Nuovo appello dei cinque sindaci dei comuni capoluogo che incalzano il governatore: «Occhiuto ha l'occasione di dimostrare di essere dalla parte del suo popolo»
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«Le Regioni Emilia Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Sardegna si apprestano a chiedere il referendum abrogativo della legge Calderoli». A sottolineare la notizia sono i cinque sindaci dei Comuni capoluogo della Calabria, in una nota firmata congiuntamente i primi cittadini - Franz Caruso, Giuseppe Falcomatà, Nicola Fiorita, Enzo Romeo e Vincenzo Voce - continuano a tenere alta l'attenzione sulla legge dell'autonomia differenziata per chiedere un intervento diretto anche della Calabria.
«Da sole bastano ma la Calabria non resti a guardare e si associ a queste Regioni, deliberando un'analoga richiesta, trasformando in azione concreta la contrarietà espressa dal presidente Occhiuto» si legge nella nota. «Serve anche il ricorso alla Corte Costituzionale, probabilmente su singoli articoli della legge, ma intanto c'è bisogno di questo forte atto politico. Il presidente Occhiuto ha l'irripetibile occasione per dimostrare di essere dalla parte del popolo calabrese e non essere condizionato dalla sua appartenenza partitica. Insieme possiamo fermare il disegno leghista di spaccare il Paese».
Il nuovo appello fa seguito al precedente con cui era stato chiesto al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e al presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, di impugnare la legge dinnanzi alla Corte Costituzionale, a cui hanno aderito oltre cento primi cittadini calabresi.
Una istanza, tuttavia, accolta tiepidamente dal governatore che aveva genericamente fatto riferimento ad una discussione in Consiglio regionale. «Di certo non mi iscrivo al Pd» aveva chiarito a margine di una iniziativa in Cittadella, «appena sarà promulgata evidentemente il Consiglio regionale ne discuterà».
Azione: «Ecco i primi effetti di una riforma porcata»
«Autonomia differenziata, falsi patrioti e sovranisti ci hanno raccontato solo frottole. È di ieri sera, infatti, la notizia che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha chiesto al Governo il trasferimento immediato delle competenze per la gestione di tutte le materie non necessitanti dei Livelli essenziali di prestazione (Lep). Le perplessità che avevamo evidenziato più volte in queste settimane, e che ci avevano spinto a presentare al Consiglio regionale una proposta (votata all’unanimità) per chiedere ai parlamentari di bloccare questa porcata di riforma, si sono palesate tutte e subito». È quanto dichiarano il segretario e il presidente di Azione Calabria, Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano, tornando a manifestare preoccupazioni sugli effetti e le ripercussioni immediate che la legge sul regionalismo differenziato potrà innescare, ad effetto domino, in tutte le Regioni con danni incredibili per quelle meridionali.
«Porti, aeroporti, strade, autostrade, Protezione civile, import/export, banche rurali e tanti altri servizi fino ad ora centralizzati e governati dallo Stato – sottolineano i massimi dirigenti di Azione Calabria - con l’Autonomia differenziata passano d’emblée alle Regioni. Ora, che lo facciano il Veneto, la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Piemonte che sono regioni con molti più contribuenti, con Pil importanti e reddito pro capite elevato, ci sta. Ma la domanda continua a rimanere sempre la stessa: come faranno le regioni meridionali a gestire da sole queste materie? Ma davvero si può pensare che la Regione Calabria abbia risorse proprie per manutenere e gestire le autostrade? Ma davvero si può immaginare che in un prossimo futuro, quando la riforma andrà a pieno regime, la nostra Regione, massacrata da più di dieci anni di commissariamento, possa offrire ai medici contratti di lavoro più convenienti rispetto a quelli che gli offrirà la Toscana? La risposta è no! L’effetto sarà la desertificazione totale del Sud. Per fermare questo abominevole piano c’è una soluzione, è il referendum. Azione a breve inizierà la raccolta firme per chiedere la chiamata alle urne per l’abrogazione della legge sul regionalismo differenziato. Allora, poi, dovremo essere uniti, compatti, far leva sul vero patriottismo e chiedere agli italiani, tutti, di votare uniti e compatti contro questa idea scellerata di dividere l’Italia e cancellare il Sud» concludono De Nisi e Graziano.