Per l’esponente politico le difficoltà delle forze da opporre al centrosinistra sono legate essenzialmente a due nomi: Roberto Occhiuto, presidente della regione Calabria e Filippo Mancuso che «hanno preferito tirarsi fuori da ogni responsabilità»
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Via via che la campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Catanzaro si configura, emergono o riemergono i posizionamenti di personaggi, personalità, gruppi, liste civiche e quant’altro, molti di costoro, in questi anni sono stati protagonisti della politica e del governo della città.
La giornata di ieri è stata un fiorire di frecciate attacchi, prese di posizione, comunicati e contro repliche. Alcune di queste frutto di accortezze tattiche. Più il traguardo si avvicina più si accentuano i segnali, i messaggi, le frasi subliminali. In città ieri si è affacciato nuovamente Francesco Boccia, plenipotenziario sugli enti locali di Enrico Letta e dei democrat. Il politico pugliese è venuto ad annunciare in maniera solenne il ritiro dell’avvocato Aldo Casalinuovo dalla contesa elettorale, a favore di Nicola Fiorita, ormai candidato ufficiale del centrosinistra catanzarese.
Della candidatura del centrodestra, invece, non si hanno ancora notizia. Il centro della scena rimane tutto per il prof. Valerio Donato, battitore libero di questa campagna elettorale, il quale è finito sotto il fuoco incrociato sia di destra che di sinistra. Tallini e Abramo lo hanno attaccato e in due distinti comunicati emettendo una sorta di fatwa, sostenendo che Donato non potrà mai essere sostenuto dal centrodestra catanzarese.
Il centrosinistra invece, ha accusato il prof dell’UMG, esattamente del contrario, per il Pd, il professore che fino a qualche giorno fa era iscritto al partito del Nazareno, sarebbe il candidato del centrodestra sotto mentite spoglie. Ed effettivamente nella disarticolazione del centrodestra la fibrillazione e la tentazione di buttarsi nelle braccia del barbuto docente dell’UMG è molto forte. Dal canto suo, il noto civilista catanzarese in un’assemblea pubblica ha ribadito il suo concetto: «amico di tutti» fedele con nessuno. Inoltre è stato netto: mai con Abramo e Tallini e mai con indagati nelle proprie liste.
«Grande è la confusione sotto il cielo», affermava Mao Zedong, «quindi la situazione è eccellente!». Una «situazione eccellente» che non piace affatto ad altri protagonisti del centro destra catanzarese, tra i quali, al consigliere comunale e capogruppo della lista Abramo, Giuseppe Pisano, il quale, di arrendersi alla corte di Valerio Donato non ha proprio nessuna intenzione.
Quali sono le difficoltà del centrodestra?
La crisi del centrodestra è di natura politica. In particolare quella dei partiti. Il grande errore nella fine dell’epoca Abramo è stata quella non essere riusciti a sedersi intorno ad un tavolo per individuare una figura adeguata a succedere all’attuale sindaco. Cioè l’incapacità a fare sintesi tra tutti gli attori politici del centrodestra catanzarese. L’incapacità a trovare una personalità in grado di raccogliere l’eredità politica e amministrativa che più di 20 anni hanno costruito Abramo, Traversa, Tallini, Ferro.
Oggi Catanzaro vive una profonda crisi d’identità. Una crisi legata al suo ruolo di capoluogo. Tutto ciò, è il risultato di errori politici e della perdita di potere contrattuale della politica catanzarese sui tavoli che contano. Le difficoltà del centrodestra nella fase attuale sono legate essenzialmente a due nomi: Roberto Occhiuto, presidente della regione Calabria e Filippo Mancuso presidente del consiglio regionale. Occhiuto è scomparso dalla scena politica, preferendo tirarsi fuori da ogni responsabilità di natura politica verso il centrodestra del capoluogo di regione, mentre avrebbe dovuto assumere un ruolo centrale nel tenere assieme la coalizione. Stessa ragionamento vale per Filippo Mancuso.
La sua obiezione l’ha sollevata anche l’on. Mimmo Tallini…
«La presa di posizione di Tallini conferma la sua genialità politica. Uno dei pochi che ha sempre avuto una visione per questa città. E, d’altronde, non è un caso sé è stato ininterrottamente consigliere comunale dal 1981 fino al 2017».
Ma se il centrodestra dovesse perdere la città capoluogo si indebolirebbe politicamente anche la coalizione di centrodestra che governa la Regione….
«Dovrebbe essere così, tuttavia, dobbiamo constare che abbiamo perso Crotone, abbiamo perso Cosenza, abbiamo perso la città di Reggio Calabria, se questo è il modus operandi di questo centro-destra, stiamo consegnando la possibilità di vincere le elezioni ad altre forze politiche di centro sinistra, o di un centro creato ad arte. L’unico modo per uscire da questo baratro politico è quello che Roberto Occhiuto e Filippo Mancuso riprendano un’iniziativa politica di ricostruzione del centrodestra della città di Catanzaro».
Tuttavia in questo quadro confuso del centrodestra e del civismo la novità sembra essere quella della candidatura del prof. Valerio Donato, il quale sembra avere un certo appeal sull’elettorato del centrodestra. La dura presa di posizione di Tallini e Abramo sembra che tentano di minare questo appeal…
«Condivido la posizione di Tallini e Abramo sul prof. Donato. Il candidato di rinascita, in una iniziativa al super cinema di Catanzaro ha tracciato un solco, ha messo dei paletti: mai con Tallini, mai con Abramo e mai con rinviati a giudizio. Personalmente sono il capogruppo della lista Abramo e porto le responsabilità politiche e amministrative di questi ultimi 5 anni. Sono l’unico ad avere insieme al consigliere comunale Gironda, un rinvio a giudizio per corruzione. Una situazione che mi pone in una condizione di difficoltà in questa fase, ma ciò sarà affrontato al momento opportuno. Del prof. Donato ho stima della persona e nutro per lui anche affetto, ma lo vedo come una sorta di Draghi a livello locale che mira a depotenziare ancora di più la politica. Inoltre, sono convinto che l’eterogeneità dell’aggregazione di Donato alla lunga non può reggere. Per esempio si potrebbe verificare l’ipotesi di un sostegno della lega alla coalizione del prof. Donato. Ve lo immaginate a maggio un comizio del professore con a fianco Matteo Salvini? Condivido, invece, la sua posizione sulla questione morale. In un certo senso me l’aspettavo, anche perché, provenendo anch’io dalla storia politica del prof. Valerio Donato, entrambi proveniamo dalla militanza del PCI, sapevo che prima o dopo avrebbe tirato fuori la “questione morale”. E tuttavia se assumi quella posizione, devi anche predisporre un codice etico e fare un rigoroso screening a tutti i componenti delle liste a proprio sostegno».
Pisano, realisticamente, per tutta una serie di ragioni sappiamo che il 90% dell’attuale consiglio comunale a breve si potrebbe trovare nella condizione di esser rinviato a giudizio e immaginabile che tutti rinuncino a candidarsi?
«Personalmente io penso che Donato faccia bene ad essere così rigido. Anzi aggiungo che in questa campagna elettorale si debba avere il dovere di essere rigidi. In fin dei conti c’è bisogno di trasparenza e di rasserenare gli animi. C’è bisogno di rassicurare gli elettori e i cittadini. Proprio in considerazione di queste convinzioni, dott. Motta, in piena sincerità e con convinzione, e anche in coerenza con quanto affermato fino ad ora, personalmente ho deciso di fare un passo indietro e di non candidarmi più alle prossime elezioni. Premesso ciò, sono pronto a rimboccarmi le maniche e spaccarmi la schiena per sostenere un candidato di centrodestra. Abbiamo il dovere di rifondare un nuovo centrodestra. Gli elettori catanzaresi hanno bisogno di essere rappresentati da un nuovo centro destra. Non possiamo lasciare il capoluogo senza rimettere al centro l’elaborazione di una visione politica. Catanzaro deve essere nuovamente riferimento per il territorio».
Il suo auspicio dunque è quello che si costruisca per le elezioni un centrodestra per il quale è pronto a lavorare da militante, ma se tutto ciò non avviene che succederà?
«Se questo non avviene, evidentemente, sono stato cosi fesso da non capire che il candidato del centrodestra era veramente Valerio Donato».
Ma lei crede veramente che un’ipotesi del genere sia plausibile?
«Dott. Motta se alcuni personaggi del centrodestra sosterranno Donato attraverso liste civiche, lo faranno sotto mentite spoglie, ma non comprometteranno la loro storia politica in città. Se, invece, il sostegno a Donato si manifesterà attraverso i partiti ufficiali del centrodestra, confermo la circostanza di essere stato così fesso da non aver compreso che il centrodestra aveva già il candidato da fine Natale e non me ne ero accorto. Noi abbiamo il dovere di trovare un candidato di centrodestra che non sia Valerio Donato, io credo che, per fare sintesi, sia necessario il coinvolgimento di Wanda Ferro che io stimo. Wanda Ferro potrebbe essere un punto di riferimento risolutivo della crisi del centrodestra insieme all’anima nuova di FdI, il consigliere regionale Montuoro».
Tuttavia converrà che nella città c’è una forte insoddisfazione sull’operato dell’amministrazione Abramo e dunque del centrodestra …
«Io credo che Abramo abbia fatto cose importanti per questa città. E sono convinto che il disagio degli ultimi anni sia riconducibile alle ferite economiche, sociali e culturali determinate dalla pandemia. La pandemia ha inginocchiato il tessuto economico e commerciale, è naturale che di fronte all’assenza di ristori e senza aiuti dalla politica nazionale la gente è arrabbiata. Gli aiuti che sono mancati su tutti i fronti. La delegazione parlamentare della città è stata completamente assente. Eppure la città ha espresso un deputato del Pd Viscomi e due parlamentari del M5S, Granato e Parentela. I parlamentari catanzaresi sono apparsi come turisti per caso a Montecitorio e a Palazzo Madama. Personalmente dunque, sono pronto a difendere questa amministrazione perché è stata la mia amministrazione. Le colpe di Abramo sono di natura politica. Abramo è un po’ abituato a fare il padre padrone, l’imprenditore. E tuttavia, penso a Sergio Abramo come amministratore e mi viene la pelle d’oca. L’uomo che entra alle otto in comune ed esce alle 19:00. Non so se chi verrà dopo di lui avrà lo stesso spirito di sacrificio. Abramo in questi anni ha cambiato il volto della città. Non è più la Catanzaro di una volta, è la città che può annoverare a se un grande teatro con una stagione di tutto rispetto. Può annoverare i conti in ordine. Può rivendicare la realizzazione di un ATO rifiuti. L’Atem che riguarda il gas».
«Per il resto - continua Pisano -, Catanzaro ha gli stessi problemi dei grandi comuni del sud che si misura con la scarsità delle risorse rispetto ai comuni del nord. Anche il pnrr è ormai in dirittura di arrivo. Io sono pronto a difenderla questa amministrazione comunale, sono pronto a confrontarmi nei dibattiti televisivi, sui giornali sulle cose che questa amministrazione ha fatto. Certo, mi fa male vedere che, di fronte ad attacchi generalizzati da più parti, tanti esponenti del centro-destra rimangono in silenzio. Tra l'altro mi viene da dire: che di fronte a tanti di coloro che in queste ore si misurano nel criticare il modello di amministrazione di Sergio Abramo, sicuramente io sarò un nano politico, ma intorno a me non vedo giganti».
Insomma Giuseppe Pisano è pronto a fare un passo indietro da candidato ma si prepara a una battaglia di dignità per difendere la storia del centrodestra della città.
«Se fra qualche giorno ci sarà un centro destra spaccato, -ha chiosato - io mi rivolgo ancora una volta a Sergio Abramo e lo esorto ad avere coraggio: chi andrà via dal centro destra dovrebbe essere rimosso dalla Giunta. Mi auguro che Sergio Abramo trovi il coraggio di attuare questa linea. Questa è una casa che va fatta, - afferma deciso - Mandare via coloro che abbandoneranno il centro destra anche dalle partecipate. Quei ruoli servono a fare campagna elettorale. Inoltre, sarò molto curioso di vedere quando cominceranno i confronti politici sui media tra Donato e Fiorita come farà Donato a parlare di opere pubbliche, se tra i suoi candidati ci sarà l’assessore ai LLPP della Giunta Abramo. Come farà a parlare di ambiente se l’attuale assessore all’ambiente di Abramo sarà candidato nelle sue liste. Queste contraddizioni prima poi verranno fuori. - conclude sornione -. Certamente Valerio Donato, gode di un certo fascino in città, ma a risolvere certe contraddizioni non basterà il fascino».
Consigliere e i tabelloni elettorali che aveva fatto affiggere, ora che non si candida che fine faranno?
«Yes I know my way», io conosco la mia strada ci risponde.