Il primo cittadino di Corigliano Rossano torna sulla questione della tratta osteggiata in favore di quella tirrenica: «Non danneggerebbe l'utenza dello Stretto e permetterebbe di includere nel servizio 600mila persone oggi tagliate fuori». E sulla bretella di Sibari afferma: «La Calabria ha già perso troppo tempo»
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L’alta velocità ferroviaria via Tarsia – e non via tirrenica – è noto, consentirebbe ad un bacino di popolazione più ampio di fruire del servizio. La tratta sarebbe poi meno difficoltosa da realizzare e converrebbe a tutti, anche ai reggini. O per meglio dire alla politica reggina. Ne è convinto il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, che in queste ultime settimane sta sostenendo la sua personale battaglia – con argomenti alla mano – perché il nord est della Calabria e la fascia ionica non siano per sempre tagliate fuori dall’alta velocità, quella vera.
«Uno degli argomenti che ho ascoltato nel dibattito, pubblico e non pubblico, sul tema della alta velocità ed in particolare del nodo di Tarsia – ha spiegato – riguarda il fatto che “ai reggini non conviene” oppure, peggio ancora, “i reggini non vogliono”. Per reggini non si intende, ovviamente, la splendida comunità di Reggio Calabria e della sua provincia, ma evidentemente i più autorevoli rappresentanti politici che starebbero osteggiando la Praia-Tarsia in virtù della Praia-Paola, cioè del nulla visto che l'alta velocità dovrebbe rappresentare una infrastruttura nuova, non una rabberciata di quella esistente».
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Stasi si dice profondamente convinto che il nodo di Tarsia «convenga, invece, anche a Reggio Calabria. Dati alla mano, anzi, tempi alla mano, rispetto al percorso tirrenico, che comunque resterebbe operativo, quello di Tarsia potrebbe pesare sui nodi intermedi massimo 7 minuti in più; in realtà, al capolinea della città dello Stretto, il ritardo sarebbe praticamente annullato. Si tratta di un parametro totalmente trascurabile».
E per questo sottolinea anche quali vantaggi apporterebbe il nodo di Tarsia, a partire dal servizio di pubblica utilità che dovrebbe indurre a riflettere sulle ragioni per le quali il diritto alla mobilità, universalmente riconosciuto, «continua ad essere negato alla popolazione ionica», che a sua volta potrebbe rendere più sostenibile economicamente le tratte.
«Il nodo di Tarsia consegnerebbe alla Av Salerno-Reggio l'utenza di un terzo della popolazione calabrese – evidenzia ancora il sindaco di Corigliano Rossano – circa 600mila persone che vivono intorno alla Valle del Crati, tra i centri urbani di Corigliano Rossano e Cosenza, tra il Pollino e lo Ionio. Gran parte di questa popolazione oggi non è utente dei servizi ferroviari, cioè preferisce usare l'automobile poiché arrivare a Paola significa impiegare circa 90 minuti con qualsiasi mezzo. Un bacino di utenza completamente sommerso e di un pezzo di Calabria che sotto il profilo produttivo, quindi anche in termini di esigenza di mobilità, è tra quelli più competitivi. Aumentare l'utenza di un servizio significa renderlo più sostenibile e quindi avere la possibilità di più corse e più servizi anche e soprattutto per Reggio Calabria. Possibile che le rappresentanze politiche regionali e di quell'area non se ne rendano conto?».
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Il primo cittadino ionico è anche convinto che l’infrastruttura ferroviaria passante per Tarsia non nuocerebbe a Reggio ed alla Calabria tirrenica, «già servita dai treni Freccia». La linea tirrenica «resterebbe operativa ed è già satura con la propria utenza, mentre un altro bacino, lo ripeto, è totalmente sommerso. Inoltre se è vero che, come tutte le infrastrutture strategiche, la tratta Praia-Tarsia presenta delle criticità strategiche, è altrettanto vero ed inequivocabile che l'ipotesi tirrenica ne presenta forse di più. Mi convince e mi terrorizza la tesi che il prof. Martirano, ordinario all'Università La Sapienza di Roma, ha pubblicato alcuni giorni fa, che traduco in soldoni: proporre la linea tirrenica equivale a considerare l'idea di non realizzare mai più l'alta velocità in Calabria, perché un potenziamento della linea tirrenica avrebbe caratteristiche tecniche diverse ed inferiori rispetto ai parametri di funzionamento della alta velocità canonica».
Per tutta questa serie di motivi, Stasi continua a pensare che sul tema dell’alta velocità in Calabria il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, «così come tutte le forze politiche possano e debbano avviare un confronto serio, scevro da ragionamenti politici o da campanilismi miopi».
«Del resto, come dico sempre, la stazione di Tarsia per i cittadini di Corigliano Rossano non sarebbe una stazione “sotto casa”, ma rappresenta invece un nodo strategico e baricentrico».
«E sulla bretella di Sibari la Calabria ha già perso troppo tempo»
Un ultimo ragionamento, il primo cittadino lo dedica – a proposito di infrastrutture ferroviarie - anche alla bretella di Sibari, nonostante la contrarietà espressa dal consiglio comunale di Cassano allo Ionio, «che collegherebbe direttamente la città di Corigliano Rossano e la linea ionica fino a Crotone con le attuali tratte dei treni Freccia: una opera strategica sulla quale la Calabria ha già perso troppo tempo».
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