«Il Servizio idrico integrato, il settore di nostra competenza contrattuale, vive un preoccupante stallo».  Così Pompeo Greco, segretario generale di Femca Cisl Calabria, in una nota.

«Sono oramai anni - prosegue la nota - che si procede con assoluta approssimazione e gestione superficiale senza nessuna capacità di visione politica di prospettiva in grado di poter individuare soluzioni congrue per un settore così strategico e vitale per tutta la Calabria. Sul tema siamo più volte intervenuti riscontrando però, nostro malgrado, da parte di molti addetti ai lavori, tanta superficialità palesata anche con sempre più frequenti estemporanei interventi sulla stampa, di politici nostrani, che nel rivendicare e chiedere trasparenza, attraverso però la poca conoscenza della materia, continuano a generare tanta confusione».

 

«L’AIC - continua Greco - autorità idrica calabrese, ente d’ambito di governo, ha deciso nell’ultima assemblea dei 40 sindaci che la compongono, che il futuro servizio idrico calabrese verrà affidato a una Società in house. Decisione che doveva essere presa entro fine anno pena la decadenza dell’accesso ai finanziamenti europei 2021-27 non solo per la nostra regione ma anche per tutte le altre 19. Effettuata la scelta che non era più procrastinabile, si è conseguentemente sviluppato un intenso dibattito mediatico, caratterizzato dalle eventuali ipotesi di costituzione della società in house che dovrà gestire il servizio idrico integrato in Calabria. E nel dibattito più volte è stata messa in risalto la necessità, da alcuni sindaci, di dover chiudere la Sorical attraverso il suo fallimento in quanto oberata di debiti».

 

«Su questa confusione - prosegue il comunicato - sentiamo l’esigenza come sindacato, anche e soprattutto nel rispetto dei lavoratori che rappresentiamo, di fare chiarezza, riconducendo il tutto alla realtà delle cose per come stanno esattamente. Sorical non è oberata dai debiti ma dai crediti, circa 180 milioni di euro. I crediti creati dagli stessi comuni, consorzi e le multiservizi, che ne acquistano l’acqua che endemicamente non pagano o che pagano con forti ritardi. Situazione questa, che va avanti da 40 anni, creando non poche difficoltà finanziarie prima alla Regione e per la gestione degli ultimi 15 anni a Sorical che, ricordiamo, è una società in liquidazione volontaria e non coatta dal 2012. Per completezza d’informazione aggiungiamo anche che la stessa ha la gestione della adduzione e distribuzione dell’acqua all’ingrosso in Calabria, in virtù di una concessione con scadenza nel 2034 e che nella fattispecie si tratta di una società per azioni con capitale misto, con un socio privato che, dopo il piano di risanamento del 2014, ha manifestato la volontà di cedere il 46,5% delle quote controllate da Acqua di Calabria». 

 

«Chiarito tutto questo - conclude Pompeo Greco -, ci domandiamo perché la politica calabrese continui a voler fare scelte incomprensibili, così come è accaduto nel passato anche con la sanità, che ci hanno condotto alla drammatica  emergenza che stiamo vivendo? Per quel che ci riguarda, lo sosteniamo da sempre, per il riordino del servizio idrico integrato non si può prescindere dalle competenze, dalle professionalità e dal know how dei circa 270 lavoratori che operano attualmente in Sorical. Se avessimo una classe politica adeguata questo sarebbe il percorso....... ma non l’abbiamo purtroppo».