Un cupo silenzio avvolge la città capoluogo, è la concettualità a mancare. Non solo un pensiero forte, bensì esso da solo
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Il cupo silenzio avvolge Catanzaro, non certo perché la gente non parli, anzi di parole ve ne sono troppe.
Sfortunatamente è la concettualità a mancare, cioè non solo un pensiero forte, bensì esso da solo, ovvero unico e inaggettivato.
Se il Pd è riuscito a fratturarsi in plurime parti -anche se in queste ore cerca di darsi una pennellata di unità sbandierando, persino, plurime liste più virtuali che reali- ciò non significa come 'possibili e ulteriori scontenti crescano': i pronostici (oltre alla conoscenza di fatti, uomini e cose) potrebbero fare sì di veder spuntare 'coliche e maldipancia' elettoralistici, al pari dei funghi in Sila, dopo le copiose piogge.
Il plenipotenziario del 'Nazareno' -prego nostro Signore Gesù di non adontarsi per l'irriverente ed eretica scelta della via dove è ubicato il quartier generale dei Democratici a Roma, quasi ad essere poi utilizzato tale indirizzo a mo' di millantato credito- si diceva il 'nunzio lettiano' e cioè l'On. Francesco Boccia (nomen Omen) -per alcuni esponenti (e neo ex) dello stesso Partito o di ciò che resta, cioè Casalinuovo, Donato, Lodari, Tomasello, ad esempio- avrebbe scodellato una finta trattativa, una speciosa apertura e una strumentale disponibilità, alfine di calare dall'alto la scelta in favore 'dell'esterno' (poiché non iscritto al Partito Democratico) Nicola Fiorita.
Quest'ultimo, da par suo, parrebbe in contatto diretto con Enrico Letta, manco fosse il segretario nazionale del Pd il call center, piuttostosto che il medico di base, del "professor cambiaventista' (Fiorita, appunto), autentico beniamino del movimentismo stellare e demagitrissiano.
Specularmente, sull'altro fronte, al pari della legge del contrappasso, grande è la fibrillazione -non atriale, benché se lo fosse sarebbe del tipo clinico parossistico- in quanto nel centrodestra insiste e persiste una sorta di 'auto-flagellum fumi', dove le liste ci sono -financo in surplus oltre che competitive- ma si tarda a trovare sintesi e nome del candidato Sindaco, il quale, comunque, sarà, alla fine della fiera, unitario e basta.
Già, è vero, qualcuno sussurra, prefigura e preconizza, fantastiche suggestioni, cioe`- banalmente- l'abdicazione della stessa alleanza in stile tradizionale, attraverso un 'camouflage' di pseudociviche, per di più in forza e favore di altri candidati 'non interna corporis'.
Vi è da dire, come quest'ultimo scenario, sia portato avanti da chi certo non si trovi ad essere un'anima candida, ed è irrealistica la disintegrazione del fronte che va da Cesa, Lupi e Quagliariello, fino alla Meloni, passando per Sgarbi, Berlusconi e Salvini, che avverrebbe (come disintegrazione) pure nel caso del riposizionamento tattico senza simboli partitici, ma con liste sponsorizzate da maggiorenti o ras locali.
La tal mossa, infatti, avrebbe un'eco nazionale così 'boatica' da provocare -inevitabilmente- un Armageddon per il fronte che si dovrà presentare alle politiche del prossimo anno e di già governa la Regione, con Roberto Occhiuto alla guida e Filippo Mancuso in capo all'assemblea legislativa. Per esser chiari, entrambi sono espressione dei loro Partiti, ragione per la quale, nonostante l'eventuale 'biscottino' (traduzione: prospettive autonomiste, più tattiche che sentite) lanciato, ai suoi supporters, dal Presidente del Consiglio Regionale, la strada sussurrata è un effetto abbaglio: la si evoca alfine di rassicurare e rasserenare, solo per tenere unite le truppe, ben sapendo quanto non sia realistica e onestamente praticabile!
L'idea non sta in piedi, perché da essa ne discenderebbero 'rumba, samba e cha cha cha', talmente impetuosi da creare più scompiglio di stabilità.
Potrebbe avvenire con un accordo tra i leaders nazionali, epperò la cosa è improbabile, poiché mancano appena 9 mesi -o giù di lì- per la presentazione di liste e alleanze.
E al di là degli slogan, la vigente legge elettorale non cambierà, perché nessuno la vuole in fondo cambiare -anzi, manco rischiare la proposta- in quanto sarebbe alto il rischio di restare con il cerino in mano e poi sentirsi rifilare, come giustificata e motivata conseguenza, l'esclusione di candidatura, in uno dei poli: ciò, infatti, equivarrebbe a 'trombarura' certa', ragione per cui sarebbe d'uopo rifarsi ad Enrico IV° con la coeva, calzante e umoristica locuzione parafrasata e cioè 'Roma val bene uno scranno...tanto più se abbordabile'!
Tutto, quindi, riporta in direzione della 'Citta Eterna' , sperando che il centrodestra ufficializzi il nome del proprio candidato, quasi come a levare, classicamente, il coniglio dal cilindro.
Patti chiari, anch'esso eterno!
*Vincenzo Speziali
Coordinatore Regionale Calabria dell'Area di Centro e della Federazione Popolare dei Democratici Cristiani