Un milione e mezzo di prestazioni sanitarie e ospedaliere - comprese quelle nei tre spoke - in meno dal 30 settembre del 2019 a quello dell'anno successivo. Sono questi i numeri dei servizi erogati dall'Asp di Cosenza e raccontano come in Calabria curarsi, tanto più durante la pandemia, sia un'impresa più ardua che mai. A snocciolarli è il democrat Carlo Guccione, da anni impegnato nel contestare le criticità del sistema sanitario locale.

I numeri della crisi

L'ennesima puntata della querelle tra il consigliere regionale e il palazzone di via Alimena stavolta ha per oggetto tutti i pazienti calabresi che, nel corso di quei dodici mesi, «non hanno ricevuto prestazioni adeguate per una serie di diverse patologie e non sono stati messi nelle condizioni di curarsi». Per Guccione siamo di fronte a «un nuovo e inquietante pericolo» e a testimoniarlo ci sono «dati drammatici». Quelli, appunto, sulla riduzione delle prestazioni: da un settembre all'altro sono diminuiti i ricoveri (-5.930), gli interventi chirurgici (-2.917), le prestazioni di specialistica ambulatoriale ospedaliera (-368.468 ) e dei Distretti (-365.819). Crollano le attività ambulatoriali riferite al Dipartimento salute mentale (-13.233), quelle di diagnostica per immagini dell’Asp (- 30.504), le prestazioni di laboratorio analisi Asp (-410.491) e quelle di prestazioni Apapac (-3.569). E al conto negativo vanno aggiunte anche le 200.918 prestazioni di pronto soccorso e di punto di primo intervento in meno rispetto all'anno precedente.

Gli effetti della disorganizzazione

La causa di tutto ciò? Il coronavirus, senza dubbio, ma soprattutto il fatto che «ancora oggi non esiste un piano di contrasto al Covid». Per Guccione si corre il pericolo di «abbandonare a se stessi i pazienti in un momento di gravissima crisi sanitaria», specie quelli con patologie che nulla hanno a che vedere col coronavirus ma hanno visto l’assistenza sanitaria ridursi tanto da non garantire i Lea. Una situazione drammatica, che potrebbe addirittura peggiorare: i numeri elencati poche righe più su, spiega il consigliere, non tengono conto dei dati dell’Azienda ospedaliera «con riferimento al numero di prestazioni erogate ambulatoriali e operatorie e di accessi al Pronto soccorso».

Cure per tutti, covid o non covid

Come uscirne allora? Secondo Guccione quello che occorre è «un piano straordinario concertato con il commissario alla Sanità e gli uffici dell’Asp di Cosenza per dare a tutti la possibilità di curarsi anche durante la pandemia». Non solo: «si devono avviare le procedure per rendere subito operativo il servizio di tele-medicina. Servono misure ad hoc per evitare di mettere in pericolo tutti i pazienti che per il Coronavirus non si sono potuti curare».