Passaggio in Commissione Bilancio per la proposta di istituzione dell’ “Agenzia regionale per l’energia della Calabria” già licenziata in Prima Commissione Affari Istituzionali. Il nuovo ente strumentale regionale con personalità giuridica di diritto pubblico e dotato di autonomia organizzativa, contabile e gestionale, è istituito per sostenere l’attuazione e la predisposizione di politiche energetiche regionali.

La maggioranza evidentemente ha fretta di portarla in aula e, perché ciò possa accadere già nella prossima seduta prevista per il 20 novembre, la approva per così dire “al buio”. D’altra parte è lo stesso presidente della Commissione, Antonio Montuoro, a spiegare che dal punto di vista finanziario, «la proposta – si legge nei resoconti di Palazzo Campanella - è corredata da una relazione tecnico-finanziaria non esaustiva poiché la norma finanziaria, contenuta all’articolo 9, prevede oneri di 800.000 euro per ciascun esercizio 2024, 2025 e 2026, coperti per 300.000 euro con le entrate derivanti dalle tariffe per ispezioni degli impianti termici e per 500.000 euro con risorse allocate alla Missione 20, Programma 03 del bilancio regionale».

Ma non è la sola criticità. Eppure alla fine della seduta la norma viene approvata a maggioranza (con l’astensione del dem Giovanni Muraca che oggi sostituiva Raffaele Mammoliti) sulla base di una nota pervenuta dal Dipartimento economia e finanze con la quale lo stesso Dipartimento «evidenzia che sono presenti alcune criticità in relazione all’aspetto economico finanziario e che, in proposito, i consiglieri proponenti stanno lavorando in sinergia con gli uffici del Dipartimento per la stesura di una nuova relazione finanziaria che recepisca tutte le modifiche richieste».

Dunque la maggioranza si fida di sè stessa, convinta che alla fine i conti quadreranno. Più o meno come quelli politici, che dopo l’annuncio e il ri-annuncio della candidatura di Roberto Occhiuto, serve forza e compattezza e quei conti ancora in sospeso devono presto tornare in ordine.

In questo scenario l’istituzione dell’Agenzia per l’energia fa il paio con la Redigit nel quadro più ampio degli accordi nati col rimpasto di giunta da parte del presidente Occhiuto. D’altra parte, voci mai smentite vogliono la società in house della Regione per il digitale affidata in quota Fratelli d’Italia e l’Agenzia per l’energia ai calendiani di Azione.

Dai costi al personale, tante criticità

Al di là dei rapporti interni alla coalizione di maggioranza, rimane comunque singolare l’approvazione di un parere su una relazione tecnico-finanziaria ancora da completare ed allegare al provvedimento.

Anche perché le criticità evidenziate hanno imposto «la necessità di verificare il rispetto delle disposizioni del D. Lgs. 118/2011 per la costituzione del nuovo ente, precisando che i criteri di quantificazione nella relazione tecnica non sono sufficientemente esaustivi per valutare l’adeguatezza della copertura finanziaria». Nello specifico – si legge ancora nei resoconti - è stato evidenziato che la cifra dettagliata di €649.186,83 per le funzioni dell’Agenzia non è chiaramente giustificata, esponendo la norma a possibili censure di incostituzionalità per violazione dell’articolo 81 della Costituzione. È stato altresì rilevato che la quantificazione dei costi è uguale per l’intero triennio, senza considerare la riduzione dei costi per l’anno 2024 già in corso. Sollevati dubbi anche sulla mancata indicazione di oneri relativi al personale nell’articolo 7, nonostante la previsione di utilizzo di personale regionale in comando, che genera oneri non quantificati e non coperti finanziariamente.

In ultimo sono state sottolineate le discrepanze tra l’istituto del distacco e quello del comando per il personale regionale suggerendo sia di verificare la capienza del fondo speciale per coprire gli oneri previsti sia di rivedere le tabelle finanziarie per conformarle alle previsioni della norma.