Non è nell’agenda del Consiglio regionale convocato per domani alle 13, ma è di certo il tema sempre caldo dell’autonomia differenziata a tenere banco nel dibattito politico nazionale e locale, a maggior ragione dopo la presa di posizione ufficiale dei vescovi calabresi che proprio nella domenica delle Palme hanno licenziato un documento inequivocabile che cristallizza la posizione critica della Chiesa nei confronti del Ddl Calderoli, anche attraverso una vera e propria chiamata indirizzata ai parroci per promuovere forme di mobilitazione democratica che leghino solidarietà e giustizia. 

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È quindi facile immaginare che una parte del dibattito a Palazzo Campanella sarà dedicata al tema, anche perché proprio il documento dei pastori calabresi sembra aver messo in crisi la maggioranza di centrodestra che pure nei giorni scorsi aveva chiaramente fatto sentire la sua voce con una riunione in cui si faceva esplicito riferimento al finanziamento dei Lep per poter immaginare l’inizio del processo di devoluzione delle materie da affidare alle regioni, ed anche per quelle non regolate dal finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni.

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Da parte sua il Partito democratico si sta preparando alla battaglia politica, cavalcando anche la posizione dei vescovi, e annunciando la presentazione di una mozione contro «una riforma che spacca in due il Paese e nega ogni sviluppo al Sud mettendo al bando ogni forma di solidarietà nazionale». In tal senso i dem chiederanno al presidente Occhiuto di «attivare i passaggi necessari per dare impulso ad una iniziativa legislativa da presentare direttamente alle Camere».

La mozione sarà sicuramente inserita nei lavori di domani ma è quasi scontato che la maggioranza non la farà passare, anche perché come detto il documento dei vescovi ha fatto breccia nelle coscienze di molti consiglieri. Sono d’altra parte diversi i mal di pancia che si stanno registrando nelle ultime ore tra chi ha forti ripensamenti sull’impianto della Riforma, chi vorrebbe un documento comune del Consiglio e chi vuole semplicemente bocciarla. Anche perché negli ultimi giorni ha fatto sempre più presa nel centrodestra la riflessione circa l’applicabilità della stessa Riforma Calderoli, che ora, riferiscono fonti qualificate di palazzo, viene definita troppo complessa e politicamente difficile da gestire.

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Intanto però a gettare acqua sul fuoco è il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi che pur escludendo che Fratelli d’Italia e la premier Meloni possano consentire mai un'autonomia che penalizzi il Sud, ritiene ormai indispensabile un confronto aperto con il mondo della Chiesa e con tutte le istituzioni, sindaci compresi, perché dal dialogo – conclude il parlamentare - si comprendono tante cose.