Recovery fund e questa insostenibile leggerezza, lentezza e pigrizia mista ad apatia tutta italiana verso le riforme
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Temi che hanno animato, e non poco, l’anno che si è appena concluso. Si parla tanto di Recovery fund. Cerchiamo di capire che posto occupano le riforme nel nostro ricovero plan e che priorità ha dato alle stesse il governo italiano.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 21 dicembre 2020, nel corso di un incontro con una delegazione del Movimento 5 stelle ha affermato «nel recovery plan ci sono 6 missioni, che si articolano in 18 componenti, A supporto dei progetti c'è la riforma della giustizia, una riforma di sistema che è stata tenuto separata dalle 6 missioni ma che sarà un pilastro del recovery: su questo, come sistema Paese, ci giochiamo una parte ingente di credibilità».
In effetti la credibilità delle nostre riforme sulla giustizia, come la nostra credibilità in generale, sono pari a zero purtroppo.
Prendiamo, ad esempio, la tanto sbandierata Riforma Bonafede, la cosiddetta “Spazzacorroti”. Una riforma dal nome indubbiamente ad effetto per i cercatori di sangue e arena italici. Avranno pensato, lor signori, che tutti i corrotti sarebbero stati spazzati via come l'Epifania che tutte le feste porta via…invece è stata un totale fallimento avendo spazzato via solo lo stato di diritto in Italia.
Ad affermare ciò non è il solito avvocato dedito a difendere cialtroni ma, questa volta, la sonora bocciatura è arrivata gli inizi di dicembre con un pesante ed articolato attacco dal primo presidente e dal procuratore generale della Cassazione.
Margherita Cassano, da luglio la prima donna presidente aggiunta della Suprema Corte con competenza sul penale, ha bocciato diversi punti della riforma Bonafede, a partire dall'introduzione del giudice monocratico in appello. Misura che nelle intenzioni dovrebbe consentire di svolgere più udienze, ma che in concreto secondo la giudice di Cassazione produrrà ulteriori rallentamenti perché nei tribunali non ci sono né le aule né il personale amministrativo per moltiplicare le udienze. «Un danno invece di un vantaggio» ha sottolineato il Pg Giovanni Salvi con il sacrificio delle garanzie per l'imputato.
Per Salvi è del tutto inutile accelerare i tempi delle indagini preliminari visto che le prescrizioni avvengono molte volte per i ritardi nella fissazione delle prime udienze. Pesante il giudizio di Cassano sulla prescrizione: il blocco della prescrizione dopo il primo grado allungherà i tempi della definizione delle cause «non si concilia con i principi costituzionali di giusto processo e ragionevole durata». Le soluzioni, anche per la Cassazione, sono quelle più volte proposte (ma mai ascoltate da Bonafede) di larghe depenalizzazioni e interventi sulle dotazioni dei tribunali.
Per non parlare poi delle tante sbandierate riforme costituzionali senza le quali non si poteva vivere serenamente. Così ci veniva detto durante la campagna elettorale sul Sì o No al Referendum.
Che fine ha fatto l'altra famosa riforma, con altrettanto nome ad effetto, “il taglio delle poltrone”. Vi ricorderete la campagna elettorale referendaria e il linciaggio verso chi, come la sottoscritta, affermava che era una riforma pessima?
Ebbene la fantomatica riforma è a caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’…Trascorsi mesi dal fatidico referendum non ci sono disegni di legge. Lentamente hanno approvato da poco dei nuovi collegi per l'elezione dei componenti delle prossime camere “ridotte” ma non esiste la modifica della legge elettorale.
Collegi elettorali che già fanno discutere per la mancanza per la loro vastità e, quindi, ne conseguirà la mancanza di rappresentatività di intere popolazioni. Collegi elettorali estesi così tanto da non poter neppure fare una campagna elettorale seria e sui programmi di sviluppo dei territori interessati tanta la vastità.
Tutti queste riforme non rappresentano più priorità per il nostro Parlamento. E non per il Covid19, non ci provate, ma perché non sono temi che interessano più, perché non hanno trovato la quadra i partiti di maggioranza e non sanno come gestire un fallimentare referendum del quale non interessava niente a nessuno perché era un referendum-arma per pura propaganda per alcuni a discapito del buon funzionamento del nostro sistema democratico.
Ed allora alla luce di questa mia disamina, l’impiego dei fondi del recovery fund, in tema di riforma della giustizia, dovrebbe guardare verso una prospettiva generale ed avere una progettualità complessiva e organica delle riforme. Bisogna evitare che le ingenti risorse messe a disposizione vengano frazionare in mille settoriali, frammentati, spesso più “mediatici” che concreti oppure destinate a tamponare le lacune dell’ordinaria amministrazione.
Dovrebbe esserci invece una logica unitaria delle riforme di sistema così da superare, finalmente, dei micro-interventi in tema di giustizia. Deve inoltre svanire la pia illusione delle riforme a costo zero. Deve esserci la consapevolezza che le riforme più ampie non possono essere gratuite. E proprio sui temi della Giustizia vige la tendenza a non ritenerli meritevoli di cospicui investimenti.
L’efficienza della Giustizia è un elemento fondamentale per lo sviluppo economico. Secondo l'ultimo studio Cer-Eures citato dalla stessa bozza del Recovery Plan, le disfunzioni del sistema giustizia e l'incertezza cronica del diritto ci costano 2,5 punti Pil, pari a circa 40 miliardi di euro.
Una riduzione della durata delle procedure civili del 50 per cento accrescerebbe le dimensioni medie delle imprese manifatturiere di circa il 10 per cento. Una giustizia più rapida creerebbe anche 130mila posti di lavoro in più e circa 1.000 euro all'anno di reddito pro-capite, oltre ad un rilevante impatto sulla realizzazione delle infrastrutture.
Al di là, e prima, delle valutazioni di ordine più strettamente economico, poi, deve considerarsi che le problematiche della giustizia si traducono in una situazione strutturale di inadeguata garanzia, quando non anche di violazione dei principi dello Stato di diritto: il diritto di agire e difendersi in giudizio e i cardini del giusto processo (a cominciare dalla ragionevole durata) sono incompatibili con il malfunzionamento ormai cronico della giurisdizione.
Continuare a perpetrare l'assurda ed incostituzionale - artt. 3, 24, 27, 111 Costituzione - equazione "la maggiore efficienza del processo equivale a una riduzione delle garanzie”, tanto...cara alle scelte inquisitorie del Legislatore attualmente in maggioranza e al governo.
Ecco perché insisto che risorse del recovery fund si usino per le riforme della giustizia in tema di: digitalizzazione, dotazione organica della magistratura togata, organizzazione degli uffici, edilizia giudiziaria ed edilizia penitenziaria.
Ed ecco che siamo qui, ad inizio anno a tirare le somme di un anno passato che è stato un anno terribile anche sotto il punto di vista delle riforme che andavano fatte. Ci hanno abituati ai proclami autocelebrativi e propagandistici tipo quello di mussoliniana memoria come l'apparizione di appartenenti ad un partito politico dell'attuale maggioranza urlare dal balcone di Palazzo Chigi «abbiamo abolito la povertà».
Ebbene di tutti questi ambiziosi progetti nel corso dell'anno conclusosi poca cosa si è concretizzata. Ma io sono un’inguaribile ottimista, si sa, e spero ancora che le cose vengano fatte e anche bene quindi ... 2021 sono qui che spero!