Si vedranno in un’assemblea pubblica, venerdì alle 17.30, i sostenitori della campagna “Salviamo la Casa del Popolo Giuseppe Valarioti”. A renderlo noto è Angelo Carchidi, uno dei fondatori dell’associazione “Officina n° 8” – nata appena si è saputo dell’intenzione di vendere, da parte della Fondazione Ds, la struttura di Rosarno. La querelle rientra nella disputa che da anni riguarda i beni immobili che un tempo appartenevano al Pci, e tra questi l’ultimo rimasto da vendere in Calabria è proprio questo edificio, e la mobilitazione è scattata non appena si è saputo che c’è tempo fino al 20 novembre per presentare una offerta di acquisto. Ad accelerare ogni cosa, e a portare gli attivisti rosarnesi a mobilitarsi per una raccolta fondi, era stata la notizia dell’interessamento alla compravendita da parte del sindacato Spi-Cgil.

«Hanno ritirato l’offerta appena hanno saputo che c’eravamo in campo noi», chiarisce Carchidi. Da qui la decisione di attivare anche una raccolta fondi on line, tramite la piattaforma Produzioni dal Basso, allo scopo di arrivare alla somma di 27.500 euro fissata come prezzo dalla società immobiliare calabrese nata con lo scopo di alienare il patrimonio ex comunista. Una corsa contro il tempo, quindi, a cui Carchidi – che ha le chiavi della Casa dedicata al segretario comunista ucciso dalla ndrangheta nel 1980 - aggiunge il rammarico di una comunicazione preventiva che non c’è stata. «Vogliamo creare servizi per tutta la città – conclude Carchidi – conservando la funzione di memoria collettiva che la Casa del Popolo ha, da quando nel 1981 venne acquistata e realizzata grazie alle donazioni provenienti da tutt’Italia».