«Se vuoi la pace, prepara la guerra»; questa è la traduzione letterale della locuzione latina “Si vis pacem, para bellum”, apparsa sia nelle Leggi di Platone e poi ripresa dal noto giurista e condottiero romano Vegezio.

Un “must” quindi che purtroppo, ma tuttavia, raffigura le ore che viviamo qui in Medioriente, da Beirut a Tel Aviv, da Gerusalemme a Damasco, da Gaza a Teheran, dal Cairo a Doha, passando per Ramallah (sede dell'Autorità nazionale palestinese).

E, racchiude persino, in nuce, l'attitudine di come ragionano le parti in causa, cioè coloro i quali, “accompagnati” dai mediatori internazionali - quindi in base ad una positiva riuscita dei colloqui di pace - dovrebbero sottoscrivere la tregua e il cessate il fuoco.

Beh, diciamolo subito, per l'ennesima volta: “accà nisciuno è fessa” o certamente non lo sono io, che a mia volta non mi lascio “incantare” da strumentale e irrealistica propaganda.

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Difatti, essa, cerca di dare ad intendere quel che vero non è - cioè l'accordo a portata di mano - ma soprattutto il voler smerciare per autentica un'illusione - ovvero l'accordo ormai prossimo - poiché allorquando le mie giuste e oneste parole si materializzeranno -cioè accordi non ne verranno - le varie “anime belle”, sparse un po' ovunque e mosse da un discutibile concetto di politicamente corretto (e già si intravedono alcune farneticazioni di codesti figuranti), saranno immediatamente pronte a gettate la croce addosso, non su Israele e la di lei leadership screditata (ovvero Netanyahu), bensì sulla controparte araba (cristiani e musulmani), con l'Iran persiano incluso.

Voila, va in scena “la commedia degli equivoci”, laddove i “brutti, sporchi e cattivi” sono gli arabi, non coloro i quali compiono il genocidio a Gaza (a fronte della scusa israeliana di voler debellare Hamas dalla Striscia, dimenticandosi a Tel Aviv e quindi lo stesso Netanyahu, che nel recente passato, hanno permesso il foraggiamento e il potenziamento della stessa Hamas, in funzione anti Autorità nazionale palestinese).

E poi, se proprio dobbiamo dirla tutta, i “brutti, sporchi e cattivi”, qualcuno dirà persino che lo sono i poveri libanesi, i quali già di loro, in maggioranza non sopportano Hezbollah, ma ad Hezbollah, bisogna pure concedere – giocoforza - che più di un filo da torcere lo darà agli Israeliani, qualora volessero muovere scellerata guerra, avverso il Paese dei Cedri, non foss'altro perché annuncerà di difendere il loro territorio, conteso da un frastagliato crogiolo di etnie religiose, proprio interne al Libano, ma che fanno di siffatto Paese, una nazione unica al mondo.

Insomma, per l'ennesima volta, siamo al gioco degli specchi, in luogo a quanto, da queste parti, in momenti simili, mai è vero quel che appare, ma è reale quel che si nasconde.

Eppure, i disperati allarmi o le giuste denunce delle Nazioni Unite, con in testa il suo Segretario Generale (Antonio Guterres), circa la crisi umanitaria e quella sanitaria, senza obliare la condanna ferma e giusta del genocidio in corso da parte israeliana (aspetto, quest'ultimo, persino rilevato, sanzionato e stigmatizzato, dall'alta Corte di Giustizia Penale Internazionale dellAja), dicevo suddette questioni, non “toccano” minimamente l'animo umano dei “governanti” di Tel Aviv.

Anzi, tutto ciò li lascia indifferenti e sembra quasi che si stiano preparando alla gran cassa mediatico/propagandistica, attraverso la quale scaricheranno in capo agli altri ogni colpa, pur se le colpe a loro volta, dovrebbero essere equamente distribuite tra le parti in causa, quindi pure Israele compresa.

Già, Israele, il cui Governo in carica, con un Premier screditato, muove guerra a destra e a manca, uccidendo, torturando, nella totale indifferenza o silenziosa complicità di molte potenze internazionali, facendosi passare, mendacemente, per vittima, mentre è, quantomeno, correa per crimini nei confronti dell'umanità.

Ormai, purtroppo, dobbiamo prepararci all'inesorabile peggio, ma, patti chiari, questa voce e questi occhi, ovvero la mia voce e i miei occhi, testimonieranno realtà autentiche e non di comodo settarismo, poiché ciò parrebbe lo abbia iniziato a fare anche il Presidente della Repubblica Israeliana Herzog, che con inquietante sincronismo perfetto, quasi fosse in sinapsi al suo Primo Ministro (cioè Netanyahu), durante il colloquio odierno), svolto pure da lui medesimo e il Segretario di Stato Americano Anthony Blinken, Herzog in persona ha dichiarato - e la stampa internazionale lo riporta - che qualora fosse ufficializzato il fallimento della trattativa, la colpa ricadrà su Hamas e i suoi alleati.

Già ciò la dice lunga in merito alle reali intenzioni di pace che l'attuale vertice israeliano non mi pare abbia o dimostri di avere, contrariamente alla stragrande maggioranza del suo popolo (il quale va rispettato), ma da ora, la cosa si complica, e io, qui, ad assistere e raccontare una nuova guerra mediorientale, con l'orgoglio dell'appartenenza, la forza della coerenza, la dignità del coraggio, la credibilità dell'onestà intellettuale.