È Giuseppe Mangialavori, deputato vibonese di Forza Italia e presidente della commissione Bilancio, il parlamentare calabrese che fa registrare più assenze in Parlamento, ma giustificate dall'alto numero di "missioni" che lo hanno tenuto lontano dalle votazioni. Le statistiche sono quelle della Fondazione OpenPolis che ha elaborato i dati relativi al voto elettronico messi a disposizione da Camera e Senato.

È importante specificare la metodologia utilizzata perché presenze e assenze da sole non bastano per valutare l’operato di un parlamentare. Su questo giocano anche altri fattori a partire dalle presenze in commissione, dalle proposte legislative o dalle interrogazioni o mozioni. Ma anche il dato secco delle presenze in aula va ponderato, come detto, con le missioni che vedono impegnati i parlamentari per i ruoli istituzionali che ricoprono. Allora tornando a Mangialavori, lo ribadiamo presidente della commissione Bilancio, è vero che le sue presenze sono pari al 10,31%, ma è anche vero che ha un 86% di missioni dovute al suo ruolo istituzionale. Dunque, non si può certo definire un assenteista. Ma il record assoluto di assenze resta, per così dire, in Calabria, e lo detiene l'ex compagna di Silvio Berlusconi, Marta Fascina, calabrese di Melito Porto Salvo eletta in Sicilia, che dopo la morte del Cavaliere si è fatta vedere poco o nulla in aula e i dati parlano del 5,2% di presenze e 95,8% di assenze. Senza alcuna missione.

Chi detiene invece il record di presenze è il deputato leghista Domenico Furgiuele con ben l’85% di presenze in aula. Al secondo posto troviamo la grillina Anna Laura Orrico, ex sottosegretaria della passata legislatura che ha l’84,24% delle presenze. A seguire: Alfredo Antoniozzi (FdI) con l’84,2; Simona Loizzo (Lega) con 77,2; Riccardo Tucci (M5s) con il 62%; Giovanni Arruzzolo (Fi) con il 57,9%; Nico Stumpo (Pd) con il 55,5; Elisa Scutellà (M5s) con il 52,3; Francesco Cannizzaro (Fi) con il 51,6; Vittoria Baldino (M5s) con il 34,8% di presenze (ma ha anche il 45,1% di missioni).

Abbiamo già detto di Giuseppe Mangialavori. A seguire c’è Wanda Ferro con il 9,8% di presenze. Qui però bisogna considerare che la deputata meloniana è sottosegretario all’Interno. Per questo sono tantissime le missioni istituzionali che svolge, in termini percentuali parliamo del 78,7. Infine ci sarebbe la ministra di Fdi Eugenia Roccella. Nessuno l’ha mai vista o quasi in Calabria eppure è stata eletta proprio nel nostro collegio plurinominale. Per lei le presenze in aula sono al 5,56% e le missioni sono meno di quella della Ferro, si fermano infatti al 74,46. Alla Camera, in totale, il tasso di presenza dei deputati calabresi è del 51%, contro il 69,4% della media nazionale. Se allarghiamo lo sguardo ai partiti al primo posto per livello di partecipazione troviamo l’Alleanza Verdi-Sinistra (che al senato fa parte del misto) con un valore del 79,9%. Anche in questo ramo del parlamento troviamo il Pd al secondo posto (75,1%) e FdI al terzo (73,2%). Il dato più basso invece è quello di Noi Moderati (54,4%).

Sembrano invece più appassionati ai lavori dell’aula i nostri senatori. Qui la recordman di presenze è la senatrice reggina della Lega, Tilde Minasi, con il 96% di presenze. Segue Fausto Orsomarso (FdI) con il 95,9. Il suo collega Ernesto Rapani è invece fermo al 90%. Il dem Nicola Irto è all’88,6%; Mario Occhiuto (Fi) all’81% di presenze. L’architetto cosentino però ha anche svolto ben 797 missioni. L’ultima postazione spetta a Roberto Scarpinato (M5s) anche lui eletto nella circoscrizione calabrese e quasi mai più visto da queste parti. Per lui le presenze sono 52,7% ma conta ben 1.374 missioni.

Cosa siano queste missioni non è dato saperlo. Si definisce come “in missione” quel parlamentare che non partecipa al voto perché occupato in altri compiti istituzionali. Può trattarsi di un incarico ricevuto dalla Camera o dal Senato (solitamente se componente dell’ufficio di presidenza, presidente di una commissione parlamentare o capogruppo) oppure di attività connesse ad altri incarichi politico-istituzionali e di governo. Poiché si tratta di una sorta di assenza giustificata, i parlamentari in missione non subiscono alcuna decurtazione della diaria. La stessa OpenPolis scrive che «l’istituto delle missioni non è mai stato normato in maniera adeguata e presenta ancora molte zone oscure. Ad esempio non viene mai specificata la motivazione che ha portato la presidenza dell’aula ad autorizzare la missione. Se per gli esponenti dell’esecutivo questa può essere abbastanza ovvia, in altri casi non è così. Come ad esempio per il gruppo di Azione alla camera o Per le autonomie al Senato. Gruppi con una percentuale di assenze per missioni piuttosto elevata ma che non fanno parte della maggioranza e non hanno quindi esponenti al loro interno con incarichi nell’esecutivo». È il caso quindi di Mario Occhiuto o Scarpinato che hanno svolto tantissime missioni ma non si riesce a capire bene di che natura.