La legge sull’autonomia differenziata ha fortemente diviso la politica. Il coro di chi è contrario alla riforma si fa sempre più fitto. Resta però il problema di come rendere la protesta incisiva. 

Settanta sindaci calabresi hanno firmato un documento per intimare al presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto di impugnare la legge sull’autonomia differenziata dinanzi la Corte Costituzionale. Ne abbiamo parlato con Orlandino Greco, sindaco di Castrolibero, fondatore di Idm che alle scorse Europee ha siglato un accordo elettorale con la Lega.

Greco, cosa pensa di un eventuale ricorso alla Consulta?
«Non sono un giurista quindi non mi faccia sbilanciare su queste cose. Però una cosa la vorrei dire. La legge sull’autonomia è stata approvata alla Camera lo scorso 19 giugno e promulgata dal Capo dello Stato il 26 successivo. Inaspettatamente, appena sei giorni dopo sui trenta a sua disposizione a mente della Costituzione. Quindi la legge entrerà in vigore il prossimo 13 luglio, fra pochissimo».

Torniamo allora al merito politico. Che ne pensa, da sindaco, dell’appello dei 70 suoi colleghi calabresi?
«Lo ritengo rumoroso, tanto da essere considerato un passo di taluno dei promotori per una prossima candidatura a presidente della Regione Calabria. A parte questo, lo considero immotivato e fuori bersaglio. Nel concreto del gioco delle parti, l’istanza mi appare il prodotto dell’incoscienza della peggiore politica».

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Non le sembra di esagerare?
«Affatto. Il centrosinistra - quello che nel 2001 pretese di insediare l’autonomia differenziata nella Costituzione, vigente quel governo Amato II con ministro per le Regioni il calabrese Agazio Loiero - ha infatti deciso di dare battaglia alla propria idea di ieri solo perché attuata da una maggioranza di centrodestra, più precisamente dal ministro Roberto Calderoli».

Il centrosinistra oggi dice che pensava ad una idea diversa di autonomia…
«In realtà l’“idea di ieri” del governo Amato II è stata consolidata nel tempo nell’assoluto immobilismo, così come il federalismo fiscale che in tanti però mettono erroneamente insieme all’autonomia differenziata. Ciò nonostante il centrosinistra ebbe a garantire l’astensione di tutti i suoi parlamentari all’allora ddl delega “Calderoli” che divenne così la legge 42/2009, così come ad assicurare il consenso ai decreti delegati, tutti attuativi per l’appunto del federalismo fiscale. Quindi tutto questo agitarsi mi pare un tentativo di tirare la giacchetta al premier regionale Roberto Occhiuto da parte di 70 primi cittadini, tutti di centrosinistra, alcuni dei quali pretendenti a prendere nel 2026 il suo posto».

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Al di là della possibile strumentalizzazione che vi legge, l’appello però incarna un sentimento diffuso nella gente…
«L’iniziativa è da non condividersi neppure nell’interesse pubblico dai medesimi rappresentato. Tutt’altro. Io penso che l’autonomia differenziata con le giuste garanzie costituzionali previste nella legge sia da stimolo per i territori e soprattutto sia in grado di selezionare la classe dirigente. Pensi alla sanità per la quale le regioni da tempo hanno autonomia. È colpa di questa autonomia se da anni non riusciamo a costruire i nuovi ospedali o questo è figlio di una incapacità della nostra classe dirigente. Ho già avuto modo di dire che in Calabria non esiste un problema di scarsità delle risorse, c’è il problema di avere la capacità di spenderle».

C’è chi dice però che con l’autonomia differenziata di risorse ce ne saranno sempre meno…
«Non è così perché la legge finalmente mette in soffitta quello che è sempre stato un problema delle nostre città ovvero il criterio della spesa storica che non permetteva nessun margine di crescita e sviluppo. Il meccanismo di oggi è molto chiaro. Prima di attuare l’autonomia devono essere non solo individuati ma anche finanziati i Lep. Per farlo bisogna individuare i costi standard dei singoli servizi. Mettiamo ad esempio i servizi sociali. Una volta definiti i costi standard si tratterà di stabilire se le Regioni con il loro gettito fiscale saranno in grado di finanziarli. Se la risposta è no allora subentra il fondo perequativo a mettere le risorse mancanti da trovare nei bilanci annuali dello Stato. A quel punto per gli amministratori non ci saranno più alibi. Penso che il primo effetto dell’autonomia differenziata sarà proprio un invito a lavorare per il benessere collettivo, indipendentemente da chi lo ha dimenticato per decenni e da chi invece tiene a realizzarlo, al fine di garantire i diritti di cittadinanza. Tutto il resto mi pare propaganda politica». 

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Visto che non è d’accordo con la presa di posizione dei suoi colleghi sindaci, allora cosa ha intenzione di fare?
«Il tema è che l’autonomia differenziata non può non essere condivisibile se attuata con le garanzie costituzionali dei Lep e dei Lea, perché è l’unico strumento che supera di fatto la spesa storica. Come sindaco e come fondatore di Idm noi saremo sentinelle della Costituzione. Saremo vigili e concreti difensori del Sud affinché il Meridione abbia quello che gli è sempre mancato. In concreto continueremo a fare battaglie sul fondo perequativo, le infrastrutture che mancano a partire dall’alta velocità, sulle infrastrutture sanitarie e altro. Faremo battaglie quindi di concretezza e non basate sulle magliette politiche».