Una delle priorità ineludibili per il prossimo Consiglio e la prossima Giunta regionali deve essere la montagna. Urge, infatti, in Calabria, al di là degli indispensabili interventi immediati per mettere in sicurezza il territorio, un piano per la montagna e per il contenimento e la prevenzione del dissesto. Al fine di non incidere negativamente sulla stagione turistica abbiamo aspettato gli ultimi giorni di agosto per riproporre un tema che purtroppo bisogna continuamente mettere in primo piano anche a causa delle emergenze ambientali che si ripresentano tragicamente puntuali, come gli incendi che devastano il patrimonio boschivo e la mancata depurazione delle acque. Ed è fin troppo prevedibile che con le piogge autunnali e invernali tutto ciò che è rimasto sul terreno dopo gli incendi scivolerà verso il mare e che le conseguenze di un disastro di proporzioni enormi come le fiamme che spogliano le colline e le montagne della Calabria saranno altrettanto gravi per le coste e in generale per l'equilibrio ambientale.

Sappiamo bene che il problema del consolidamento della montagna e del territorio non è nuovo per la nostra regione. Fu già all'attenzione del Regno d'Italia ai primi del Novecento con la previsione dell'impiego di risorse significative, dirottate però su Reggio e Messina dopo il tragico terremoto del 1908. Fu all'attenzione del Governo della Repubblica nel secondo dopoguerra, con interventi i cui benefici rischiano ora di essere annullati. Oggi è urgentissimo un nuovo piano che preveda l'utilizzo di fondi ordinari (europei, nazionali e regionali) e di quelli straordinari del PNRR.

È necessario agire subito per impegnare investimenti, strutture, attrezzature, persone in un'opera tesa a salvaguardare il futuro della Calabria. Qualcuno riscopre oggi l'importanza dell'azione dei forestali e si accorge che il loro lavoro costituisce una risorsa e non un elemento critico: non è mai troppo tardi per prendere atto della realtà. Ma bisogna trarne le conseguenze sostenendo il ricambio generazionale in un comparto che di anno in anno si impoverisce di operatori, favorendo il presidio umano sul territorio e rallentando lo spopolamento. La questione ambientale e dello sviluppo sostenibile è al centro delle politiche europee e globali. Tra gli obiettivi del programma ONU Agenda 2030 troviamo anche l'attuazione della 'gestione integrata delle risorse idriche a tutti i livelli' e il 'proteggere e ripristinare gli ecosistemi legati all'acqua, tra cui montagne, foreste, zone umide, fiumi, falde acquifere e laghi. Dunque il momento di agire è questo e la Cisl rivolge un appello forte e accorato perché i candidati alle prossime elezioni regionali prendano molto sul serio l'esigenza di un piano per la montagna e il consolidamento del territorio, ponendo con immediatezza il tema anche all'attenzione del Governo, in una fase di cambiamenti climatici in cui alle risorse naturali e all'ambiente sono destinati dal piano Next Generation EU investimenti importanti.

*di Tonino Russo, segretario generale della Cisl calabrese