Per l’opposizione la qualità della vita dei cittadini è precipitata per colpa dell’amministrazione comunale. In una lettera tutti i problemi, dall’emergenza idrica all’aumento del costo delle mense scolastiche fino al caso del parco eolico. La replica del primo cittadino: «Motivazioni strumentali e pretestuose»
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Acque agitate nella politica comunale di Acri. Nelle scorse ore, infatti, sei consiglieri di minoranza hanno ufficialmente chiesto la sfiducia del sindaco Pino Capalbo.
Zanfini Natale, Intrieri Giuseppe, Turano Emilio, Cofone Angelo Giovanni, Feraudo Nicola e Palumbo Salvatore hanno inviato una mozione di sfiducia, ai sensi dell’art. 52, comma 2, del D.Lgs. 267/2000 (Tuel), indirizzata al presidente del consiglio comunale e al segretario comunale di Acri. Il documento, firmato dai sei consiglieri, denuncia una serie di criticità amministrative che hanno caratterizzato gli ultimi sette anni di gestione.
I motivi della sfiducia
Nella lettera firmata dai consiglieri di opposizione si evidenzia una lunga serie di problematiche che, a loro dire, hanno compromesso la qualità della vita dei cittadini di Acri.
Tra le principali problematiche segnalate vi è la gestione del servizio idrico. Una delle criticità più gravi riguarda l’erogazione dell’acqua. I consiglieri accusano l’amministrazione di «non aver investito adeguatamente per migliorare un servizio essenziale. Si lamentano condizioni inaccettabili: acqua contaminata e torbida, interruzioni frequenti e tariffe elevate». Inoltre, si sottolinea una «scarsa pressione sull’azienda regionale Sorical per risolvere i problemi strutturali della rete».
I consiglieri di minoranza puntano il dito anche contro la pubblica illuminazione. «Interi quartieri rimangono al buio per periodi prolungati – sottolineano -, compromettendo la sicurezza pubblica e aumentando i rischi di microcriminalità. Secondo i consiglieri, l’amministrazione «non ha mai presentato un piano concreto per modernizzare il sistema di illuminazione».
La viabilità urbana sarebbe un altro punto dolente messo in evidenza dai consiglieri di minoranza. «Le strade versano in uno stato di degrado avanzato, con buche e avvallamenti che mettono a rischio pedoni e automobilisti. Le mancate manutenzioni incidono anche economicamente sulle casse comunali, a causa delle richieste di risarcimento per i danni subiti dai veicoli».
E ancora: «Anche i cimiteri della città si trovano in condizioni disastrose. La mancanza di manutenzione e la saturazione dei loculi sono il risultato di una gestione amministrativa indifferente ai bisogni della comunità. Ad oggi – si legge -, circa 15 feretri sono in attesa di tumulazione, segno di una gestione poco lungimirante e indifferente alle necessità della comunità».
Nell’elenco di criticità vengono aggiunte anche quelle legate all’aumento delle tariffe. Secondo quanto affermato attraverso la nota dai consiglieri di opposizione: «Le famiglie acresi si sono trovate a fronteggiare un aumento delle tariffe della mensa scolastica di circa il 70%, senza un miglioramento tangibile del servizio. La raccolta differenziata, seppur in crescita, è penalizzata da un aumento della Tari e da un servizio discontinuo».
Non mancherebbero
i problemi ambientali e di progettualità . «La gestione dei progetti eolici e l’assenza di trasparenza in materia hanno generato forti preoccupazioni tra i cittadini, che temono un impatto negativo sull’ambiente e sulle attività agricole e turistiche. Anche il referendum cittadino, previsto come strumento democratico, non è mai stato utilizzato».Nelle criticità attribuite alla gestione Capalbo anche quelle legate alle emergenze e alla protezione civile. La gestione delle emergenze è stata definita dalla minoranza in Consiglio comunale «inefficiente, con una protezione civile locale priva di risorse adeguate. Eventi climatici avversi hanno evidenziato lacune organizzative e carenze nel piano neve».
I firmatari della mozione hanno concluso il documento sottolineando come, «nonostante i proclami elettorali, l’amministrazione Capalbo abbia deluso le aspettative della comunità. Infrastrutture, servizi pubblici e qualità della vita non hanno registrato miglioramenti significativi, lasciando la città in uno stato di impoverimento socio-economico».
«Di fronte a questa situazione, appare evidente che la gestione amministrativa del sindaco Capalbo non è stata all’altezza dei bisogni della comunità», si legge nella lettera.
«Dopo sette anni e mezzo di proclami, vane promesse, autocelebrazioni ma, soprattutto, di inefficienze, mancate risposte ed impoverimento del tessuto socio-economico della città, i cittadini di Acri – secondo i consiglieri di minoranza - meritano un’amministrazione competente, trasparente e orientata al benessere ed ai bisogni primari della collettività».
La replica del sindaco
Non è tardata ad arrivare la risposta del primo cittadino, che attraverso una breve nota ha specificato come «in seguito alla richiesta di mozione di sfiducia, presentata dai consiglieri di minoranza, le cui motivazioni sono, a mio avviso, strumentali e pretestuose, mi daranno l’occasione – sostiene Capalbo - non solo di ribadire quanto fatto dall’amministrazione in questi anni, ma soprattutto mi consentiranno di uscirne rafforzato in quanto la mozione verrà bocciata dalla maggioranza che non solo è coesa ma condivide il programma amministrativo».
«I consiglieri di minoranza, dopo questo ennesimo autogol - aggiunge Pino Capalbo - dovranno risolvere i loro problemi nel costruire una coalizione che appare disomogenea e eterogenea e aspettare il 2027 per presentarsi alla città. Noi dobbiamo rendere conto del nostro operato – scrive in conclusione - solo ai cittadini acresi che ci hanno legittimamente eletti».