«Matteo protesta? Salvini fa il Salvini» disse il ministro dello sviluppo economico e presenza fissa negli ultimi anni al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, Giancarlo Giorgetti nel Consiglio dei ministri che decise l’abolizione delle zone gialle fino al 30 aprile.
La diarchia sotterranea Giancarlo Giorgetti-Luca Zaia in chiave anti-Salvini è venuta allo scoperto con la nascita del Governo di Mario Draghi (che Giorgetti ha paragonato a Cristiano Ronaldo) con tanto di rientro della Lega nell’esecutivo nazionale e nomine a ministro solo di leghisti “moderati” quali lo stesso Giorgetti; quello che Il Foglio definiva nel 2018 il “suo pupillo”, l’ex assessore al bilancio di Roberto Maroni, Massimo Garavaglia e la fedelissima di Luca Zaia, Erika Stefani.
A Salvini, che della presenza della Lega nel Governo Draghi è apertamente insofferente, i “suoi” stanno paragonando Giorgetti a quel Gianfranco Fini del tardo impero berlusconiano pronto a sferrargli politicamente la pugnalata finale.
Il “contrattacco” del re del Papeete è iniziato un mese con la sostituzione del giorgettiano Guido Guidesi con il fedele Massimo Bitonci a capo del dipartimento attività produttive della Lega ed è continuato in Calabria con una mossa radicale, la formale “cacciata” dal partito dell’ex segretario provinciale di Crotone, Giancarlo Cerrelli.

Cerrelli, chi è il giorgettiano messo alla porta

Vicepresidente nazionale dell’unione giuristi cattolici italiani, da sempre in linea con le posizioni dell’ormai noto patron del “Family Day” Simone Pillon, Cerrelli è stato candidato al collegio uninominale di Crotone in quota Lega alle politiche del 2018. A sostenere direttamente la sua candidatura fu direttamente Giorgetti che scese per l’occasione. «La mia presenza in Calabria, ed in particolare a Crotone è quella di sostenere la candidatura di Giancarlo Cerrelli all’uninominale e gli altri candidati calabresi della Lega, ma anche e soprattutto fornire la mia vicinanza e quella del mio partito a questo territorio che ha urgenze improrogabili. Ho rinunciato a chiudere la campagna elettorale in città del Nord per dimostrare l’attenzione che la Lega ha per la Calabria, e per Crotone in particolare», disse Giorgetti all’epoca.
Subito dopo le elezioni era stato nominato segretario della Lega Crotone dall’allora segretario regionale Domenico Furgiuele e nel 2019 segretario provinciale dal commissario Cristian Invernizzi, incarico confermato dopo le “scricchiolature” successive alle elezioni regionali del 2020 che hanno visto acuirsi la faida tra Cerrelli e l’ex candidato regionale vicino ad Invernizzi (e ora fuoriuscito dal partito), Salvatore Gaetano.

Cerrelli, da candidato alle elezioni europee del 2019, ricevette l’aiuto dei “giorgettiani” campani che volevano mettere in difficoltà Salvini: Pina Castiello e Enzo Nespoli che gli portarono ben 11832 preferenze in Campania e fronte delle 5739 da lui raccolte in Calabria.
Alle ultime comunali crotonesi la Lega raccolse 1.158 voti e il 3,61%, riuscendo a far eleggere Marisa Luana Cavallo, già “beneficiaria” di un contratto Co.co.co. con il gruppo della Lega in consiglio regionale e fedelissima di Cerrelli. Strenua difensora del volantino “choc” dell’8 marzo 2019 della “Lega Giovani Crotone” sul "ruolo naturale della donna volto alla promozione e al sostegno della vita e della famiglia" dal quale lo stesso Salvini prese le distanze. Anch’essa, come il suo mentore Cerrelli, è stata oggi espulsa dalla Lega.

Le motivazioni

Dopo il commissariamento della federazione l’anno scorso da parte della capogruppo in Regione Tilde Minasi (inviata da Invernizzi) e il successivo intervento del Sindaco di Taurianova Roy Biasi, la situazione nella Lega pitagorica non si è mai calmata, anche dopo la “scissione” di Salvatore Gaetano e dei suoi sodali. Addirittura, secondo rumors interni, in alcune occasioni si sarebbe arrivati alle mani.
Ecco perchè lo scorso febbraio venne inviato a commissariare Cerrelli, il fedelissimo di Salvini e capo della Sorical, Cataldo Calabretta.
«La Lega è presa d’assalto dai poteri forti!» tuonarono pubblicamente i cerrelliani denunciando il rischio di «colonizzazione». In più, i proprietari dell’immobile in cui ha sede la Lega di Crotone hanno formalmente richiesto la consegna delle chiavi. Piccolo particolare: sono parenti di Cerrelli.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, come si legge nel provvedimento di espulsione adottato dal commissario crotonese Cataldo Calabretta e dal commissario regionale Giacomo Saccomanno, è stata la pubblicazione di una lettera aperta indirizzata a Salvini in cui si parlava di “Lega Crotone allo sbando”.

«È l’epilogo di una condotta oltremodo lesiva del partito e irriguardosa» scrivono i due commissari, sottolineando: «L’atteggiamento di contrasto alla linea del Commissario nominato, le continue uscite su blog ed altro, con interventi non riguardanti il territorio di Crotone, a nome del partito e non avendone alcuna legittimazione, ed, ancora, il clima di difficoltà creato, oltre che l’assunzione di ripetuti comportamenti gravemente lesivi della dignità del Commissario, che hanno creato un ostacolo e pregiudicato l’attività di questo e del partito, compromettendone l’immagine politica».

Fdi pronto ad accoglierli?

«La libertà e la dignità non hanno prezzo» ha commentato ieri a caldo in un gruppo WhatsApp di leghisti pentiti la Cavallo. Ora per lei e Cerrelli, giorgettiani “anti-gender”, si sussurra che per intercessione del Ministro per lo sviluppo economico, pare si stiano aprendo le porte di Fratelli D’Italia. Contattato direttamente il commissario provinciale dei meloniani Michele De Simone sul punto non ha ritenuto di rispondere.

Già a fine marzo, però, quattro “cerrelliani”, Michele Ryllo, Gianluigi Napolitano, Angela Scicchitano e Gaetano Colombraro (imprenditore) erano già transitati in Fdi. «Si tratta di un ritorno a casa» dissero pubblicamente e annunciando di non essere gli unici leghisti che se ne sarebbero andati da lì a breve. Uno sgambetto di Giorgetti a Salvini che, fresco di dissidi con la Meloni tra sondaggi, candidature e Copasir, che non passerà inosservato.