Tempo fa Domenico Lucano, all’indomani dell’inizio dei lavori per la costruzione di un pozzo per l’acqua, scriveva sulla sua pagina Facebook: “Quando qualcuno dimostrerà di essere il padrone delle nuvole allora l’acqua sarà sua”. Ecco, Lucano è un profondo idealista, ma a tutto questo “bel dire” ci mette pure un “bel fare”. Staccarsi dal privato, in questo caso Sorical, è la sua priorità. Non tanto per togliere l'oro blu dalle mani di un soggetto ibrido come l’azienda in questione, quanto per - appunto - rilanciare il principio che l’acqua è un bene comune, di tutti. In questi giorni è uscita nuovamente la notizia (scritta dal giornale “Left” e rilanciata dal locale “Ciavula”) che presto, molto presto, Riace avrà il suo pozzo comunale. Che tradotto significa acqua gratis per tutti.

 

“Insieme a un geologo fidato – scrive “Left” - Lucano ha fatto scavare un pozzo e ha trovato l’acqua che sgorga da una falda acquifera che si sarebbe formata 40 milioni di anni fa, tra Riace marina e superiore. Per scavare il pozzo, il sindaco di Riace non ha atteso nessun aiuto esterno e ha deciso di realizzare i lavori impegnando i soldi di bilancio che risparmierà una volta che non dovrà pagare la Sorical. Così, la mancata spesa per l’acqua è diventata una risorsa da investire in anticipo per rendere Riace autosufficiente dal punto di vista idrico”.

 

Un’opera che per quanto possa sembrare non rilevante, lo è invece da diversi punti di vista. Innanzitutto perché recide per sempre quel finto cordone ombelicale imposto a suo tempo dal decreto “Ronchi”, che per una migliore fruizione collettiva prevedeva una gestione privatistica degli impianti; poi perché lancia un segnale preciso a tutte le amministrazioni comunali che o sono scontente del servizio ad oggi offerto dalla Sorical o sono scontente della qualità delle acque in arrivo nelle case dei cittadini. Inoltre, aspetto non affatto trascurabile, con questa opera Lucano intende rilanciare l’immagine e il ruolo dell’amministratore locale, ovvero che le risorse naturali sono di tutti e tutti ne devono usufruire. Ed è compito del sindaco, in qualità di primo cittadino e di massima autorità sanitaria, garantirne l’efficienza.