La penalizzazione sanitaria della provincia di Cosenza non è più solo teoria risultante da una generico atteggiamento ostile dei manager e dei commissari che governarono il comparto ma una realtà provata da inconfutabili dati di fatto.
I provvedimenti dell'Ufficio del commissario al Piano di rientro, oltre a porsi in perfetta continuità con la politica sanitaria di Scopelliti e del centrodestra, vanno nella direzione di impoverire e marginalizzare il Sistema sanitario cosentino.
È di pochi giorni fa il decreto ( Dca n. 85) per la "determinazione dei tetti di spesa per l'acquisto da privati accreditati di prestazioni di assistenza specialistica per l'anno 2015" che ridistribuisce il budget assegnando all'Asp di Cosenza € 19.431.043,89 mentre all'Azienda di Reggio Calabria quasi il doppio: €32.653.077,71.
I dati non possono essere interpretati o manipolati e dimostrano, numeri alla mano, che la provincia di Cosenza continua ad essere pesantemente sottostimata rispetto al reale fabbisogno del territorio e anche rispetto alla situazione di altri territori che beneficiano di finanziamenti molto superiori senza alcun giustificato motivo.
I commissari Scura e Urbani di concerto con la Regione stanno dimostrando di agire in continuità con la politica sanitaria che ha prodotto i 300 milioni di emigrazione passiva e il gravissimo vulnus al sistema salute del territorio calabrese e cosentino in particolare. Si continua con provvedimenti che vanno nella direzione di non garantire i Lea nel silenzio della Regione che si sta dimostrando complice o, nella migliore della ipotesi, succube di un governo nazionale dichiaratamente ostile alla Calabria.
È ora di cambiare rotta. Troppi errori sono stati commessi in questi mesi sulla pelle degli ammalati e dei calabresi attraverso provvedimenti dal chiaro sapore clientelare che rispondono a quelle stesse logiche di potere che hanno ridotto la sanità ospedaliera e territoriale cosentina a livelli non più tollerabili.