La nomina del primo direttore generale dell'Autorità idrica calabrese, Francesco Viscomi, rimane un caso e, questa volta, le bordate arrivano da un ex dirigente della regione, Fernando Bafaro. Dopo le contestazioni espresse dal delegato di Cosenza Vincenzo Granata, che aveva spiegato quelli che secondo lui sarebbero i vizi nell'iter concluso il 30 novembre - con il presidente Spirlì che avrebbe garantito l'obbligatoria intesa solo successivamente all'assemblea convocata - si apprende di un accesso agli atti effettuato dall'ex dipendente della Cittadella.

Bafaro, che precisa come il suo sia uno dei 16 curriculum al tempo selezionati - ma di non essere più interessato alla nomina di direttore - arriva a minacciare la presentazione di un esposto alla Procura di Catanzaro e alla Corte dei conti, qualora i vertici dell'Aic non soddisfino fino in fondo la richiesta di atti da lui effettuata il 3 dicembre. L'ingegnere lamenta inoltre che nella risposta al suo accesso, lo stesso direttore Viscomi non avrebbe rilasciato tutto l'incartamento richiesto - «priva di due atti» sarebbe l'incartamento fornito - aggiungendo anche un'altra stoccata all'indirizzo del suo ex collega: «Non si comprende poi come un candidato ritenuto idoneo alla nomina di direttore possa svolgere le funzioni di segretario e sottoscrivere la deliberazione della propria nomina».

Bafaro articola la sua nota, indirizzata lunedì scorso al facente funzioni Spirlì e al presidente dell'Autorità, Marcello Manna, attraverso 6 macro rilievi con cui documenterebbe la mancanza di requisiti in capo al direttore nominato. «L'ingegnere Francesco Viscomi - asserisce Bafaro - non ha mai svolto funzioni dirigenziali, nè tantomeno ha superato un concorso per l'accesso alla dirigenza nella pubblica amministrazione per come previsto dalla normativa vigente».