La notizia pubblicata questa mattina dal nostro network ha fatto sobbalzare dalla sedia sindacati e mondo della politica, sebbene nessuno abbia detto una parola in modo ufficiale. A commentare la decisione del Consorzio Autolinee di ritirare la propria offerta per il fitto del ramo d’azienda dell’Amaco, ci pensa il sindaco di Castrolibero Orlandino Greco. Il primo cittadino lancia una proposta che sa anche di guanto di sfida. «Sono curioso di vedere chi, in modo costruttivo, deciderà di raccoglierlo» dice riferendosi a tutti i partiti, da destra a sinistra.

«Il Comune di Castrolibero - svela - è pronto ad acquistare delle quote da Amaco, considerato che Palazzo dei Bruzi non può più per tre anni, così da creare una nuova municipalizzata. In questo modo, il servizio resterebbe in mano al pubblico e non dovrebbe migrare nel perimetro di operatori del settore privati. Il tutto potrebbe compiersi col contributo della Regione, che ancora non ha palesato in nessuna maniera le proprie intenzioni».

Orlandino Greco rincara la dosa ed entra quindi nel dettaglio. «Perché Cometra e Ferrovie della Calabria non hanno partecipato al bando pubblicato dal curatore Fernando Caldiero? Ha risposto soltanto una società, loro cosa hanno in mente? Ce lo dicano chiaramente, anche perché questa mia proposta - precisa - da oggi è ufficialmente sul loro tavolo. L’alternativa sarebbe un’altra gara, che probabilmente andrebbe deserta».

Il sindaco, che dopo la vittoria ottenuta al referendum sulla città unica pare aver trovato un nuovo terreno per la sua battaglia politica, riannoda i fili. «Già ad inizio anni 2000, durante la giunta Loiero con Adamo vicepresidente, Castrolibero salvò una prima volta l’Amaco. L’intuizione fu di rendere urbani i circa 600mila chilometri sul territorio da me amministrato che fino a quel momento erano considerati extraurbani. Nella situazione attuale, invece, nonostante il comune di cui sono sindaco rappresenti una fetta di territorio importante del tragitto quotidiano, nessuno ha avuto il garbo di farsi sentire».

Per Greco, tuttavia, la questione da porre al centro del discorso è un’altra. «La vicenda è surreale - conclude - Dopo un anno e mezzo, il lavoro fatto va a farsi benedire. I lavoratori tornano ad essere preoccupati e 16 bus elettrici nuovi di zecca continuano a restare fermi nel deposito sotto il sole, la pioggia e la neve. I servizi, cosa tra le più gravi, non sono garantiti come dovrebbero, ma vedo che anziché interessarsi di tutti questi aspetti, politici amministratori preferiscono dire la loro per la statua di Giacomo Mancini. Con tutto il rispetto per un gigante come il vecchio leone socialista».