«In strada armati di sorriso…». Sarebbe questo, secondo il ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, l’unico strumento che i già fantomatici “assistenti civici” dovrebbero utilizzare per vigilare sul rispetto delle regole anti-Covid, dal distanziamento sociale all’uso della mascherina nei luoghi chiusi o affollati. Sessantamila “missionari” che dovrebbero andare in giro dispensando consigli e appellandosi al buonsenso, col rischio concreto che vengano non solo sbertucciati ma pure menati se si dovessero trovare al centro di qualche movida ad alto tasso alcolico.

Dopo l’annuncio del bando per il reclutamento di tali nuove figure, non ha tardato a sollevarsi un polverone di polemiche. Trasversali, perché non sono arrivate solo dall’opposizione ma anche da chi siede sugli scranni della maggioranza.

M5s: «I cittadini devono controllare i politici, non altri cittadini»

Contrario alla decisione di Boccia e Decaro, il Movimento 5 stelle. «La fuga in avanti di Boccia sui 60 mila assistenti civici non mi convince e non convince il M5s – ha scritto in un tweet Gianluca Castaldi, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento – Per noi i cittadini devono controllare quello che fanno i politici, non quello che fanno altri cittadini: auspico un passo indietro del ministro e confronto con tutta la maggioranza». Sempre su Twitter si è espresso il sottosegretario cinquestelle all'Interno Carlo Sibilia: «Pensiamo invece a supportare chi già fa tanto per la sicurezza degli italiani, parlo delle forze dell'ordine e della polizia locale».

Contrari anche i Dem

Stessa linea anche per i Dem. «Se apri i locali nei luoghi dove ci sono i locali, le persone ci vanno. Se non vuoi che ci vadano o vuoi che ci vadano in numero limitato, organizzi prima afflusso, modalità e controlli. Non servono assistenti civici. Servono ministri che facciano i ministri e amministratori che facciano gli amministratori. Non una schiera di influencer che commentano indignati le foto del giorno», ha scritto su Facebook Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico. «Non sarebbe meglio valorizzare di più il terzo settore e il servizio civile?», la proposta del leader di Italia viva Matteo Renzi.

La destra grida alla deriva autoritaria

Di «deriva autoritaria dai contorni grotteschi» parla Giorgia Meloni, che si chiede: «Saranno reputati pubblici ufficiali, per evitare che siano insultati o aggrediti dai cittadini? Chissà se avranno una divisa e strumenti per difendersi, tipo un manganello. Di fatto una milizia autorizzata dal governo. Cos’è, la versione grillo-piddina dei guardiani della rivoluzione? Credo veramente che si stia esagerando». E al governo dice: «Consiglio di non tirare troppo la corda perché gli italiani sono stanchi e arrabbiati».

Dello stesso avviso Matteo Salvini, il quale sottolinea che «gli italiani hanno bisogno di fiducia, di sostegno economico e di lavoro, non di controllori, droni o ispettori alle calcagna».

Il Viminale: «Non ne eravamo informati»

Sulla questione è intervenuto anche il Viminale che ha fatto sapere di non esserne stato informato, spiegando che «Le decisioni assunte, senza preventiva consultazione del ministero dell'Interno, per l'istituzione della figura degli 'assistenti civici' in relazione alle misure di contrasto e di contenimento della pandemia Covid-19, non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio».

Le precisazioni del ministro Boccia

Si è alla fine rivelato necessario un chiarimento da parte del ministro Boccia, che ha precisato che gli assistenti civici non avranno un potere di intervento immediato. Quello che potranno fare, ad esempio davanti ad un assembramento, sarà segnalarlo ai vigili e alle forze dell'ordine. Si tratta inoltre di volontari, dunque non saranno retribuiti e verranno impiegati per un massimo di 16 ore a settimana, durante le quali daranno anche un prezioso aiuto a Comuni e la Protezione civile in compiti quali la consegna dei pasti a casa per gli anziani e il recapito delle medicine, l’organizzazione del distanziamento sociale, ad esempio fuori dalle chiese o dai parchi per contingentare gli ingressi. «Nessuna vigilanza, ronda o sentinelle anti spritz», ha sottolineato il ministro.