«Non c’è alcun testo che sia passato dal Consiglio dei ministri o del Parlamento con il contenuto dell’autonomia differenziata, quindi siamo in una fase di non allarme. È evidente che ci sono sempre spinte diverse in questa nostra Italia, che è variegata, ma noi presidiamo il Sud e il nostro Mezzogiorno». Così il sottosegretario per il Sud e la Coesione territoriale, Dalila Nesci, parlando con i giornalisti a margine dell’incontro istituzionale che questa mattina ha avuto con alcuni sindaci del Crotonese, a Cirò Marina. «Noi dobbiamo difendere il nostro territorio con una perequazione che porti equità territoriale, quindi, innanzitutto i livelli essenziali delle prestazioni, poi si potrà parlare di altro, più in là».

L’incontro con i sindaci

Ad attendere Nesci, a Cirò Marina, una decina di sindaci della provincia di Crotone, che hanno portato le istanze dei territori in materia di infrastrutture, viabilità, rifiuti, sanità. Tutte questioni che frenano lo sviluppo economico della zona, nonostante sforzi, impegno e investimenti: «È inutile parlare di turismo e di agricoltura se non abbiamo le infrastrutture. Noi sindaci faremo squadra, come già facciamo da tempo, affinché ci sia un miglioramento infrastrutturale del territorio» ci dice Umberto Lorecchio, appena rieletto per la terza volta alla guida dell’amministrazione comunale di Pallagorio.

I disagi maggiori riguardano i centri dell’entroterra: «Le nostre non sono strade ma mulattiere» tiene a precisare il sindaco di Verzino, Pino Cozza, che a Nesci ha rappresentato anche un’altra esigenza, «quella della sanità che ormai nei nostri paesi non esiste più». Piccoli centri, che vanno sempre più spopolandosi a causa della carenza dei servizi essenziali, però «è anche vero che abbiamo eccellenze e peculiarità che vorremmo venissero nuovamente sfruttate».

Coniugare legalità e sviluppo

Nesci ascolta gli interventi dei sindaci - «sono l’avamposto dello Stato» dice -, prende appunti e promette di portare all’attenzione del Governo «le istanze che sono quelle cruciali dei servizi essenziali. Come Governo metteremo in campo azioni concrete per coniugare legalità e sviluppo, solo così la Calabria potrà ripartire. Nell’area del Cirotano è particolarmente doveroso garantire adeguati presidi di sicurezza e con questo incontro abbiamo avviato una interlocuzione specifica, anche con il prefetto, Carolina Ippolito».

In vista del successivo incontro con le aziende vitivinicole e di promozione turistica della zona, aggiunge: «Questo è un territorio di cultura e capacità produttiva, che deve rafforzare la sua identità e la filiera vitivinicola sicuramente può essere un punto di eccellenza per l’intera Calabria».

Un passaggio anche sulla sanità, «uno di quei servizi essenziali che vanno garantiti. Come Governo ci siamo impegnati a dare assunzioni e risorse a questa regione e stiamo mettendo in chiaro le condizioni per uscire dal commissariamento».

Le minoranze linguistiche

«Il Contratto istituzionale di sviluppo per la Calabria sarà una grande opportunità di rilancio per tutti i Comuni, perché oltre a stanziare risorse aggiuntive sono anche previste procedure velocizzate per l’attuazione dei progetti. Particolare attenzione verrà riservata allo sviluppo del tessuto economico, che nel Cirotano è rappresentato egregiamente dalle eccellenze vitivinicole, e dal comparto del turismo culturale. Tra gli ambiti del Cis Calabria - ha detto nel suo intervento - abbiamo voluto inserire anche gli interventi a favore delle minoranze linguistiche e del loro patrimonio storico di tradizioni che, come nel caso del Müze di Pallagorio che la piattaforma Fili Meridiani ha voluto dedicare all’Alberia crotonese, rappresenta un valore aggiunto».

Il Pnrr

«Grazie al Pnrr - ha proseguito - abbiamo stanziato 2 miliardi di euro nei prossimi anni per dare impulso alla Strategia nazionale per le aree interne e 1 miliardo di euro subito disponibile per il Piano nazionale Borghi. Le infrastrutture rivestono ovviamente un ruolo strategico e per questo, oltre a destinate il 50% dei fondi infrastrutturali del Pnrr al Sud, abbiamo previsto anche un ulteriore fondo di perequazione che consentirà di ridurre il divario rispetto al Centro-Nord».

Per sfruttare al meglio le risorse disponibili, bisogna predisporre la necessaria e adeguata progettazione, ma spesso gli enti locali sono a corto di personale e rischiano di perdere somme importanti: «Oltre ad un apposito fondo da 123 milioni di euro che consentirà ai Comuni di acquisire idee e proposte stiamo procedendo anche con le assunzioni. Sono già state assunte 800 persone con le sedi assegnate. Proprio ieri sera, poi, è uscito un altro concorso per 2.022 unità nelle pubbliche amministrazioni del Sud Italia». Per Nesci, la riuscita del Pnrr dipende «dalla capacità che avranno i Comuni di progettare ed è lì che stiamo mettendo risorse, in quella pubblica amministrazione che ha subito i tagli dell’austerity».

Il reddito di cittadinanza

Infine, l’esponente di Governo difende il reddito di cittadinanza: «Durante la pandemia ha garantito la tenuta sociale. In tanti vorrebbero abolirlo, noi lo difendiamo, ma sappiamo che la parte che riguarda le politiche attive sui territori deve migliorare perché abbiamo realizzato un progetto di avanguardia legislativa, sapendo però che i centri per l’impiego non erano ancora in grado di rispondere alle richieste di lavoro e di incrocio tra datori e lavoratori. Abbiamo messo in campo risorse per riqualificare i centri per l’impiego, ma nessuno le ha utilizzate: dire che il reddito di cittadinanza non funziona quando non sono state utilizzate queste risorse è quantomeno scorretto».