Stavolta Alitalia sembra fare sul serio. Almeno più sul serio rispetto alle altre volte in cui ha minacciato di abbandonare l’aeroporto di Reggio Calabria.

 

Con una nota ufficiale la compagnia ha annunciato, in maniera lapidaria, che «dal 27 marzo interromperà ogni operazione sull’aeroporto di Reggio, cancellando i 56 voli settimanali da e per Roma Fiumicino, Milano Linate e Torino (38 voli con Roma, 14 con Milano e 4 con Torino). La decisione – secondo Alitalia - si è resa necessaria dopo che, per oltre un anno, la compagnia ha ripetutamente cercato di trovare un’intesa con le autorità locali e regionali allo scopo di adottare soluzioni che rendessero economicamente sostenibili i collegamenti con Reggio, che nel solo 2016 hanno registrato una perdita di 6 milioni di euro».

 

In conclusione lo schiaffo alle Autorità locali. «Purtroppo - conclude la nota - nonostante la collaborazione del governo e i ripetuti tentativi di Alitalia, gli appelli della compagnia sono rimasti inascoltati e nessuna risposta concreta è arrivata dalle competenti autorità locali, rendendo pertanto inevitabile la chiusura delle rotte».

 

Una vera e propria iattura per la Città Metropolitana appena costituita e un vero controsenso cronologico. Alitalia, che da tempo si trova ad affrontare una grave crisi economica, dà l’annuncio dell’abbandono proprio mentre l’Enac ha affidato i servizi aeroportuali di Crotone e Reggio alla Sacal e si prospetta una possibilità di gestione integrata degli scali. Il tutto dopo aver mantenuto i voli anche dopo il fallimento della Sogas e il rischio chiusura dello scalo che è stato sventato solo grazie alla concessione dell’esercizio provvisorio da parte del Tribunale fallimentare di Reggio Calabria.

 

L’idea che la compagnia stia alzando il prezzo per ottenere la “continuità territoriale” o altre condizioni favorevoli per poi proseguire la propria attività è assai alta, ma è anche pesante lo schiaffo assestato al governatore Oliverio e al sindaco Falcomatà, che avevano dato per scontata la prosecuzione del servizio. Anche dopo la recente visita del ministro per il Mezzogiorno De Vincenti a Reggio e il faccia a faccia romano tra Oliverio e il ministro delle Infrastrutture Delrio. Urge una soluzione immediata e stavolta si spera che “la filiera corta” che il Pd sbandiera ad ogni momento possa finalmente produrre risultati concreti e non soltanto annunci.

 

Riccardo Tripepi