I risultati dei ballottaggi appena conclusi, rappresentano per la Calabria l’indice di  gradimento della politica regionale posta in essere dai nostri rappresentanti di governo. La sonora sconfitta del centrodestra in comuni importanti della nostra regione, come quello di Reggio Calabria, Crotone e Castrovillari, deve sollecitare un’approfondita analisi, non solo sul discutibile operato della Regione, i cui rappresentanti occupano i primi posti tra i colleghi di altre regioni per  inefficienza ed incapacità, quanto anche sulle strategie, disastrose, di quello che doveva essere il partito della “buona politica”, il faro del centrodestra impegnato a cambiare la Calabria ed a liberarla dai cattivi politici di cui nell’ultimo decennio ed oltre è stata rappresentata. Non v’è dubbio che la Lega di Matteo Salvini, sulla base di tali principi era diventata una sorta di catalizzatore dell’elettorato calabrese e di tante persone che contente di dedicare il proprio tempo per un partito “modello” si sono adoperati per la costruzione ed il lancio del partito del Nord.

 

Per la verità, la nascita della Lega in Calabria, per mano dell’onorevole Domenico Furgiuele, ha rappresentato un momento di aggregazione per i tanti calabresi che mai si sono ritrovati nel modus operandi tipico dei partiti tradizionali, radicati sull’intero territorio. Domenico Furgiuele ha avuto il merito, e nessuno può dire il contrario, di aver inculcato il credo Leghista in una terra, come quella calabrese, di non facile coinvolgimento e cambiamento.

Evidentemente il proficuo lavoro posto in essere dall’allora segretario regionale del partito di Salvini, ha alimentato l’appetito di Via Bellerio e di coloro i quali hanno visto e considerato la Calabria terra di conquista a guida esclusivamente settentrionale. È evidente che Matteo Salvini ha commesso un imperdonabile errore nell’affidare la struttura leghista calabrese ad un suo rappresentate di estrazione Bergamasca, il quale nella scelta di coadiutori di basso profilo, candidati dell’ultima ora e rappresentanti territoriali politicamente incapaci, ha collezionato una serie di insuccessi, idonei a cancellare tutto il lavoro che nel corso degli anni ha portato la Lega ad essere un partito amato dai Calabresi.

 

L’esito elettorale delle ultime ore, obbligatoriamente deve segnare un’ inversione di rotta del partito di Salvini, una rimozione totale di tutto il gruppo dirigente, nonché di coloro i quali, per il ruolo a cui sono stati preposti, hanno dimostrato scarsa propensione all’attività partitica e politica. La sostituzione dell’attuale segretario regionale con altro di matrice calabrese, conoscitore delle realtà  territoriali, lucido nelle scelte dei collaboratori e forte nelle linee da seguire, rappresenta, insieme alla rimozione di coloro che ricoprono ruoli gestionali - politici, l’unico atto idoneo a risvegliare l’interesse della collettività e di conseguenza far rivivere alla Lega calabrese una nuova e speciale primavera.


Carlo Salvo, avvocato