Il governatore calabrese e un gruppo di parlamentari meridionali sarebbero al lavoro per correggere il disegno di legge: l’indiscrezione rilanciata da Repubblica. Il rischio di uno scontro con la Lega è altissimo: l’intervento farebbe slittare il via libera a dopo la scadenza elettorale
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Sulla sanità lo scontro è apertissimo, per l’Autonomia differenziata il sabotaggio ai piani della Lega sarebbe in procinto di materializzarsi con una regia calabrese. In Consiglio regionale il dialogo tra centrodestra e centrosinistra sul ddl Calderoli si è aperto con rinvio a una prossima seduta e tentativo di trovare la convergenza su un documento comune.
In Parlamento, invece, potrebbero presto arrivare a sintesi le perplessità dell’ala meridionale della maggioranza. Secondo un retroscena rilanciato da Repubblica, il governatore Roberto Occhiuto sarebbe al lavoro assieme a una pattuglia di parlamentari meridionali di Forza Italia per presentare un emendamento che corregga il disegno di legge per riequilibrare un approccio finora troppo sbilanciato a favore delle Regioni del Nord. I tempi non sono strettissimi: i parlamentari azzurri hanno una settimana di tempo per presentare la norma nel dibattito che si aprirà alla Camera.
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Sullo sfondo, oltre alle questioni tecniche, c’è un ragionamento politico: l’ok alla riforma farebbe perdere consenso agli azzurri nel Sud del Paese e rallenterebbe il sorpasso progettato (e confortato dai sondaggi) ai danni degli alleati del Carroccio. Per quanto lineare, l’idea non è priva di pericoli: la blindatura del testo sull’Autonomia differenziata è stata chiesta dal vicepremier Matteo Salvini. Spezzarla sarebbe come recidere uno dei patti chiave della maggioranza di governo. Il ministro delle Infrastrutture vuole il via libero al ddl entro il 9 giugno per portarlo in dote alle elezioni europee. Uno stop e lo slittamento dell’ok sarebbero una sorta di sfiducia per la sua linea, già traballante nel partito dopo gli ultimi inciampi elettorali.
Questo lo scenario, ma le prime avvisaglie sono arrivate nei giorni scorsi. Il segretario di Forza Italia Antonio Tajani ha ragionato sul futuro dell’Autonomia, spiegando che «durante il dibattito dobbiamo sistemare alcune questioni che riguardano la tutela della salute». Non proprio una dichiarazione bellicosa, ma «sistemare alcune questioni» equivale a rinviare l’approvazione definitiva a una data successiva al 9 giugno, giorno della consultazione per il Parlamento europeo.
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La risposta, affidata a Igor Iezzi, capogruppo della Lega in commissione Affari costituzionali, centra il cuore della questione: «Modificarla oggi vorrebbe dire tornare al Senato, quando siamo a un passo dall’approvazione definitiva». Forza Italia ipotizza una correzione, il Carroccio la vede come il fumo negli occhi. L’ennesima divergenza lungo la strada che porta al voto europeo. Altra variabile: l’ostruzionismo delle opposizioni. Pd e Movimento Cinquestelle hanno già chiarito che faranno le barricate. Il loro lavoro, assieme ai tempi stretti per l’approvazione e all’intasamento dei lavori per l’arrivo di altri decreti, potrebbe far saltare tutto senza bisogno che lo scontro deflagri nel centrodestra. Ci sperano, in fondo, sia Forza Italia che Fratelli d’Italia.