La deputata Pd che occupava la poltrona sulla quale oggi siede Salvini punta il dito contro il mancato finanziamento di molte opere: «Quando eravamo noi a Palazzo Chigi il Mezzogiorno era una priorità. Senza infrastrutture non si risolve il problema del lavoro, perché le imprese non investono»
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Lavoro, salario minimo, lotta al precariato e reddito di cittadinanza: questi i temi che si sono trattati durante la prima giornata della Festa dell'Unità della provincia di Cosenza che si sta svolgendo ad Acri. Una due giorni di iniziative che vede la città ai piedi della Sila ospitare tanti esponenti dem. Poca la partecipazione di pubblico nel corso del convegno che si è svolto nel pomeriggio di ieri, mentre discreta la presenza nel corso della serata per assistere al concerto del gruppo salentino "Ariacorte". Tra gli ospiti della prima giornata di incontri, anche la deputata Pd Paola De Micheli.
L'ex ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, del Governo Conte II ha parlato ai nostri microfoni di tanti argomenti: tra questi anche del reddito di cittadinanza. Sono 11.622 i calabresi che non potranno più beneficiare del sussidio, dopo il taglio deciso dal Governo e solo il 24% di loro ha avviato la formazione finalizzata al reinserimento nel mondo del lavoro nell’ambito del progetto Gol finanziato con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il dato | Reddito di cittadinanza, sussidio sospeso a oltre 11mila calabresi: solo il 24% ha avviato la formazione
«Il Governo ha affrontato la questione del reddito di cittadinanza con una superficialità vergognosa – ha affermato De Micheli -, non rendendosi conto che dietro a ogni percettore di reddito c’è una famiglia. L’ha fatto soprattutto senza dare un’alternativa. È necessario, invece, stabilizzare una misura contro la povertà che accompagni le persone che hanno lavori precari. ».
«La società italiana si sta impoverendo - ha affermato la deputata dem - e l’effetto è quello di piccoli “ricatti”, ovvero pur di lavorare si è disposti a farlo a 3 euro l’ora, che sarebbe un terzo del salario minimo che il Pd sta chiedendo a gran voce di introdurre a questo Governo». Secondo Paola De Micheli «o il Governo trova una soluzione, oppure ci troveremo a tanti piccoli “ricatti”».
L'ex titolare del Dicastero delle Infrastrutture ha parlato anche della problematica legata all'emigrazione dei giovani dalle regioni del Sud, alla ricerca di lavoro al Nord. Un problema che da anni sta svuotando tanti territori, soprattutto i comuni interni. «La prima soluzione per il Sud è quello di fare investimenti al Sud – dice la deputata -. Quando siamo stati al Governo abbiamo stanziato miliardi per le infrastrutture nelle regioni del Meridione. Con le infrastrutture si rendono i territori più attrattivi per le imprese e il lavoro buono è dove ci sono buone imprese. Inoltre si consente a chi ha voglia di fare impresa di rimanere in Calabria. Voglio ricordare – afferma De Micheli – che i calabresi hanno costruito Milano e intere città del Nord, perché hanno voglia di lavorare, ma se non ci sono le condizioni minime di lavorare qui è ovvio che sono costretti ad andare via». Per cercare di limitare questa emorragia di giovani dal Sud bisognerebbe «generare le condizioni e noi del Pd abbiamo sempre fatto cose concrete e non solo con parole. Abbiamo sempre messo i soldi sulle infrastrutture che sono la premessa per fare impresa. In secondo luogo abbiamo un piano e un progetto per ridurre i tipi di contratto che sono precari. Tutto ciò favorirebbe il lavoro giovanile anche nelle regioni del Meridione d'Italia.
Tra gli argomenti messi sul piatto dalla parlamentare anche il tema legato alla scuola e agli investimenti da fare sulle infrastrutture scolastiche: «Da troppi anni non si parla sugli investimenti che si devono fare sulle scuole - dice Paola De Micheli -. Bisogna investire sui professori, sulle strutture ma anche cambiando il modello didattico. Il precariato e la problematica occupazionale si affrontano soprattutto con la concretezza. Quella che manca al Governo di destra, al Sud prende i voti ma de-finanzia le opere necessarie. Se io fossi calabrese mi arrabbierei tantissimo».