Dopo l’ex consigliere regionale Michele Mirabello, anche l’ex dirigente del partito interviene sull’atteggiamento reticente dei democrat: «Questa apparente indifferenza contribuisce ad allargare il solco con la comunità»
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La nota scritta da Mario Oliverio, in seguito alla sua seconda assoluzione con formula piena, apparsa lo scorso giovedì su Facebook, nella quale si mettono a nudo i fallimenti dei gruppi dirigenti nazionali del Pd, ha avuto migliaia di like, commenti e condivisioni. Questo post è piaciuto anche al segretario provinciale del Pd cosentino, Vittorio Pecoraro. C'è anche il suo like, sia pure senza commento.
Non c'è stato però finora alcun comunicato, commento o presa di posizione del Pd ad ogni livello, nazionale e regionale. Eppure siamo in presenza di una nuova assoluzione che libera il campo da ogni ombra sull'attività amministrativa e di governo di un Presidente di Regione del Pd accusato di reati gravi e sottoposto ad una gogna mediatica. Una vicenda, come scritto da alcuni giornali nazionali, che ha «cambiato la storia politica della Calabria», ha determinato la non ricandidatura di Oliverio e il suo isolamento politico.
Non c'è né il like, né il commento del segretario regionale Irto. É bene ricordare che Irto, oltre le responsabilità di cui oggi è investito, era presidente del Consiglio regionale quando Oliverio da governatore della Calabria venne investito dai provvedimenti giudiziari dei quali oggi viene riconosciuta la insussistenza, l'innocenza e l'estraneità. In verità di Irto, non è dato sapere quale fu il suo pensiero neanche all'epoca delle contestazioni giudiziarie ad Oliverio, nel mentre, ha continuato a guidare il Consiglio Regionale calabrese. Un comportamento che, per la linearità delle dinamiche che conferirono i ruoli e le funzioni, avrebbe chiesto una più chiara e coerente posizione politica, anche per sgomberare il campo da logiche ispirate dalla convenienza e dagli opportunismi.
Nulla, ma tant'è!
Ma la cosa ancora più grave è ora continuare a tacere anche di fronte alle assoluzioni con formula piena della magistratura. Il silenzio odierno di Irto, segretario regionale Pd, è a dir poco imbarazzante e ancor più controverso, proprio nella qualità di rappresentante di tutto il partito calabrese.
Una posizione in palese conflitto con i like espressi e con il sentimento largamente diffuso nella opinione pubblica ed in particolare nel popolo della sinistra. Il perdurante silenzio del Pd sulla vicenda giudiziaria che ha colpito Oliverio, ancor più alla luce delle sentenze assolutorie, è grave e non può essere sottaciuto.
Si tratta di una enorme questione politica che non si rimuove con il silenzio o facendo finta di nulla. Anzi. Perseverare in un atteggiamento di apparente indifferenza contribuisce ad allargare il solco tra il Pd e la comunità ed innesca anche inquietanti dubbi circa possibili scheletri negli armadi, mal custoditi da parte di quanti hanno fatto il coro alla sciagurata gestione commissariale del partito in questi anni.
Il trasformismo che ha afflitto la Calabria è strettamente legato a fenomeni di corruzione, degrado morale, consociativismo deteriore, svuotamento delle sedi democratiche, scarso coinvolgimento dell'opinione pubblica nella vita politica. Processi negativi che hanno interessato non solo la politica ma anche altri poteri e funzioni e settori non marginali della società.
Il Pd e più in generale la sinistra devono in primo luogo fare i conti con la sfiducia che questi processi hanno generato e recuperare con nettezza e coerenza quel sistema di valori, a partire dall'etica, senza i quali l'agire politico è privo di credibilità. La grave sconfitta politica ed elettorale del 25 settembre scorso richiede radicale cambiamento e rottura di pratiche e metodi consunti e logori.
Ha ragione Michele Mirabello: quanto si è verificato in questi anni in Calabria non può essere rimosso in modo disinvolto e sbrigativo. Per una ripartenza che consenta di recuperare funzione, credibilità e capacità attrattiva e per recuperare il consenso e la fiducia perduta é necessario fare con coraggio una operazione verità sulle ragioni che hanno portato negli ultimi due anni alla sconfitta per due volte alle elezioni regionali e poi alle politiche. Bisogna aprire realmente porte e finestre e lavorare con il coinvolgimento di tutte le energie e delle forze che possono dare un contributo, alla rifondazione di un soggetto politico forte di un progetto per la Calabria e di una classe dirigente credibile e realmente autonoma da altri poteri. Una classe dirigente animata dal bene comune ed ispirata da modalità e valori di giustizia ed inclusione sociale.
Ci sono personaggi che da troppo tempo ormai, dicono e fanno di tutto e l'esatto contrario di tutto.
Personaggi che devono fare un passo indietro, chiedere scusa in pubblico e in privato e consentire la necessaria ricostruzione. Chi ha prodotto i danni in questi anni non è credibile per l'opera che si richiede, per rimuovere le macerie e ritrovare l'entusiasmo necessario.
Anche per questa ragione il segretario provinciale del Pd Vittorio Pecoraro, oltre al like dovrebbe dire come intende muoversi e quali iniziative intende intraprendere per sollecitare un formale pronunciamento del Pd calabrese e nazionale sulle vicende giudiziarie che hanno interessato il Presidente della Regione e dirigente del Pd Mario Oliverio. È questa una questione che pesa come un macigno e che bisogna avere il coraggio di affrontare a viso aperto. Dalle macerie non é semplice e scontato ricostruire. Chiamare tutte le energie disponibili a dare un contributo in tale direzione è necessario oltreché doveroso.