VIDEO | Il progetto di creare un unico centro di gestione regionale del settore non convince le opposizioni che con differenti motivazioni avanzano pesanti riserve sulla soluzione proposta dal presidente della Calabria. Le posizioni sul tappeto
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Sarà una seduta, quella del Consiglio regionale convocato per domani alle ore 16, sicuramente ricca di spunti che innescheranno un dibattito che si annuncia lungo e non senza spigolature. D’altra parte, benchè i punti all’ordine del giorno siano soltanto quattro, c’è da dire che di carne al fuoco ce n’è tanta.
L’ordine del giorno
L’assemblea procederà all’approvazione del “Programma di Governo” del presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, che ha racchiuso nelle oltre 40 pagine depositate a Palazzo Campanella un programma composito che abbraccia ogni ambito di attività della cittadella.
Si passerà poi all’analisi del Bilancio di previsione. Provvedimento molto atteso e la cui approvazione eviterà all’Ente di andare in esercizio provvisorio. Il “Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria per gli anni 2022-2024 si sostanzia in una manovra da 6,3 miliardi di euro che descrive un Bilancio ingessato che per oltre il 62% del suo totale è fagocitato dal servizio sanitario regionale.
Gli altri due punti in discussione sono rappresentati da due proposte che riguardano il mondo della sanità. Su iniziativa del presidente Filippo Mancuso sarà messa ai voti la proposta di legge che guarda all’unificazione delle Aziende ospedaliere "Pugliese Ciaccio" e "Mater Domini" di Catanzaro attraverso un protocollo d'intesa tra il Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro ed il Rettore dell'Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro.
Ma la vera novità è rappresentata dalla creazione dell’Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria, denominata Zero. L’obiettivo del governo Occhiuto è riorganizzare ed efficientare il sistema della sanità, per migliorare la qualità e le prestazioni sanitarie, provando a superare la frammentazione del settore. L’idea del presidente è quella di «costruire un unico cervello capace di accentrare la capacità amministrativa di tutte le Aziende Sanitarie, svolgendo per conto di esse le funzioni che altrimenti le aziende non riescono a svolgere».
Grandi manovre su Azienda Zero
Quello del governo regionale è senza dubbio un obiettivo ambizioso, capace di stravolgere gli assetti della sanità regionale, che già sta dividendo il Consiglio. Occhiuto dovrà tranquillizzare i consiglieri di opposizione, ma anche i più perplessi tra i suoi.
Il presidente ha già spiegato con un filo d’ironia un concetto chiave: «Non c'è una riduzione del numero, c'è la costituzione di questa azienda che di fatto sarà una sorta di agenzia Certo, le Aziende sanitarie faranno meno di quello che hanno fatto fino ad ora dal punto di vista amministrativo, ma non mi pare che abbiano brillato per capacità organizzative».
Dalla maggioranza, in una sorta di mutuo soccorso, la Lega – che con Mancuso è impegnata a perorare la causa della fusione tra “Pugliese Ciaccio” e “Mater Domini” – sostiene l’idea del capo dell’esecutivo. «Molti pensano – è scritto in una nota del commissario regionale Giacomo Saccomanno - all’accentramento del potere in mano del Commissario alla sanità, già presidente della Giunta Regionale. Molti insinuano che trattasi di una modalità per rafforzare il potere di controllo della sanità in Calabria. Tutto errato! Per quei pochi che conoscono seriamente il sistema sanità Calabria è comprensibile la necessità di modellare la nuova gestione con una struttura che possa controllare la spesa, che possa monitorare l’efficienza o meno, che possa, sostanzialmente, avere un quadro di insieme per migliorare, appunto, la degradata sanità calabrese».
Insomma, per Saccomanno, bene ha fatto il Presidente Roberto Occhiuto «a mettere un freno ad un sistema pazzo che non solo ha aumentato i costi e non ha consentito nessun controllo, ma ha impedito una politica di sviluppo e crescita dell’offerta sanitaria». Concetto rafforzato dal parallelo che il commissario della Lega fa con le regioni dove è stata utilizzata l’Azienda Zero: «Ci si può rendere conto di come i benefici siano rilevanti e come sia possibile, con tale sistema, migliorare e controllare il satellite della sanità. Ma in Calabria è indispensabile individuare le persone adatte e che abbiano sia la competenza, che la volontà e capacità di percorrere una strada difficile che deve eliminare privilegi, ruberie, clientele e raccomandazioni».
L’opposizione annuncia battaglia
Su Azienda zero, l’aria che tira dalle parti delle opposizioni questa volta è tutt’altro che conciliante. Il centrosinistra annuncia una posizione molto critica sul provvedimento. Le riunioni si susseguono, anche perché il tempo a disposizione per analizzare il progetto perorato da Occhiuto sono stati stretti. C’è da dire che il presidente insieme al sub commissario Bortoletti aveva parlato di “Zero” già nel corso della conferenza dei capigruppo di lunedì 6 dicembre, ma oggi i consiglieri vogliono vederci chiaro, soprattutto nel merito della proposta. E in tal senso, mentre in queste ore è serrato il confronto tra i gruppi del centrosinistra con Nicola Irto, Amalia Bruni e Davide Tavernise, impegnati a concordare la linea da assumere in aula, proprio domani mattina, prima della seduta assembleare il centrosinistra farà il punto insieme a tutti i consiglieri.
Di carattere procedurale, invece, le contestazioni mosse dal Polo civico di de Magistris, che nel calderone delle cose da non fare ci mette anche la proposta di fusione degli ospedali di Catanzaro. Con nota formale Ferdinando Laghi e Antonio Lo Schiavo hanno chiesto al governo nazionale e alla procura della Corte dei conti di diffidare il Consiglio regionale della Calabria affinché non approvi, «in quanto contrarie alle norme vigenti», le due proposte di legge sulla sanità, una sull’istituzione dell’Azienda Zero, «con cui la maggioranza di centrodestra ignora e scavalca la gestione governativa, delegata, del Piano di rientro»; l’altra, volta a riunire l’ospedale di Catanzaro con il policlinico universitario Mater Domini, che, oltre a violare precise norme statali, ha «il fine elusivo» di garantire a quest’ultimo «il solito finanziamento fuori misura» e di «non dotarlo delle necessarie strutture del Dea di primo e secondo livello, ostacolando la compiuta formazione degli studenti di Medicina».
Per Lo Schiavo e Laghi l’Azienda Zero mira a creare solo «un mega centro di potere funzionale a gestire la spesa surrogando la Stazione Unica Appaltante» mentre il suo iter legislativo «configura un grave vulnus procedurale», in quanto, «mancando l’urgenza, doveva partire d’obbligo dalla Terza commissione consiliare».
Ma non solo, perché contestazioni sono avanzate anche sulla «assoluta genericità contabile, in netto contrasto – sottolineano i due consiglieri regionali – con i princìpi elementari della contabilità analitica e patrimoniale».