Secondo la federazione cosentina e l’area oliveriana del partito dopo la nomina di Ferdinando Aiello commissario dei circoli cittadini avvenuta lo scorso 16 ottobre, entro il 15 novembre l’organismo avrebbe dovuto essere convocato, pena la decadenza della nomina. Domenica scadrebbero i 30 giorni previsti dalla norma che regola i commissariamenti.
In casa renziana, invece, le interpretazioni dello statuto del partito sono più elastiche e i termini indicati non sarebbero perentori. E poiché il 28 novembre dovrebbe svolgersi l’assemblea regionale, organismo di livello ancora superiore, tutto si potrebbe fare in quella data. Non sarebbe, dunque, necessaria la convocazione di una direzione regionale ad hoc, nonostante l’interpretazione data dalla federazione cosentina. Con due evidenti benefici: far guadagnare tempo a Magorno e sfruttare la presenza del sottosegretario Marco Minniti, al quale spettare di chiudere i lavori dell’assemblea.
Una vera e propria manna dal cielo per Magorno che dopo la farsa relativa alla presunta rinuncia di Aiello, era rimasto con ben poche frecce al suo arco. Due settimane sono un lasso di tempo sufficiente per dare modo alle diplomazie romane di lavorare ad un accordo che possa essere soddisfacente per tutte le parti in causa. A provare a salvare Magorno dovrebbe essere ancora una volta Luca Lotti che, di concerto con Minniti, sta valutando le possibili opzioni per far rientrare la crisi.
E’ chiaro a tutti, infatti, che arrivare davvero ad una conta, anche fra due settimane, potrebbe essere letale per un partito che non conosce pace e si presenta assolutamente spaccato. I bersaniani si fanno scudo delle 174 firme apposte alla richiesta di convocazione dell’assemblea, che ne costituiscono la maggioranza. Magorno parla di un bluff, ma è chiaro che i margini di distanza tra l’uno e l’altro schieramento sono assai risicati e arrivare alla votazione rischierebbe di far implodere il partito, oltre a determinare le sicure dimissioni del segretario regionale. L’obiettivo di Lotti e Minniti, dunque, non può che essere quello di evitare la votazione.
Naturalmente un ruolo decisivo in questa fase assai convulsa lo avrà proprio il governatore Mario Oliverio che dovrà dare indicazioni precise ai suoi e stabilire se portare lo scontro in atto alle massime conseguenze. L’invasione compiuta dai renziani nella sua Cosenza con l’invio di Aiello è dura da digerire, ma adesso la trattativa apertasi potrebbe portare sul tavolo innumerevoli questioni. Dalla guida stessa del partito alla gestione della sanità. La discussione in atto potrebbe essere tale che, in caso di riuscita delle trattative e del lavoro delle diplomazie, potrebbero ridisegnarsi l’intero partito. Un Pd nel quale le differenze tra renziani e non potrebbero attenuarsi se non sfumare del tutto. E Oliverio potrebbe avere diversi interessi a fare in modo che un’ipotesi del genere si possa realizzare.

Riccardo Tripepi