Niente ambulatorio infermieristico da circa due anni e adesso neppure i distributori automatici di bevande calde/fredde, snack ed erogatori di acqua potabile. In Cittadella non finiscono le beffe per i dipendenti regionali. «Dopo aver denunciato da tempo la chiusura del piccolo presidio sanitario che elimina un importante certezza per i lavoratori, nonostante la presenza dei locali dedicati e della relativa strumentazione (ormai coperta dalla polvere) adesso - sostiene il sindacato Csa-Cisal in una nota stampa- i lavoratori non hanno nemmeno diritto ad uno snack o a una bevanda nei pressi dei rispettivi uffici. Infatti, nei giorni scorsi (precisamente, lunedì 20 dicembre) sono stati rimossi tutti i distributori automatici e gli erogatori di acqua potabile presenti nei vari piani della Cittadella. L’unica scelta (obbligata) resta, si rimarca, il servizio bar e ristorazione al piano terra, con lavoratori dunque costretti a recarsi esclusivamente (con relativo rischio assembramenti) all’ingresso del servizio mensa».

Le scadenze del servizio

Secondo quanto riferito dal sindacato: «L’ultima proroga del servizio è scaduta lo scorso 30 novembre e non essendoci più fondi sul relativo capitolo di gestione è venuta meno la relativa copertura finanziaria per estendere il servizio di noleggio dei distributori automatici. Il settore “Economato” ha disposto il solo ritiro degli erogatori di acqua potabile con una comunicazione dello scorso 10 dicembre. Il risultato è che adesso la Cittadella regionale (ricordiamo sempre che ha circa mille e duecento dipendenti senza contare i flussi dei visitatori) è totalmente sprovvista di distributori automatici ed erogatori di acqua potabile. Poiché a giorni dovrebbe essere aggiudicata la nuova gara con il subentro di un nuovo aggiudicatario, era possibile - domanda il sindacato - evitare questa improvvisa rimozione di tutto (sia distributori automatici e sia di erogatori di acqua potabile) evitando l’enorme disagio subito dai lavoratori? »

I ritardi nella nuova aggiudicazione

Secondo la sigla «anzitutto, si doveva portare a termine la nuova gara entro un periodo congruo visto che le scadenze - guardando i testi degli stessi decreti di proroga - erano note. Nel decreto 7559 del 21 luglio 2021 del settore “Economato” veniva precisato che il “il termine di tale proroga (l’ultima appunto) può essere fissato al 30 novembre 2021 e comunque non oltre la consegna del servizio all’impresa aggiudicataria se anteriore”.
Ebbene, se già si conosceva la scadenza del mese di luglio come mai la gara bandita due giorni prima (il decreto di indizione è del 19 luglio 2021) ancora non è stata completata? La gara per l’affidamento in concessione del servizio di somministrazione di alimenti, bevande fredde/calde e acqua a mezzo distributori automatici da installare presso le sedi della Regione Calabria non sembra certo complicata e dunque cinque mesi non erano forse più che sufficienti per completare la procedura di gara? E comunque se si pensava che non si sarebbe fatto in tempo perché non attivare la procedura di gara con più anticipo visto che un’altra proroga dell’affidamento in questione c’era stata lo scorso 4 febbraio? Chi è responsabile di questi ritardi? In attesa di queste risposte, purtroppo l’inerzia va sempre a discapito dei lavoratori regionali che si ritrovano con un servizio essenziale in meno».

«In ogni caso - aggiunge il sindacato Csa-Cisal -, ci sarebbe stato modo e modo di far venir meno questo fondamentale servizio per i lavoratori. Si poteva utilizzare il buonsenso. Sapendo bene che qualcuno ha causato i ritardi nel nuovo affidamento del servizio di noleggio dei distributori automatici, piuttosto che limitarsi a comunicare il termine della vigenza del contratto con la totale rimozione degli stessi dalla Cittadella, quantomeno li si poteva lasciare al quinto piano, che è un punto di ristoro veloce. Oggi, ciò che rimane sono spazi completamente vuoti e desolati, anzi - a parte cestini portarifiuti - si possono “ammirare” pareti imbrattate di caffè e gli allacci agli erogatori di acqua potabile. Oppure, si poteva prendere alla lettera la comunicazione del 10 dicembre, rimuovendo solo gli erogatori di acqua potabile ma non tutti gli altri apparecchi. Inoltre - incalza il sindacato - vogliamo ricordare che nei decreti di proroga del servizio (sia in quello di febbraio che in quello di luglio) veniva citato testualmente “che al fine di prevenire la diffusione del virus Covid-19 la procedura informativa Coivid-19 – gestione del rischio di contagio parte integrante del documento di valutazione dei rischi redatto dal datore di lavoro, dal Rspp e dal medico competente, al punto 7 – gestione spazio comuni prevede che l’accesso all’area mensa deve essere contingentato e, pertanto, si rende necessario evitare assembramenti negli spazi comuni della cittadella regionale in cui sono ubicati i servizi di bar e ristorazione…” . Ecco, proprio alla luce di quanto riportato - domanda il sindacato - forse il pericolo di diffusione del Covid-19 legato ad assembramenti in Regione Calabria è scomparso? Proprio adesso che i contagi sono in costante aumento e sono state introdotte alcune misure restrittive si “obbligano” i lavoratori ad accedere ad unico servizio bar e ristorante anche solo per l’acquisto di una bottiglia di acqua o per consumare un caffè? Francamente, ci sembra un paradosso». 

«Ripristinare il servizio»

Pertanto «a questo punto al lavoratore regionale non resta che piangere o confidare in una sorpresa nella calza della Befana. Non ha l’ambulatorio infermieristico e non ha più nemmeno i distributori automatici di bevande, snack ed erogatori di acqua potabile nei pressi dei propri uffici. Possibile che queste disfunzioni non possano essere tempestivamente evitate? Il sindacato Csa-Cisal non transigerà più su queste carenze di tutele e rispetto nei confronti dei dipendenti, soprattutto se si tratta di sicurezza (come l’ambulatorio) e di servizi minimi essenziali (distributori di snack e bevande). Chiediamo ufficialmente che l’Amministrazione ponga in essere, con la massima celerità, un rimedio a quest’ultimo disservizio. Si definisca la nuova aggiudicazione (visto che la procedura di gara è stata indetta da parecchi mesi) e s’inviti, immediatamente, il nuovo contraente a ripristinare il servizio in questione presso i piani della Cittadella regionale».