Verrebbe da dire, parafrasando Edward Lorenz -matematico statunitense e studioso della teoria del caos- "se una farfalla sbatte le ali a Jano`, nulla cambia a Strato`". Difatti sia il primo che il secondo, sono entrambi quartieri di Catanzaro, dove però il caos del centrodestra cittadino - nel regnare sovrano - incede e non si dipana, persiste e resiste, si dilata ma non si sgonfia.

Insomma, la tal cosa, rappresenta una vera pacchia per i cultori della psicoanalisi, i quali studiano il disturbo della personalità a sfondo narcisistico (e quest'ultimo non si riferisce all'estetica ed entrambi i termini gettano nello sconforto i protagonisti tutti). 

Ormai, nel territorio comunale, impazzano i nomi delle liste - sempre più incerte ed improbabili - le quali testimoniano l'abdicazione dell'alleanza che guida la Città, ha vinto la Provincia, governa la Regione e non si capisce con che faccia si possano presentare unite il prossimo anno, quando si voterà per le politiche.

Per quale motivo un elettore di quest'area potrà essere convinto a esprimere la sua preferenza sui maggioritari, quando a fianco dei candidati dei medesimi vi saranno gli eletti della prossima tornata Amministrativa, in cui ciascuno ha scelto di essere 'invisibile' nel chiedere il consenso per se stesso ed invece di presentarsi apertamente ed orgogliosamente, sotto simboli ed alleanze ufficiali, ha scelto la 'chirurgia plastica', seppur applicata in politica o presunta tale?

Invece di stabilire criteri e programmi, oppure di intestarsi un candidato o anche di esprimerne uno appartenente a quest'area, si elucubrano 'pannicelli caldi, piuttosto che foglie di fico' - nessun riferimento al futuro ex Presidente della Camera - tentando di spiegare il politicamente inspiegabile, ovvero la scomparsa (parziale o totale) dei loghi partitici dell'intera coalizione, nel Capoluogo regionale.

Ci troveremo, perciò, la sera delle elezioni e si discuterà degli altri test nazionali, cioè Palermo, Genova e L'Aquila (tutte come Catanzaro, sede di Governo locale), oppure anche di città importanti come Messina o Viterbo, che allorquando dagli schermi apparirà Catanzaro, apprenderemo di un centrodestra (mi auguro di sbagliare!!!) sotto mentite spoglie, anzi alla stregua di un alias.

Non vi sarà traccia simbolica dell'Udc, di Noi con l'Italia, di Coraggio Italia (quest'ultima prima era Cambiamo, oggi invece Italia al Centro e domani forse pasta e fagioli, visto che ci siamo), oltre che di Forza Italia, della Lega, di Rinascimento Sgarbi e di Fratelli d'Italia.

A queste sigle di Partiti nazionali (è bene ripeterlo!), per di più in alleanza stabile e strutturata  -al momento... poiché stante le cose "del doman non v'è certezza", evidentemente - dovrebbero cedere il passo camouflage e travestimenti vari, con intestazioni nominali di genere variopinto, pur di 'annacquare' le storie e le culture, le quali sono proprio alla base della serietà, della politica e di ciò che è in capo ad essa.

Si cerca qualsiasi mezzo per depistare il proprio elettorato (naturale, storico o di riferimento che sia), in quanto la parola d'ordine per gli autoctoni aspiranti consiglieri è quella di non far apparir il loro passato, bensì praticare l'abbaglio.

Un esempio? Se vi fosse la lista 'Forza Vladimir', chi sarebbe in grado di stabilire se essa è a favore di Putin piuttosto che di Luxuria?
Cosa volete? Sono i misteri della vita!