o di un ministro. La seconda ragione deriva dal fatto che chi va occupare il decimo piano della cittadella viene preso dal delirio di onnipotenza. Semmai questo annuncio dovrebbe spiegarlo ai suoi stessi alleati. Non ho letto note di eccitazione da parte di Fdi e Lega...».
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Sì però ora si autodichiara in campo anche per dopo, e voi?
«Io penso che per battere Occhiuto bisogna mettere in campo due operazioni. Denunciare l'inerzia e l'incapacità di Occhiuto e della sua giunta su tre temi fondamentali e cioè il diritto alla mobilità, alla salute e il tema delle aree interne. La seconda operazione per me si chiama territorio. Io su questo ho una mia idea della quale mi pare giusto parlarne prima con il segretario regionale e vedere se è condivisa o meno. La vera ossatura democratica sono i territori e gli amministratori e da lì bisogna ripartire per la riscossa del centrosinistra calabrese».
Il gruppo consiliare Pd è prontoa lanciare la sfida? C'è chi parla di opposizione debole...
«Certo che siamo pronti, non solo perché la segreteria nel suo intervento ha compreso la solitudine che caratterizza il lavoro di chi fa opposizione in una regione difficile e fragile quale la nostra, ma siamo anche carichi dopo l'investitura fatta dalla segretaria nazionale che ci ha affidato per la prima volta dopo anni e anni la responsabilità di diventare noi i protagonisti delle scelte e dell'alternativa al centrodestra calabrese in piena autonomia e senza ingerenze esterne. È una occasione che non si può perdere. Non la perderemo».
Nell'ultimo consiglio però non siete riusciti a portare in aula una discussione sui danni provocati dal maltempo o sulla volontà della Baker Hughes di non investire più a Corigliano Rossano. Anche sugli assestamenti di bilancio vi siete astenuti...
«A lei come al solito piace provocare, ma partiamo dall'ultimo punto. Sono cinque anni che ci asteniamo sulle manovre di bilancio, ma non per condivisione politica. Spesso nei provvedimenti sono contenuti interventi a favore dei lavoratori, della loro stabilizzazione. In quest'ottica ci asteniamo, ma senza risparmiare critiche. La invito a leggere gli interventi del collega Mammoliti in commissione Bilancio ed anche in aula abbiamo contestato la solita logica delle mancette. Per quanto riguarda il resto è una critica che dovrebbe rivolgere alla maggioranza».
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In che senso?
«Noi abbiamo presentato un ordine del giorno sui due argomenti. Ma come sa per arrivare alla discussione in aula c'è bisogno dei due terzi dei consiglieri. Abbiamo ritirato l'ordine del giorno sul maltempo dopo che la giunta regionale aveva avanzato richiesta dello stato di emergenza. Sulla Baker Hughes non avevamo i numeri, ma se ascolta il mio intervento in aula sentirà che ho contestato molto l'intervento del presidente Occhiuto che ha chiuso frettolosamente la questione dicendo che dovevamo parlare piuttosto di come attrarre gli investimenti in Calabria. Posizione un po' curiosa quando un investimento importante come quello della Baker Hughes sta scappando via. O mi vuol dire che anche questo è colpa delle opposizioni?»
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