La fase 1 di contagio del coronavirus in Calabria l’abbiamo superata grazie alla casualità fortuita di una natura benigna e ad una “tenuta antropologica”, a dire il vero imprevista, nel rispetto delle regole imposte dal governo.


Per quanto riguarda la fase 2 di convivenza nel contesto pandemico, nei prossimi mesi, invece si prevedono tempi veramente bui, per una assoluta impossibilità del sistema Calabria di sopravvivere alla prescrizioni del governo non perché ingiuste ma perché incompatibili con la sua sopravvivenza.


Infatti, le criticità strutturali della regione sono tali che i pochi settori trainanti nella produzione del reddito regionale saranno totalmente annientati; la politica pubblica produttrice del 75% della ricchezza regionale si ridurrà in modo drastico; la disoccupazione raggiungerà livelli insopportabili; il sistema sociale si ridurrà all’osso, il lavoro nero sarà gestito da affaristi senza scrupoli e dalla criminalità organizzata; la burocrazia parassitaria incrementerà il suo potere; la sanità diventerà sempre più malata; la protezione civile sempre più indifesa, la povertà assoluta si trasformerà in miseria e l’emigrazione non sarà più una valvola di sfogo a tutte le fasce d’età.
Questa è la triste realtà