Ormai il governatore è in piena campagna elettorale e il suo tour continua. A Soverato ha raccontato di una Calabria sfavillante coperta d’oro dalla sua giunta. Un’immagine molto diversa dalla realtà quotidiana di una regione che si ritrova ancora agli ultimi posti delle classifiche europee in termini di ricchezza, occupazione, sanità e ambiente
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“Se dici una menzogna enorme e continui a ripeterla, prima o poi il popolo ci crederà”. Questo celebre aforisma continua a fare proseliti nella politica italiana, ma forse il più grande interprete di questo approccio spregiudicato alla credulità degli elettori ce l’abbiamo in Calabria: il presidente Mario Oliverio. La sua “bugia enorme” è quella di una regione - quella amministrata da lui - di cui si può andare fieri, in risalita in tutte le classifiche nazionali, addirittura in vetta per alcune graduatorie, come la spesa dei fondi europei. E poco male se la percezione della gente comune è diametralmente opposta. Poco male se le classifiche europee pongono la Calabria costantemente all’ultimo posto in termini di ricchezza, occupazione, sanità, lotta all’inquinamento.
L’ultimo report in ordine di tempo è quello che riguarda la spesa mensile delle famiglie italiane, secondo il quale la Calabria si conferma all’ultimo posto, con ben 1.118 euro in meno rispetto alle famiglie che vivono in Lombardia.
Serve una menzogna davvero grande per trasformare un fallimento in un successo. E poi serve ripeterla, ripeterla e ripeterla ancora, affinché qualcuno cominci a crederci. Una reiterazione che il governatore sta mettendo in atto con il suo tour elettorale, La “Calabria cambia passo”, che lo sta portando in giro per la regione con slide e dati. L’ultima tappa - la terza dopo Lamezia e Maida – è stata a Soverato, dove venerdì scorso sono stati ostentati numeri stratosferici, che hanno dato al messaggio oliveriano una dimensione epocale: cinquemila milioni di euro, cioè 5 miliardi. Tanto, secondo la giunta, avrebbe investito la Regione negli ultimi 5 anni. «Abbiamo creduto nei sindaci investendo oltre 2,330 miliardi di euro sui Comuni e oltre 2,100 miliardi su altri enti locali», ha spiegato Oliverio nel teatro comunale, mentre alle sue spalle, sullo schermo, campeggiava una slide che sembrava un mega-assegno, come di quelli che si consegnano ai vincitori delle trasmissioni a premi per poterli esporre a favore di telecamere. E in questo caso i vincitori, secondo il racconto di Oliverio, sono i calabresi.
A snocciolare poi le singole poste contabili di questa montagna di soldi che si sarebbe riversata sulla Calabria negli ultimi anni, sono stati l’assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Musmanno e il vicepresidente della giunta, Francesco Russo. La locuzione più inflazionata, anche questa ripetuta da mesi affinché si fissi per bene nella mente della gente, è stata ed è: “Mai come prima d’ora…”. «I Comuni - ha rimarcato Oliverio - sono destinatari di risorse come mai era accaduto nelle precedenti esperienze di governo della Calabria. Lo abbiamo fatto senza essere guidati dalle appartenenze di ognuno ma solo tenendo conto del bisogno e del merito, mettendo tutti sullo stesso piano».
Così, i 5 miliardi e passa di euro dell’ultima uscita elettoralistica hanno lo stesso sapore amaro dei 700 milioni di euro che all’inizio di aprile il governatore computò come «l’importo complessivo degli interventi programmati che ci consentiranno di portare la sanità calabrese al pari delle altre Regioni».
Insomma, i calabresi vivono nel migliore dei mondi futuribili e sembrano non accorgersene. Così come sembrano non farci molto caso i giovani che a frotte vanno via ogni anno per studiare e lavorare altrove, alimentando flussi migratori che non si vedevano dagli anni ’50. Ma il governatore è intenzionato a portare in giro la sua verità fatta di tabelle e numeri che disegnano una realtà ben diversa da quella nella quale ci troviamo immersi ogni giorno.
E mentre tutti gli altri si lacerano nell’incertezza del proprio futuro politico, consapevoli delle enormi incognite che dominano lo scenario nazionale e regionale, l’unico che va avanti per la sua strada come se nulla fosse è proprio Mario Oliverio. Non a caso l’appuntamento di Soverato si intitolava “La Regione dei Comuni: più fondi e trasparenza, oggi e domani”, dove quel ‘domani’, ovviamente, non è casuale. Perché anche se non c’è neppure una data certa per le prossime elezioni regionali, la campagna elettorale del presidente è già entrata nel vivo e, crollasse il mondo, lui si candiderà, con o senza Pd. Partito, d’altronde, che non ha la forza di mettere alla porta chi ancora esprime un potere elettorale e amministrativo così forte, nonostante i guai giudiziari e la sua capacità di alimentare il consenso avversario, a cominciare dai Cinquestelle, per i quali Oliverio rappresenta in Calabria carburante prezioso per far girare il motore retorico del cambiamento negato.