Le lacrime di coccodrillo di Nicola Morra, promotore del Decreto Calabria e oggi critico verso la gestione commissariale avallata dal suo stesso partito
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Nei giorni scorsi ci siamo dovuti sorbire la patetica scena del cavaliere Nicola Morra sceso dal suo destriero per recarsi nella sede provvisoria dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca) allestita nell'edificio Asp di Serra Spiga a Cosenza, in soccorso delle persone lì in attesa di sottoporsi a tampone.
Problema superato
La sua ispezione in quei locali - dove notoriamente, non da oggi, se non hai il coronavirus rischi di prendere il tetano - è servita a denunciare un disagio strutturale di dominio pubblico, tanto che il problema è ormai di fatto superato con l'individuazione di un luogo più accogliente e funzionale, concesso dal Comune in Via degli Stadi, nei pressi della Cittadella del Volontariato.
La strana coppia
Il senatore pentastellato ha così riproposto per certi aspetti, il remake di un'altra visita a sorpresa, consumata tra i reparti dell'Annunziata all'indomani della sua riconferma a Palazzo Madama, nel gennaio del 2019, condotta in compagnia di Pierpaolo Sileri, un altro campione dell'aria fritta e delle passerelle. Ed anche della irresponsabilità: chiedere a Federica Sciarelli che per colpa sua ha dovuto sospendere per due settimane il fortunato programma di Rai Tre Chi l'ha visto.
Il Decreto disastro
In quella circostanza Morra, dopo aver convocato i giornalisti di corsa, di sabato pomeriggio in mezzo alla strada, ebbe a dire che lui e i suoi sodali dei Cinquestelle, avrebbero rivoltato come un calzino la sanità calabrese. Ed è stato di parola: con il Decreto Calabria varato l'anno successivo, nel migliore dei casi hanno lasciato le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere senza guida per mesi, in balia delle onde e dei facenti funzioni. Nel peggiore ci hanno propinato manager inefficienti se non addirittura incapaci. Un disastro. Senza volersi accanire sul Commissario Saverio Cotticelli, il quale non è ancora chiaro se sia in carica oppure dimissionario.
Tempo sprecato
Il risultato è anche quello denunciato, con una certa dose di faccia tosta, anzi di bronzo, dallo stesso Nicola Morra, ovvero l'allocazione di un presidio sanitario di fondamentale importanza in questa fase dell'epidemia, in una sorta di scantinato. Una scelta dettata dall'emergenza in attesa di avere a disposizione la soluzione alternativa. La stessa emergenza che Asp e Azienda Ospedaliera di Cosenza stanno affrontando dopo aver sciupato il periodo di tregua concesso dal Covid.
In buona compagnia
Morra comunque è in buona compagnia. Le sue lamentele vanno a braccetto con quelle del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto: oggi denuncia la carenza di posti letto all'Annunziata. Ma se nel 2017, avesse trovato con Mario Oliverio (anche lui pienamente responsabile della mancata intesa) una mediazione per costruire un nuovo ospedale, forse a quest'ora avremmo già una nuova e moderna struttura in costruzione che avrebbe almeno offerto una speranza in più di sconfiggere il terribile morbo.