VIDEO | Il consigliere regionale ha presentato un’interrogazione al presidente della giunta evidenziando la necessità di fermare l’iter del trasferimento del servizio idrico alla Regione, in attesa dell'esito dei ricorsi presentati dai sindaci
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È necessario sospendere le procedure di trasferimento del servizio idrico alla Regione in attesa di chiarimenti normativi ed organizzativi indicati nei ricorsi al Tar presentati dai Comuni calabresi. È l’auspicio e la richiesta avanzata dal consigliere regionale Antonino Lo Schiavo, oggi al gruppo misto, che ha depositato a Palazzo Campanella un’interrogazione a risposta immediata rivolta al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, in ordine alla nuova Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria (Arrical) e alla gestione del sistema idrico calabrese.
I ricorsi dei sindaci
D’altra parte La situazione che si è venuta a creare dopo la nascita di Arrical presenta, per Lo Schiavo, che lo aveva segnalato già in Consiglio regionale, più di una criticità, ma è soprattutto la levata di scudi di molti sindaci calabresi che hanno presentato ricorso al Tar contro la Regione, a preoccupare.
«Il cambio di governance – fa notare Lo Schiavo - determina nuovi scenari, sia in ordine alla situazione contabile dei Comuni sia per quanto concerne la gestione operativa di manutenzione e gestione delle reti. Nel ricorso al Tribunale amministrativo regionale, i sindaci calabresi hanno osservato, tra le altre cose, che “il gestore unico regionale non può escludere dalla gestione del servizio idrico integrato pezzi del sistema e subentrare soltanto in alcuni di essi, quali la bollettazione e la riscossione della tariffa, lasciando la gestione dell’intero servizio idrico integrato ai Comuni che, conseguentemente, ne devono sopportare i costi”.
In questi ricorsi, poi, è evidenziato un elemento di incostituzionalità in quanto la disposizione che vuole Sorical quale gestore unico del servizio idrico integrato entrerebbe in palese violazione dell’autonomia finanziaria riconosciuta agli Enti locali e, anche, del comma 6 dell’articolo 119 della Costituzione per il quale i Comuni “possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento”».
Ad avviso di Lo Schiavo c’è stato fino al momento un «serio problema di coordinamento tra Regione ed Enti locali e uno scarso coinvolgimento dei sindaci nell’operazione. Così come non passa inosservato – sottolinea ancora il consigliere regionale - il fatto che la nomina del direttore tecnico di Arrical, di diretta emanazione del presidente, svuoti di senso il ruolo dei primi cittadini, facendo venir meno il principio di leale collaborazione fra Regione e Comuni ai quali si chiede oggi di aderire».