Sarebbe il quarto in Calabria. Bonelli: «Il Governo è ostaggio dell’irresponsabilità di Salvini che vuole un'opera costosa e dannosa. Credo sia un caso unico in Europa che lo Stato finanzi un progetto di cui non conosce i dettagli»
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Dicono che la loro non è una battaglia di retroguardia o di semplice opposizione al Ponte. Quanto piuttosto una diversa visione di sviluppo del Paese. Allora non ci si dovrebbe chiedere come mai Alleanza Verdi Sinistra abbia presentato oggi una proposta di legge per l’istituzione del Parco nazionale dello Stretto Costa Viola (primi firmatari Bonelli e Fratoianni), ma perché nessuno lo abbia fatto prima.
Il disegno di legge è stato presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi alla Camera dei deputati e a cui hanno partecipato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, Antonella Ingianni portavoce Europa Verde Sicilia, Gerardo Pontecorvo, co-portavoce Europa Verde Città Metropolitana Reggio Calabria e Giusy Elisa Romano, membro della Direzione nazionale Europa Verde.
Diciamo subito che questo dello Stretto sarebbe il quarto parco nazionale che ha sede in Calabria. Il perimetro immaginato nel progetto di legge, per quanto riguarda il versante calabrese, parte da Palmi e arriva fino a Campo calabro. Le ragioni sono diverse. La prima riguarda la protezione della fauna, visto che quel territorio ospita habitat marini e terrestri ricchi di biodiversità ed essendo un corridoio ecologico per molte specie faunistiche del mare e per l’avifauna. Lo Stretto di Messina, si trova lungo le principali direttrici del Mediterraneo, ed è attraversato da numerose specie marine. Tra queste, certamente i più rilevanti, da un punto di vista economico ed ambientale, sono i grandi pelagici, cioè il tonno, l’alalunga, la palamita, l’aguglia imperiale ed il pescespada. Da considerare poi come lo Stretto sia punto di passaggio obbligato per le migrazioni e gli spostamenti dei Cetacei, probabilmente il più importante nel Mediterraneo e particolarmente i Capodogli che attraversano lo Stretto per andare a riprodursi nell’area delle Isole Eolie.
Ci sono poi ragioni di carattere storico. Data per acquisita la mitologia che circonda da sempre questo spicchio di mare, sin dall’antica Grecia, esistono tra le due sponde dello Stretto ben 22 fortificazioni e castelli risalenti all’epoca borbonica, che ancora oggi rappresentano la più articolata e ben conservata rete di fortificazioni di questo tipo al mondo. Non è un caso se su quest’area insistono zone di conservazione speciale e zone di protezione speciale.
Queste, quindi, le premesse di un disegno di legge che gli ecologisti sottoporranno anche a tutte le altre forze di opposizione e a chiunque voglia sottoscriverla, perchè Bonelli si dice certo che anche nella maggioranza di centrodestra in molti vivono con imbarazzo l'insistenza della Lega sul progetto.
«In Italia abbiamo un governo di destra centro che è ostaggio dell’irresponsabilità di Salvini - dice Bonelli - Siamo in grande difficoltà a redigere la manovra come testimonia la Nadef ma anche le parole del compagno di partito di Salvini, Giorgietti. In questa congiuntura Salvini punta i piedi e vuole finanziare un’opera costosa e dannosa. Opera per cui richiede i finanziamenti anche se non esiste ancora un progetto definitivo, nonostante si tratti di un’operazione ingegneristica che non esiste in nessuna altra parte del mondo e che vorrebbero fare in una zona ad altissimo rischio sismico. Credo che sia un caso unico in Europa che lo Stato finanzi un progetto di cui non conosce i dettagli. Il problema è che Salvini non conosce le priorità del Paese, non vive in Italia, ma sui social e fra like e reel ha perso completamente di vista la realtà. Pensate che stanno anche chiedendo di bypassare la valutazione di impatto ambientale perché vorrebbero utilizzare quella di dodici anni fa. Siamo all’assurdo».
Concetti questi ribaditi anche da Elisa Romano che ha elencato le grandi difficoltà infrastrutturali che scontano Calabria e Sicilia, soprattutto sul fronte delle ferrovie. «Per arrivare da Siracusa a Trapani - incalza Bonelli - quindi due siti archeologici fra i più importanti d’Europa in treno si impiega dalle dieci alle undici ore e mezzo». La cosentina Romano, invece, ricorda i ritardi sulla Ss 106, su tanti ponti che insistono in Calabria e anche sull’assenza, in molti comuni, di impianti di depurazione efficienti. Insomma le priorità sono tante e non certo il Ponte per il quale in passato sono stati già spesi 900 milioni, praticamente a vuoto. «L’obiettivo di Salvini è quello di fare propaganda con i soldi pubblici - attacca Bonelli - difatti i primi soldi stanziati per l’idea del Ponte sono finiti tutti a consulenze dei soliti noti. Noi non ci stiamo e non daremo tregua a Salvini che piega le sue esigenze elettorali all’azione di Governo». La legge è semplice ed è composta di soli tre articoli e una lunga premesse sulle ragioni per cui l’area dello Stretto debba diventare Parco Nazionale. Ma più che il contenuto è il valore politico di una battaglia che si nasconde dietro quei pochi commi.