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A Cosenza la situazione è così delineata. Il sindaco uscente Mario Occhiuto, fratello del parlamentare Roberto che è anche vice coordinatore regionale del partito, non perde occasione di manifestare l’intenzione di correre alla rielezione senza il simbolo di Forza Italia. Come fosse espressione di una lista civica, insomma, o come si usa fare nei Comuni più piccoli. Intenzione che non sta andando giù per nulla a molti big cosentini. Tra questi il più imbufalito pare essere il presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale Ennio Morrone che critica aspramente l’intenzione del sindaco e vorrebbe il simbolo di Forza Italia, con il quale è stato eletto a palazzo Campanella, segnare la consueta appartenenza anche in questa competizione elettorale. Non solo. Morrone ha chiesto a Occhiuto di presentarsi agli elettori con un tandem già delineato e cioè di prendere come vice suo figlio Luca che attualmente è il presidente del Consiglio comunale. Su nessuna delle due questioni si è ancora registrata alcuna risposta né da parte del sindaco uscente, né del coordinamento regionale che continua a latitare. Morrone e il suo gruppo, tuttavia, avrebbero già fatto trapelare che in caso di mancato utilizzo del simbolo (e anche di non accettazione del tandem) si riterrebbe libero di correre come meglio crede alle elezione. Il che vorrebbe dire privare di altro sostegno Mario Occhiuto che, di certo, non potrà contare sul Nuovo Centrodestra di Pino e Tonino Gentile che ormai corre a vele spiegate verso il Pd di Matteo Renzi e il partito della nazione che pare ormai prossimo a levare le ancore. Se anche il gruppo Gentile dovesse decidere di appoggiare la candidatura di Lucio Presta, così come si vocifera in maniera sempre più insistente nelle ultime ore, la rielezione di Occhiuto si farebbe sempre più complessa.
Analogo, ma esattamente inverso è il problema a Crotone. Nel capoluogo pitagorico il gruppo più lontano dalle posizioni del coordinamento regionale guidato dall’ex consigliere regionale Salvatore Pacenza sta lavorando per arrivare ad una candidatura di un componente della società civile. Per la quadratura del cerchio, però, i big dell’area vorrebbero che si corresse senza simbolo di partito. In questo caso, però, l’ipotesi che potrebbe pure essere accettata ai piani alti è vista con maggiore freddezza. L’idea originaria della coordinatrice Santelli era quella di far scendere in piazza una candidatura giovane, ma interna al partito.
La confusione, insomma, regna sovrana e ad accrescerla ci sta pensando anche gli ultimi avvenimenti di Lamezia con lo scontro tra il sindaco Mascaro e il gruppo di Fi in Consiglio comunale.
Riccardo Tripepi