La burocrazia uccide la Calabria! La burocrazia, in realtà, sta uccidendo l’intero paese, costretto a vivere sommerso dalle carte, da procedure doppie e triple, in un inferno da cui un semplice cittadino non ne uscirà mai e un’impresa ne verrà fuori a pezzi, solo dopo anni. È una storia che dura da decenni. Mi viene in mente qualcosa.

Ho segnalato alla regione, tempo fa, la vicenda di un giovane che aveva partecipato ad un PSR, per comprare un trattore. La regione gli ha risposto dopo quattro anni, quando il ragazzo quel trattore se l’era comprato da sé, indebitandosi, aumentando così le sue difficoltà a continuare a credere nel suo sogno: quello di fare l’imprenditore agricolo in Calabria.

C’è una funzionaria regionale che da oltre un anno (esattamente 17 mesi) non formalizza gli atti propedeutici al pagamento di un contributo di qualche migliaio di euro disposto da una legge regionale per un’associazione sportiva di Cosenza. Un capriccio? Ignoranza? Becero menefreghismo? Non lo so. Forse è tutto questo insieme, anche perché la funzionaria si rifiuta di dare spiegazioni.

L’Inps calabrese certamente non si distingue. Magari anche per colpa degli effetti del Covid, non dà risposta ad una povera anziana di 86 anni che aspetta da oltre un anno e mezzo di sapere se l’accompagnamento le è stato riconosciuto. Ormai non riesce più a muoversi, vive da sola, in grave difficoltà.

Sono centinaia le storie come queste, tutte penose, tutte dettate da una burocrazia inconcludente, ma soprattutto da tanti burocrati ignoranti e irresponsabili, che vivono del loro sì e dei loro tantissimi no, provocando notevoli danni a imprenditori e imprese. A volte il burocrate è più burocrate della burocrazia stessa, vive e gode di questo suo potere, complica invece di agevolare, non assumendosi alcuna responsabilità. Pur essendo ben pagato dallo Stato, cioè da tutti noi.

È ora di smetterla. Se vogliamo ripartire non è più possibile che per aprire un bar ci vogliano 17 autorizzazioni, per fare un piccolo lavoro ad una casa privata c’è ne vogliono almeno tre, e così via. Per non parlare di quello che accade nei comuni, nelle aziende sanitarie e in tutti gli enti pubblici. I debiti vengono per lo più pagati dopo 2-3 anni. Se va bene. Salvo poi alcune fatture pagate due volte! Ma questa è un’altra storia. Se il governo Draghi non interviene subito, come promesso, il paese affonderà nel disperato tentativo di spendere i 240 miliardi europei destinati al post covid!

Se non vogliamo morire tutti di burocrazia, dobbiamo togliere l’ossigeno alla nostra peggiore burocrazia, quella cieca e sorda, incapace di capire, di intervenire per tempo, di correggere e di sostenere, non di colpire, il cittadino onesto. Perché in questo marasma, chi vince alla fine è sempre il disonesto, il furbo, chi ne approfitta per violare le leggi, spesso proprio per colpa della più becera burocrazia.