“Non ci scassate ‘o paese” era lo striscione di apertura della manifestazione nazionale che nel weekend ha sfilato per le vie di Napoli per ribadire una ferma opposizione al Ddl Calderoli. Sono affluiti amministratori e cittadini da tutto il meridione nel tentativo di sortire un qualche effetto sul Governo, intenzionato a non fare sconti e a portare a casa la riforma epocale.

Sabato 23 marzo la mobilitazione si sposterà a Cosenza. In una recente intervista Massimiliano Ianni, segretario della Cgil Cosenza, aveva dichiarato: «Perdere un giorno di scuola o una lezione all’università non è la fine del mondo. L’opposizione all’Autonomia Differenziata deve essere una battaglia che deve vedere partecipe tutti, giovani e meno giovani, ricchi e poveri, uomini e donne, lavoratori e disoccupati».

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A differenza di quanto avvenne quasi un anno fa, tuttavia, non avrà al proprio fianco i confederati della Uil. «Nessuna rottura con la Camera del Lavoro bruzia - dice al nostro network il segretario provinciale Paolo Cretella -. I rapporti restano cordiali, di piena sinergia di intenti sull’argomento. Soltanto che abbiamo un’idea diversa sul corteo».

Cretella, quale è questa idea differente?
«Siamo del parere che replicare l’iniziativa di giugno non abbia senso, perché in questo momento è più utile parlare con la gente e spiegare loro i danni che creerebbe l’applicazione dell’Autonomia differenziata. Molte persone non hanno idea di cosa contenga il ddl Calderoli. Ecco perché riteniamo la manifestazione una forma di protesta già adottata».

Cosa suggerisce?
«Di passare ad altri strumenti. Il comizio non fa breccia nella popolazione e chi lo ascolta è già informato sull’argomento. I cartelloni e gli striscioni sono importanti e creano interesse, ma non bastano più. È chiaro, e lo dico a scanso di equivoci, che continuiamo ad essere fermi sostenitori del fronte del no».

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La Cgil come l’ha presa?
«Nessun fraintendimento, i rapporti restano cordialissimi con il sindacato e con le altre associazioni organizzatrici dell’evento. Ci guardiamo bene dal criticare chi scende in piazza, ma abbiamo optato per altre forme. Anche a livello nazionale stiamo ragionando su come muoverci. Manifestare solo su Cosenza, inoltre, potrebbe non essere utile a far cambiare strada ad un percorso che purtroppo sembra lanciato».

Cretella, a quali forme di protesta alternative sta pensando la Uil?
«A momenti di riflessione sui territori. Se non facciamo capire alla gente di cosa parliamo, è finita in partenza. Stiamo valutando l’opportunità di sistemare degli stand fissi nelle piazze. Se il ddl Calderoli andasse in porto come pare, dovremo essere pronti al dopo. Attuare l’Autonomia differenziata senza la garanzia dei livelli essenziali non può implicare alcun tipo di accordo. Non sarebbe l’autonomia prevista dalla Costituzione, ma una secessione. Mi pare anche che la politica calabrese abbia iniziato a rompere la logica di partito su questo argomento».

Che messaggio lancia la Uil a chi sabato sfilerà per le strade di Cosenza?
«Dopo il 23 saremo disponibili a lavorare fianco a fianco alla Cgil e alle associazioni come sempre. Il sentiero, per sovvertire destino tracciato, sarà di sicuro comune».