Nello scontro tra l'ala governista e il cavaliere anche i parlamentari calabresi sono chiamati a schierarsi. Finora Mario Occhiuto è stato quello più vicino all'ex premier, Cannizzaro e Mangialavori stanno invece seguendo la vicenda in silenzio
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Oggi è il gran giorno. Finalmente toccherà al centrodestra salire al Colle e il percorso verso il nuovo Governo subirà un’accelerazione.
Il Quirinale si è detto pronto a mettere a disposizione le sale per il giuramento anche nel fine settimana.
C’è una montagna di problemi da risolvere a partire dalla crisi energetica e Mattarella non vuole perdere altro tempo, anche perché sarebbe salutare per la reputazione internazionale del Paese mettere fine al teatrino imbarazzante al quale stiamo assistendo in queste settimane. In proposito c’è da registrare che della delegazione di Forza Italia che salirà dal Presidente Mattarella faranno parte lo stesso Silvio Berlusconi e Licia Ronzulli.
Comprensibilmente preoccupati dalla coalizione si sono affrettati a far sapere che, proprio in quanto delegazione unitaria, dopo il colloquio decisivo con il presidente sarà la leader di Fratelli d’Italia, e solo lei, ad affrontare la stampa. Figuriamoci se questo può bastare per fermare Berlusconi dall’inventarsi chissà quale altra diavoleria comunicativa.
E se da Kiev si dicono certi che il Cavaliere faccio uso di vodka, come riporta il retroscenista del CorSera, Tommaso Labate, nei corridoi di Forza Italia qualcuno cita l’Amleto: «C’è del metodo in questa follia».
Il solito metodo sopra il rigo del Cav che però ha prodotto un risultato ovvero indebolire l’ala governista del suo partito che si stava stringendo intorno a Tajani e ribadire alla Meloni che i ministri li sceglie lui e non lei.. Le esternazioni “pirata” sui fatti della guerra in Russia gli hanno praticamente bruciato al povero Tajani ogni possibilità di succedere a Luigi Di Maio agli Esteri. A nulla è valso che il diretto interessato sia volato a Bruxelles per giurare ai suoi colleghi del Ppe di essere super-atlantista.
Tutte le opposizioni durante le consultazioni, hanno espresso allarme per la politica estera del centrodestra, così come perplessità sono state espresse da Bruxelles. Allarmi che Mattarella ovviamente non può ignorare.
Si inasprisce dunque la guerra intestina in Forza Italia rispetto alla quale anche i parlamentari calabresi sono chiamati a schierarsi. Finora il senatore Mario Occhiuto è stato quello più “filo-berlusconiano”, Cannizzaro e Mangialavori stanno invece seguendo la vicenda in silenzio.
Tutti aspettano la conclusione perché come dicevamo prima i problemi premono e non sono semplici da risolvere. Ad esempio mentre i politici sfilavano al Quirinale, nella “rossa” Piombino la gente sfilava in piazza contro il rigassificatore. In testa c’era il sindaco della città, di Fratelli d’Italia, Francesco Ferrari.
La Calabria si è detta pronta a riprendere il progetto del rigassificatore a Gioia Tauro, il presidente Occhiuto ha lanciato una idea politica interessante sul concetto di applicare l’autonomia differenziata alla produzione d’energia.
Temi urgenti, da discutere senza dimenticare i dossier dell’Agenda Calabria messa su insieme ai sindacati. Alla vigilia si pensava che viste la percentuali raggiunte la Calabria forzista potesse avere un peso nel governo, con il passare delle ore e lo scontro fra Berlusconi e la Meloni le possibilità si sono ridotte al lumicino Ora l’importante è avere un Governo con cui dialogare. Poi si tireranno le somme.