«Lo stato confusionale di Jole Santelli mette seriamente a rischio la salute dei calabresi.

Le logiche partitiche non possono essere anteposte al bene della Calabria e alla salute dei calabresi.
In questi due mesi di vita sospesa, di città ferme, di paure e povertà diffuse ci sarebbe piaciuto che la Governatrice Santelli alle undici di sera avesse firmato una qualsiasi ordinanza per stare vicino ai suoi concittadini. Ma non è successo: non è successo per le aziende agricole, per i liberi professionisti, per i commercianti e per tutto il mondo produttivo. Non è successo per i ragazzi lasciati al Nord senza lavoro e senza sostegno nonostante i diversi appelli dei genitori e nemmeno per aiutare le famiglie più deboli della nostra Regione. Quest’ultima in questi ultimi due mesi risulta essere “non pervenuta”». Così in una nota il gruppo Pd di Cosenza.

 

«Ieri sera però mentre Salvini provocava uno scontro istituzionale per non perdere terreno a destra e occupava l’Aula di Montecitorio, la Governatrice Santelli ha deciso di fare da apripista e alle undici di sera firmando un’ordinanza improvvisata, senza alcun effettivo regolamento attuativo delle regole che garantiscono la sicurezza della salute dei cittadini. Questo è l’aspetto più grave! Infatti non si capisce perche davanti ad un’impostazione “Avanti tutti!”, tutte le altre attività produttive, come parrucchieri, liberi professionisti e negozi di ogni genere debbano rimanere chiusi. Insomma, non si esagera se si obietta che questa ordinanza genera incertezza e confusione.
Non è accettabile che la presidente Santelli possa oscillare in maniera schizofrenica da un eccesso all'altro. Negli ultimi due mesi infatti ha chiesto l’esercito, chiuso la Calabria, delimitato zone rosse e oggi, dopo due mesi di chiusura totale scavalca il decreto governativo sulla data del 4 maggio senza essere pronta. Apre tutto senza nessuna regolamentazione, senza sanificazione, senza avviso per mettere in condizione gli operatori a riprendere le loro attività. La Santelli evidentemente avverte il dovere di rispondere più al centro-destra che ai suoi concittadini.

 

Siamo tutti concordi nel pensare che l’Italia debba ripartire. Né bisogna favorire condizioni di caccia all'untore, né di tenere reclusa la economia e lo svolgimento della vita sociale. Bisogna solo dare certezze ai cittadini attraverso regole che diano la possibile di una ripresa senza mettere in discussione i sacrifici fatti finora. Le persone in questi mesi hanno imparato a conoscere la paura e a diffidare gli uni degli altri, il processo di riapertura deve essere accompagnato con serietà, rigore e soprattutto senza confusione».


«È di qualche minuto fa la nota del Governo che rassicura che qualora la curva dei contagi dovesse scendere ulteriormente, verranno riviste e allentate le misure assicurando l’apertura in sicurezza del commercio al dettaglio, della ristorazione, dei servizi alla persona. Anche per questo non servono contrapposizioni politiche artificiose e strumentali tra il Governo nazionale e la Regione Questa posizione del Governo dovrebbe aiutare una cooperazione istituzionale finalizzata alla salute prima di tutto».