Tra crisi interne e alleati difficili, la premier tiene in piedi la sua coalizione con abilità da equilibrista. Fino a quando reggerà?
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Giorgia Meloni festeggia, e non ha torto, nel celebrare l’ingresso del suo governo nella lista dei primi cinque più duraturi della storia italiana.
Un bel traguardo, eh? Dopotutto, in un Paese dove i governi sembrano cambiare più velocemente delle stagioni, riuscire a restare in sella per più di un anno è già una vittoria epocale.
Ma attenzione, non facciamo festa troppo presto: questo governo, sebbene stia durando, ha più crepe di un vecchio muro di casa. E qui viene il bello.
In mezzo a questo caos, Giorgia Meloni non si arrende. No, anzi, riesce a tenere in piedi il governo come se fosse un giocoliere che lancia piatti in aria senza farne cadere nemmeno uno. Una forza di volontà impressionante, un equilibrio da acrobata che riesce a far stare tutti "buoni"ma "buoni" nel senso di fargli credere che lo siano.
Certo, un’impresa ardua, dato che la stessa classe dirigente che ha intorno è capace di ogni cosa, tranne che di rendere il suo lavoro più facile. E non parliamo solo delle rotture tra alleati, ma anche delle discrepanze interne, che rendono la politica più simile a una soap opera che a una solida amministrazione.
La classe dirigente, poi, pare più un collage di persone che sembrano esserci più per "chiamata" che per meritocrazia. Ma insomma, non pensiamo troppo male, sennò finiamo per indovinare.
Intendiamoci, Meloni ha saputo reggere le redini di una coalizione che fa acqua da tutte le parti, come un’imbarcazione alla deriva, e su questo tanto di cappello. Indubbiamente. la durata è un risultato che va riconosciuto, ma più che un “governo che fa storia” sembra più un governo che “si fa notare”.
Forse il vero segreto per arrivare a un governo stabile è solo quello di non far durare troppo la riunione di consiglio dei ministri…