I vertici romani sono consapevoli di una situazione anomala e inspiegabile che ha visto il centrosinistra prevalere, dal 2020 al 2024, a Reggio, Cosenza, Catanzaro, Vibo e Corigliano-Rossano?
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Quali sono le ragioni politiche più profonde a causa delle quali il centrodestra calabrese, forte nelle competizioni regionali e politiche, si dimostra sempre debole, disunito e in difficoltà nella scelta dei candidati a sindaco delle città più importanti?
Il centrodestra che nella Capitale vede il prevalere di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e centristi, in Calabria ha subito cocenti, ripetute e preoccupanti sconfitte a Cosenza (ottobre 2021), a Catanzaro (giugno 2022), a Corigliano-Rossano e a Vibo Valentia (giugno 2024). Né il centrodestra riuscì ad imporsi nell’ottobre 2020 a Crotone quando prevalse l’aggregazione civica di Vincenzo Voce, e a Reggio Calabria dove governa tuttora il centrosinistra con a capo Giuseppe Falcomatà.
In tutti e cinque i capoluoghi di provincia, pertanto, la compagine che guida il Paese con Giorgia Meloni premier, ancora in netto vantaggio a giudicare dai ripetuti sondaggi, ha dimostrato enormi limiti politici e organizzativi.
L’evidente scarso impegno, o quantomeno sottovalutazione, dei partiti regionali, sebbene alla loro guida ci siano parlamentari o consiglieri regionali con importantissimi incarichi istituzionali, sembrerebbero poco contestabili. Che cosa ne pensano Wanda Ferro, Francesco Cannizzaro e Filippo Mancuso che coordinano, rispettivamente, Fdi, Forza Italia e Lega? Ne hanno discusso in vista dell’ultimo possibile appuntamento elettorale comunale in una città di primo livello qual è Lamezia Terme? Se nella Città della Piana il centrosinistra riuscisse a prevalere con Doris Lo Moro, per gli avversari del centrodestra si potrebbe parlare di pesantissimo ko!
L’anomalia è da ritenersi alla stregua di una vera e propria emergenza, tale da preoccupare prima Roma e poi l’intera Calabria. I vertici nazionali sono consapevoli di questo vero e proprio disastro del centrodestra nelle competizioni amministrative? Perché nella Capitale non si prendono provvedimenti decidendo di commissariare i relativi partiti affidandoli a non-eletti? Forse i leader regionali di Fdi, Forza Italia e Lega sono troppo impegnati nei rispettivi ruoli istituzionali da riuscire a trovare tempo utile per elaborare proposte vincenti a livello locale.
Ma la potenziale disfatta di Lamezia Terme - lo comprenderanno anche Ferro, Cannizzaro e Mancuso - potrebbe finanche giustificare un azzeramento totale della classe politica del centrodestra calabrese proprio a partire dalle regionali per poi passare alle politiche.
Potrebbe farsi strada una generalizzata volontà, peraltro con presupposti solidi, di dare spazio a nuove leve in grado, con generosità e determinazione, di invertire una rotta tanto amara che è finanche difficile da spiegare. Le comunali di Lamezia Terme rappresentano per il centrodestra un’ultima spiaggia, una linea del Piave che a questo punto pretende coraggio e sacrifici. Come faranno i parlamentari del centrodestra, a partire dal leghista Domenico Furgiuele, che risiede proprio a Lamezia Terme, ad andare in giro per la Calabria per parlare di politica se Doris Lo Moro dovesse conquistare la poltrona di primo cittadino?
Purtroppo i parlamentari, sia alla Camera sia al Senato, sono ormai dei “nominati”, nel senso che non esiste il voto di preferenza espresso dai cittadini, tale da metterli in competizione interna nell’ambito di liste corpose e autorevoli, nonché di dimensione regionale, così come accadeva nella Prima Repubblica. Dall’altro lato i consiglieri regionali sono inevitabilmente legati alle loro strategie di rielezione e di conferma di consenso personale da raccogliere in circoscrizioni provinciali o inter-provinciali che escludono un’effettiva visione complessiva dei territori.
In questa situazione la domanda prioritaria resta una: Roma, con in testa Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, è ben informata circa le sorti di un centrodestra calabrese che rischia una Caporetto proprio a Lamezia Terme? Magari si faccia avanti qualche parlamentare europeo per spiegare, nei palazzi della politica romana, una “questione Calabria” davvero assurda e inaccettabile sul piano politico. Oneri e onori, il binomio è inscindibile!