VIDEO | Il segretario della Cgil a Lamezia: «Chiediamo alle persone di battersi per cambiare le cose. L’autonomia differenziata? Inutile, il Paese è già abbastanza diviso»
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«Parlare di sviluppo in Calabria significa parlare di investimenti, asili, scuole, ospedali, infrastrutture, perché questo è quello che si sta pagando, questo arretramento delle infrastrutture che è quello che impedisce la crescita. In Calabria, poi, come in altre parti del nostro Paese, in particolare nel Mezzogiorno, si sta vivendo anche uno spopolamento, nel senso che i giovani se ne vanno e credo che questo sia un altro tema centrale». A dirlo, a Lamezia Terme, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini parlando ad una manifestazione sul tema, "Quale sviluppo per il Mezzogiorno e la Calabria" alla quale ha partecipa anche il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.
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«Venerdì - ha aggiunto Landini - ci sarà uno sciopero nazionale dei lavoratori dell'Enel, si chiede a quel gruppo di confermare gli investimenti. Qui, per esempio, su Rossano c'era un impegno preso che oggi non viene rispettato. Noi dobbiamo narrare il punto di vista di chi per vivere ha bisogno di lavorare, e da questo punto di vista qui le condizioni sono peggiorate perché si è poveri lavorando, si continua a morire sul lavoro, perché ci sono livelli di precarietà inaccettabile, perché è aumentata la malavita organizzata che controlla pezzi interi dell'economia reale. Quindi narrare una realtà diversa significa battersi affinché il lavoro torni ad essere un diritto vero e affinché i diritti fondamentali, alle cure, all'istruzione, cioè ad essere persone libere con un lavoro dignitoso perché puoi partecipare alla vita sociale e politica credo che sia il tema di fondo».
«La Cgil qui in Calabria - ha proseguito Landini - come in Italia chiede alle persone di battersi per cambiare queste condizioni e per affermare una politica economia e sociale diversa per cui la libertà delle persone passa attraverso il diritto al lavoro, all'istruzione, il diritto ad una giustizia sociale che oggi non c'è a partire da una vera lotta all'evasione fiscale e alla necessità di investimenti seri per creare lavoro e dare un futuro al Paese».
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Landini è poi entrato in uno dei temi centrali del dibattito politico: «Credo che il Ponte sullo Stretto non sia oggi la priorità. Continuare a fare, come sta succedendo adesso, vuol dire raccontare delle bugie al Paese. Oggi il Paese ha bisogno di infrastrutture e investimenti. In Sicilia ci sono tratti interi ad un unico binario. La Calabria non è molto diversa».
«Quindi - ha aggiunto - si sta raccontando una bugia. Quelle risorse e quei soldi oggi vanno spesi per dare gli ospedali e le cure alle persone che non ce li hanno. I calabresi non vanno in Sicilia, vanno al Nord per farsi curare. E poi se tu fai un ponte cosa ci fai passare se non hai costruito le condizioni prima per far crescere questo Paese. Quindi, per quello che ci riguarda quella non è una priorità e quella del ponte non è la scelta oggi da fare. La priorità è di altra natura e noi pensiamo di continuare a batterci perché c'è un'idea molto diversa da quella che oggi sta venendo avanti».
Dal ponte all’autonomia differenziata, altra priorità del governo che al segretario della Cgil non pare in linea con i veri bisogni del Paese: «Siamo contrari all'autonomia differenziata. Il Paese è già abbastanza diviso e separato. Tra l'altro le divisioni e le diseguaglianze ci sono già e non c'è bisogno di farne altre. Anzi, pensiamo che l'unità del Paese sia la condizione per far crescere tutto il Paese. O si assume lo sviluppo e la crescita del Mezzogiorno come elemento di crescita di tutto il Paese o non si va da nessuna parte».
«L'autonomia differenziata - ha aggiunto - è una logica folle, così come l'idea che per cambiare il Paese bisogna cambiare la Costituzione. Noi siamo dell'idea che la nostra Costituzione va applicata e quindi devono essere fatte delle politiche molto precise. Per quello che ci riguarda - ha concluso Landini - noi siamo anche contro l'idea del premierato. Siamo pronti quando ci sarà il referendum a dire che non è quello che serve all'Italia. All'Italia serve la libertà nel lavoro, serve non essere precari, serve avere le strutture per curarsi, far studiare i nostri figli, serve investire nella cura dell'ambiente. E in questa direzione per quello che ci riguarda noi ci battiamo per questa prospettiva e chiediamo altre riforme più serie».