Inizia con oltre due ore di ritardo rispetto alla convocazione, il Consiglio regionale di oggi impegnato in un atteso dibattito sul tema dell’autonomia differenziata che, nonostante gli sforzi dell’una e dell’altra parte, continua a dividere non solo maggioranza e opposizioni, ma anche il centrodestra, arrivato fin troppo sfilacciato all’appuntamento. Alla fine, né una mozione né un ordine del giorno, ma un documento che la maggioranza ha scelto di far presentare all’aula ad una forza – Azione – che non è organica al governo nazionale. Il documento non sarà votato dalle opposizioni ma neanche dalla Lega, o meglio sarà votato soltanto da Molinaro.

Giuseppe Graziano ha preso la parola dopo l’intervento di Occhiuto, sostenendo che in alcune parti il Ddl Calderoli sia votato alla secessione, ma in altre no. «Su questo dobbiamo intrufolarci e da quest’aula possiamo lanciare un appello costruttivo per modificare il testo in seconda lettura». Graziano (Azione) ha quindi presentato un documento per attivarsi affinché i diritti sociali e civili siano garantiti a tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale, ricalcando quanto firmato nelle scorse settimane per le materie con o senza definizione di Lep e chiedendo di fornire anche una valutazione dell’impatto che avrebbero su tutte le regioni eventuali intese raggiunte con singole regioni.

La cosa ha fatto infuriare le opposizioni che hanno bollato il documento come funzionale alla sola maggioranza. Il capogruppo dem ha quindi chiesto di inserire all’ordine del giorno la vecchia mozione preparata dalle opposizioni, cosa che è stata negata in un primo momento. Il voto sul documento, poi, ha palesato le contraddizioni all’interno della maggioranza, con i consiglieri della Lega Mattiani e Gelardi (capogruppo) che non votano il documento che aveva l'imprimatur di Occhiuto, mentre votano a favore Molinaro e il presidente del Consiglio regionale Mancuso, che ormai è quasi fuori dal Carroccio, essendo dato per certo il suo imminente ingresso in Forza Italia.

Naturalmente il presidente Roberto Occhiuto è stato l’ultimo ad intervenire nel dibattito, esordendo col dire che il dibattito sul tema è molto complesso, soprattutto per il centrodestra. «Sarei felice se si potesse approvare un documento unitario, ho apprezzato molti interventi tra maggioranza e opposizione, soprattutto di chi ha discusso del merito della riforma».

È questo il fulcro del suo intervento - «una cosa è fare il capo popolo un’altra è provare a cambiare le cose», dice – durante il quale ribadisce: «La mia posizione è sempre la stessa, il tema che rimane da affrontare è quello delle materie per cui non si devono quantificare i Lep, come per esempio il commercio estero e i rapporti internazionali. La cosa che ho chiesto al mio partito è una modifica per prevedere che anche su queste materie si faccia una valutazione di impatto. Ho anche spiegato che è giusto dare al Parlamento il tempo giusto e congruo che merita. Ci sono 1600 emendamenti che non si possono discutere in due giorni».

Il presidente riflette quindi sul tipo di approccio al tema: «Che risultati ha dato negli anni scorsi la mera rivendicazione? Ha aumentato solamente la sperequazione. Sono molto orgoglioso del fatto che in questi due anni quello che si è fatto è molto di più di quello fatto precedentemente, ma molto poco rispetto a quello di cui ha bisogno la Calabria. Bisogna quindi essere capaci di avere un approccio che non è quello di Masaniello ma di chi discute le cose nel merito per tentare di migliorarle».

«Ho il dovere di spendere il mio ruolo non solo per avere qualche applauso – ancora Occhiuto - ma di lavorare per migliorare il testo che non prevedeva le intese con le Regioni solo dopo la definizione dei Lep. Questa modifica l’ho chiesta io. Ho sempre detto che su questa legge, che attua una riforma, c’è molta ipocrisia perché anche quelli che cavalcano il no dimenticano i disegni di attuazione dell’articolo 116 della Costituzione dal centrosinistra. Pochi ricordano che ci sono regioni di centrosinistra nel Nord e nel Sud che hanno chiesto di fare intese ai sensi dell’articolo 116. Per quanto mi riguarda da parte mia ipocrisia non ce n’è stata. La mia posizione l’ho tenuta sempre in maniera opposta a quelle che erano le opportunità. Non ho pregiudizi sull’Autonomia differenziata a livello locale, ma ai media nazionali ho mostrato sempre quelle che erano le perplessità».

L’auspicio di Occhiuto, di arrivare ad una pronuncia comune, non si avvera per il momento. Si lavora ancora per smussare angoli e mettere a tacere i mal di pancia. I lavori vengono sospesi.