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Il sottosegretario Antonio Gentile è stato presente alla cabina di regia in rappresentanza del Ministero dello Sviluppo Economico e sul potenziamento del fondo di garanzia ha affermato: « in quindici anni questo strumento si è dimostrato un indispensabile supporto per l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese, definendo 628.00 operazioni per un ammontare di finanziamenti che superano i 100 miliardi. Il Fondo è diventato una componente strutturale del ciclo del credito, consentendo investimenti, ristrutturazioni di posizioni debitorie, nascita di nuove imprese, assunzioni».
La ripresa economica è iniziata
«L’andamento del Fondo dimostra che la ripresa è veramente iniziata. Nel solo 2016 – riassume Gentile – si è registrato un incremento della domanda di 11 punti percentuali, con un picco nelle Regioni del Mezzogiorno, dove sono state accolte 33.831 operazioni per un totale di finanziamenti pari a 3,55 miliardi. Il che dimostra che il tessuto economico del Sud non è più il fanalino di coda del sistema – Paese».
«In questo senso – ha proseguito il Sottosegretario – è particolarmente interessante analizzare i dati storici di ciascuna Regione, facendo qualche raffronto. Dal 2000 al 2016 in Campania sono state portate a buon fine circa 58.000 operazioni per un totale di 9 miliardi; nello stesso periodo, in Calabria sono state accolte 15.000 domande per un ammontare complessivo di 1.9 miliardi. Il che la dice lunga sulla vitalità di un sistema produttivo locale che, per resistere e crescere, si avvale di strumenti semplici e adatti alla propria ridotta struttura organizzativa. Ci sarebbe molto da dire, a questo proposito, sull’eccesso di complicazione di tanti bandi nazionali e regionali che diventano sempre più affari bizantini, ingestibili dai comuni mortali».
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Riforma del sistema degli incentivi
«Sarebbe logico – ha concluso il Sottosegretario – che, sulla base del significativo successo di uno strumento come il Fondo di Garanzia, le Regioni del Sud, a cominciare dalla Calabria, decidessero di apportarvi risorse proprie. Ciò ovviamente non accade per miopia, mancanza di concretezza, o perché si spera nell’effetto miracolistico di nuovi e sempre più arzigogolati bandi agevolativi. Mi convinco sempre di più che si debba procedere ad una seria riforma del sistema degli incentivi, basata sui criteri di semplificazione, centralizzazione, e valorizzazione della qualità progettuale».